l'Antipatico

martedì 31 gennaio 2006

inquadrature da regista


Abbiamo saputo da alcuni giornalisti presenti alla registrazione della puntata del programma "L'incudine" di Claudio Martelli, andato in onda su Italia1, che il regista della trasmissione, notoriamente responsabile delle inquadrature e del ritmo di ripresa del programma, è stato stranamente invitato a restarsene a casa. Motivo? Il protagonista della puntata in oggetto, Silvio Berlusconi, ha espressamente richiesto (imposto) il suo regista personale (lo stesso del programma di Bonolis "Il senso della vita") che già tanto bene aveva fatto, soprattutto nei piani lunghi e nei piani sequenza, durante la puntata in cui il premier si era lasciato andare ai ricordi e ai racconti della sua vita familiare davanti al conduttore dell'ultimo Festival di SanRemo. Gli autori e i programmisti registi de "L'incudine" e lo stesso Claudio Martelli sono rimasti letteralmente basìti per la scelta del premier di portarsi la sua squadra personale composta anche dal truccatore, dal consulente d'immagine, dalla segretaria di edizione e da altri non espressamente nominati. Una troupe in piena regola, quindi, che affianca la squadra di gorilla che segue passo passo il presidente del Consiglio, affollando studi televisivi, camerini per il trucco di sua emittenza e tutti gli spazi deputati al passaggio dell'omino ipertricotico. Un particolare trapelato, e subito trasformato in una sorta di barzelletta (ma non troppo), è stato quello riguardante il divieto assoluto imposto dal premier per le inquadrature in primissimo piano o da dietro, che potevano evidenziare fin troppo la pelata riformata e la tirata d'ordinanza (lifting di ultima generazione), ma che alla fine non hanno impedito una ripresa (censurata e non trasmessa) effettuata da un cameraman sulle luccicanti scarpe del premier, vistosamente accessoriate di tacco e rialzo da dieci centimetri, usate normalmente durante le foto ufficiali scattate nelle visite di Stato effettuate dal primo ministro in giro per il mondo. Non sappiamo quanti tagliandi abbiano fatto le scarpe del premier (sicuramente una a settimana), ma notiamo comunque la lucidatura e la nuova suola antiscivolo, rinforzata recentemente a seguito del famoso scivolone del nostro eroe alla Camera dei Deputati, ripresa da tutte le televisioni e oggetto di grasse risate da parte dell'opposizione, e non solo. Peccato che in quella disgraziata occasione non sia stato possibile effettuare una inquadratura diciamo così, ammorbidita, dal regista personale del premier...Sarà per la prossima!

lunedì 30 gennaio 2006

la parodia nuoce al potere


Siamo convinti che la satira politica e di costume, la parodia intelligente dei pregi e dei difetti degli Italiani e tutto ciò che ne consegue, sia l'espressione più alta e più trasparente della libertà e della civiltà di un Paese democratico. Quando, come ieri, un esponente politico della maggioranza, come il vicecoordinatore nazionale di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto si permette di definire "...satira politica a senso unico che ha fatto un ulteriore salto sul terreno dell'inciviltà..." la spassosa, travolgente, ineguagliabile parodia-imitazione della mamma del premier fatta dalla bravissima Lucia Ocone (scuola Gialappa's...) ieri pomeriggio, nel corso dell'appuntamento domenicale del programma di Simona Ventura, "...Quelli che aspettano", beh, vuol dire proprio che siamo alla frutta. La pochezza intellettuale e la mancanza di ironia dell'ex esponente dell'altrettanto ex partito socialista dei tempi di Craxi ha stabilito un nuovo record di autogol nella casa delle libertà, nella coalizione di centrodestra rappresentata da questi "campioni" di vittimismo politico e di satira. Non c'e' che dire, tutti esponenti del sorriso e delle battute intelligenti, da Emilio Fede a Umberto Bossi, da Cicchitto a Buttiglione, da Bondi a Bonaiuti. Un team vincente, con il premier che alla fine ha deciso di premiare tutti invitandoli alla festa dei 95 anni della cotonatissima mamma Rosa (Bossi di cognome da signorina, premonitrice dell'inciucio politico-leghista...) a Palazzo Reale, con tanto di presenza della ex cantante attuale stornellatrice Iva Zanicchi, e con tutti gli altri 400 invitati di pietra, sempre sorridenti al cospetto del premier. Almeno hanno il vezzo di sorridere tra di loro, visto che non riescono a ridere delle altrui battute e parodie. Compresa mamma Rosa...

domenica 29 gennaio 2006

zavorra politica


Ormai riteniamo che il presidente del consiglio dei ministri non sia più (come giustamente ha affermato Clemente Mastella) "connesso" con il Paese reale, con le esigenze dei suoi elettori che lo votarono cinque anni fa, ma secondo noi sembra più "connesso" con un paese irreale, da playstation, un paese dai mille schermi televisivi, un pò come in un videogioco dove chi ha in mano il pulsante del telecomando, gira e rigira a suo piacimento lo scorrere delle immagini da mandare ad uso e consumo ai suoi telespettatori, reali o meno che siano. Secondo noi questa bulimìa televisiva del presidente del consiglio si può spiegare con la paura del dover passare la mano, della quasi certezza numerica del non poter essere rieletto capo del prossimo governo. In poche parole è un pò come il concorrente dell'Isola dei famosi che, nella prova-gioco (ma non tanto) detta della sopravvivenza, si industria e si impegna a mangiare, in pochissimi minuti, la quantità maggiore di cibo possibile messogli gentilemente a disposizione, sapendo che scaduto il tempo non ci sarà più nulla da mangiare. A volte suscita rabbia, a volte ilarità, quasi sempre scontentezza nel suo e nell'avverso elettorato, insomma qualunque cosa faccia (o si sforzi di fare) il risultato è sempre e comunque deludente, avvilente, sconfortante. E gli alleati, giustamente, alla fine si scocciano, protestano, scalpitano e vorrebbero sostituire il leader di Arcore con un nuovo personaggio meno stropicciato e consunto di lui, un politico da new deal, uno in grado di riconquistare la simpatia e la fiducia dell'elettorato. Uno tipo Gianni Letta, per esempio, da sempre all'ombra del premier, suo stretto collaboratore e fidato consigliori, uomo delle mediazioni e del savoir faire. Non sappiamo se questo cambio epocale si farà. Crediamo di più in un cambio all'interno dei partiti della coalizione di centrodestra, per esempio un Casini o un Fini, che hanno alle spalle maggiore visibilità mediatica e televisiva, il che certamente non guasta nell'era della comunicazione esasperata. Staremo a vedere se tutto ciò accadrà dopo il 9 aprile, o addirittura (a sorpresa) nelle prossime settimane.

sabato 28 gennaio 2006

il grande bordello


Stiamo seguendo (distrattamente) dal 19 gennaio scorso la sesta edizione del Grande Fratello, sequel più o meno fortunato del padre dei reality show, di quello che ha dato inizio (per fortuna o purtroppo, a voi l'ardua sentenza) alla manìa dei reality games, delle trasmissioni che sviscerano e sezionano in ogni sua parte meccanismi e partecipanti al programma. Un pò come nel caso di questo evitabilissimo programmino del sabato pomeriggio (Tutti pazzi per il reality) in onda alle ore 16.50 su Canale5, presentato dalla temporanea prediletta di Maurizio Costanzo, ossia Roberta Capua. La poverina cerca (e sottolineamo cerca) di rendere interessante l'aria fritta che aleggia in studio, ponendo domande da test di quoziente intellettivo tipo "...secondo te chi esce la prossima settimana?..." o anche meglio "...ma credi che sia in atto una storia d'amore tra Lucio e Elena?..." e via di questo scempio, facendo rimanere gli illustri ospiti ed opinionisti (il meglio del meglio oggi reperibili sulla piazza...) come ad esempio la moglie di Mentana, l'ex miss Italia Michela Rocco di Torrepadula (qui la rima un pò volgarotta viene da sè...) oppure la star (?) della soap-opera VIVERE di Canale5, tale Pompadour (anche qui il cognome si presta a qualche battutaccia...) o anche il bel tenebroso Marco Liorni, spalla storica del Grande Fratello, prima della Bignardi, poi della D'Urso e infine della Marcuzzi. Insomma un parterre de roi (eufemismo ironico, ovviamente) nobilitato, secondo noi, dall'unica presenza degna di tale nome, il critico televisivo del quotidiano Libero, il caustico Alessandro Rostagno, che non le manda certo a dire con i suoi giudizi al vetriolo sul grande bordello in atto al Grande Fratello, dove il clone del buon vecchio Taricone (tale ciociario Fabiano, con testosterone e tatuaggi in bella evidenza) gira intorno alle sue prede femminili (senza distinzione alcuna, basta che respirino) e dove il poeta bolognese Franco, unico che salviamo, appare un pò stralunato e fuori tempo in questo pollaio catodico. Per concludere, riteniamo che Mediaset abbia speso inutilmente tempo, soldi e fatica per mettere su questa specie di programma (sulla falsariga di quanto fece SKY per la quinta edizione del GF, che ebbe però risultati più edificanti) che riteniamo adatto per un pubblico tipo "prova del cuoco" o " treno dei desideri" piuttosto che da Iene o da Gialappa's. Come si dice in questi casi, la classe (televisiva) non è acqua!

venerdì 27 gennaio 2006

sotto il saio c'è la sorpresa...


La sorpresa del titolo del post a cui ci riferiamo è quella un pò ingombrante, un pò cinematografica (ricorda i Racconti di Canterbury o Giovannona coscialunga...) che deve avere sotto il saio il frate Fedele Bisceglia, arrestato l'altro giorno a Cosenza perchè accusato di aver violentato a più riprese (il frate ha 69 anni, ma il viagra non c'entra...) una suora siciliana di 40 anni ospite dell'Oasi, un centro raccolta della Calabria, una sorta di Caritas a luci rosse, dove il nostro arzillo e focoso francescano testava le virtuose affinità di clausura (o meno) delle ospiti, preferibilmente giovani e carine, anche straniere. Il frate, rinchiuso nel carcere di Cosenza, ha fatto sapere tramite i suoi due avvocati (uno è suo cugino, meglio risparmiare sulle parcelle...) che trascorre in preghiera e in scrittura le sue giornate da recluso. Guarda la televisione (e come non potrebbe visti i suoi trascorsi tv insieme alla pornostar redenta Luana Borgia), si tiene informato, nega di aver violentato quattro volte la suora palermitana, si dichiara vittima di un complotto, dice che la colpa è di Barabba, invoca Pilato a credergli e a non mandarlo sulla croce. Insomma il barbuto francescano delira, straparla e nel contempo invoca l'assoluzione plenaria, certo com'è che anche questa gogna mediatica, alimentata dalla curiosità morbosa dei giornalisti, serve solo a vedere se questo fraticello è la copia di quei pupazzetti (non sappiamo se ve li ricordate) con le fattezze di frate che, ad ogni pressione della testa, scattava immediatamente con la sorpresa da sotto il saio, con sembianze a volte esagerate nelle dimensioni , ma che rendevano l'idea...Forse fra' Bisceglia si è ispirato a quel pupazzetto, anche se nessuno gli ha mai battuto sulla testa, eccetto forse il poliziotto della questura di Cosenza quando l'ha fatto accomodare sulla volante per accompagnarlo al ritiro per la meditazione, in quella cella non proprio uguale a quella dell'Oasi, ma sempre con il sole (freddino in questi giorni) anche se a scacchi...

giovedì 26 gennaio 2006

la prima candelina


Ieri il nostro blog ha compiuto un mese. La prima candelina virtuale l'abbiamo spenta con soddisfazione ed emozione. E con un moto di autocompiacimento (scusateci per questo, ma siamo umani anche noi...) ci siamo andati a riguardare le statistiche di ShinyStat, che segnano sempre e costantemente frecce verdi in rialzo sia per i visitatori, sia (soprattutto) per le pagine viste, ossia per chi si sofferma per più di trenta minuti nella lettura continuativa degli articoli. Insomma una grande soddisfazione che vorremmo condividere con quei lettori che ci stanno seguendo ed apprezzando da un mese o da meno, ma, comunque, sempre fedelmente attenti a quello che scriviamo e che pensiamo, il tutto con onestà intellettuale e con amore e passione per quello in cui crediamo, e per quello che vorremmo trovare in futuro. Niente di che, solo un futuro meno angoscioso, meno pesante, meno violento di quello post Torri Gemelle. Vorremmo più prosperità sociale ed economica per tutti (utopia? retorica? no, solo reale speranza), gradiremmo un nuovo scenario politico, più vicino alla gente comune, a quella gente che lavora veramente, che guadagna meno di millecinquecento euro al mese, che si permette una pizza al mese. Più vicino a quei giovani che lavorano con retribuzioni da fame nei call center, a quelle mamme che devono fare i miracoli con due lavori per aiutare la barca di famiglia, a quei pensionati che riescono ancora a comprarsi un litro di latte al giorno sperando in un VERO aumento della pensione, non le solite chiacchiere di sua emittenza. Insomma vorremmo un mondo migliore. Non stiamo chiedendo la luna. In conclusione oggi vorremmo anche chiedere scusa a quei lettori che si sono sentiti non proprio collimanti con il nostro pensiero, a volte un pò troppo severo e tranchant, ma sempre puro e trasparente e non manieristico. Così siamo e così vorremmo restare. Anche insieme a voi, che ringraziamo ancora di cuore. Continuate a seguirci e magari fateci sentire la vostra presenza anche con qualche commento. Ne saremmo onorati. Davvero.

mercoledì 25 gennaio 2006

pacta sunt servanda (semper)


Abbiamo scelto come titolo del post odierno questa classica citazione latina, non certo per vantarci dei nostri trascorsi scolastici liceali (ce ne guarderemmo bene dal farlo) quanto per cogliere in castagna, come si suol dire, il nostro piccoletto prediletto (si fà per dire...) che abbiamo pescato oggi pomeriggio, tronfio e ben ceronato, davanti alle telecamere di SKYTG24 nel programma pomeridiano della giornalista Maria Latella (guarda caso intima amica della signora Veronica Lario, moglie del piccoletto) intento nel suo oramai giornaliero tour de force mediatico, farci ascoltare la fatidica frase latina "pacta servanta sunt" storpiando quindi la "d" in "t" e posponendo il verbo "sunt", oltre a non citare il "semper". Insomma una bella figura da pinocchio, in questo caso non tanto per le bugie dei giorni scorsi con tanto di allungamento del naso, (anche se immaginiamo cosa piacerebbe allungare al piccoletto...) ma questa volta nelle vesti di ciuchino, insomma di asino che si dimentica le giuste citazioni latine, sfoggiando imperfezioni di cultura e di ricordi scolastici ormai annebbiati dall'età e dai livori anticomunisti. Non ci ha fatto una bella figura, dunque, il premier dei nostri stivali, anzi. Qualcuno avrà avuto oggi un'ulteriore conferma della pochezza politica e personale del tycoon milanese, giunto al capolinea del suo mandato (anche se riuscirà a strappare un paio di settimane in più per accomodarsi gli affaracci suoi...) dopo aver raso al suolo la fiducia (improvvida) assegnatagli dagli Italiani nel 2001, forse circuiti dal contratto mediatico firmato a "Porta a Porta" pieno di promesse non mantenute, e che oggi stanno per rispedire a casa con un bel calcio nel didietro e senza tanti ringraziamenti di sorta. E ci mancherebbe altro!

martedì 24 gennaio 2006

mele marce & pere sfatte


La notizia non si è fatta attendere molto, anzi. Proprio ieri commentavamo (mele marce, il titolo del post) il grave episodio dell'arresto degli 8 carabinieri del nucleo radiomobile di Milano, accusati di peculato e altri gravi reati per una storia di droga e soldi. Ed oggi la risposta dei poliziotti (un pò infastiditi per l'esclusiva marachella delinquenziale operata dagli odiati concorrenti delle forze dell'ordine) è arrivata a stretto giro di...reato, praticamente lo stesso, ossia peculato, appropriazione indebita, associazione ed altro, commessi sempre nel capoluogo milanese da 8 appartenenti alle volanti della polizia di Stato. Tanto per non scontentare nessuno, il questore di Milano e il comandante dell'Arma dei Carabinieri hanno deciso di terminare la singolare partita dei misfatti con un salomonico 8 a 8, indispettendo (riteniamo) le altre forze dell'ordine, per ora solo spettatrici della competizione. Abbiamo la strana sensazione che nei prossimi giorni leggeremo buone novelle (perdonateci l'ironìa...) dal Corpo Forestale dello Stato (magari rei confessi di incendio doloso), dalla Polizia Municipale (mancato versamento delle multe elevate ai trasgressori) e dulcis in fundo dalla Guardia di Finanza (evasione fiscale ed esportazione illecita di capitali all'estero...un classico!) con quest'ultima nelle ideali condizioni di vincitrice della gara illecita e poco edificante. Amara considerazione. Chi controlla il lavoro dei controllori che controllano senza controllare? Chiamiamo il piccoletto a dirimere l'intricato quesito? Chissà, forse lui potrebbe darci qualche magica interpretazione di capitali esportati, tasse evitate, mazzette e multe non pagate...O ci sbagliamo?...Non crediamo proprio!

lunedì 23 gennaio 2006

le mele marce


Una notizia riportata oggi sul sito Repubblica.it ci ha fatto riflettere e indignare. A Milano, un'indagine partita nel 2001 e proseguita fino alla fine del 2003, a seguito di arresti di italiani e nordafricani per traffico internazionale di stupefacenti, ha portato all'arresto (oltre agli altri) di 8 carabinieri, tra cui due marescialli, del nucleo radiomobile del capoluogo milanese. Ci siamo indignati, ovviamente, perchè la Benemerita è, è stata e rimarrà sempre l'Arma per antonomasia, l'espressione massima della fedeltà e dell'attaccamento alle istituzioni del nostro Paese. Venire a conoscenza di fatti delittuosi (in questo caso specifico i militi si sono appropriati di somme di denaro sequestrate nelle varie operazioni contro i narcotrafficanti, omettendo e falsificando i relativi verbali) in cui rappresentanti dell'Arma dei Carabinieri si comportano, nè più nè meno, come semplici delinquenti, imitando nelle gesta e nelle situazioni coloro che per istituzione sono demandati a trarre in arresto, beh, se permettete, la cosa ci rende un pò tristi e ci invita alla riflessione, soprattutto in un momento in cui il nostro beneamato presidente del consiglio dei ministri ci soffoca con le sue esternazioni a favore dei risultati brillanti e inaspettati conseguiti dai carabinieri e dai poliziotti di quartiere. Non vorremmo tornare indietro con la memoria a quel 15 gennaio 1993 quando a Palermo il famoso capitano dei carabinieri Ultimo arrestò il superlatitante (allora) Totò Riina, mentre nello stesso pomeriggio per ordine dell'allora comandante Mario Mori si decise di smantellare l'osservazione del covo del capo di Cosa nostra, invitando a nozze gli uomini della cosca che "ripulirono" in tutti i sensi il villino covo, al fine di non lasciare nessuna traccia "compromettente" (non soltanto per Totò, ma soprattutto per i collusi e per gli uomini dello Stato che ne permisero la latitanza...) e dando vita ad una feroce polemica tra le istituzioni, che ancora oggi se ne sentono echi e veleni. Detto questo noi vogliamo, desideriamo CREDERE sempre e comunque alla buonafede dei militari dell'Arma, anche perchè la memoria e l'onore di tutti quei carabinieri trucidati in servizio o caduti per servire lo Stato NON possono, NON devono essere calpestati da mele marce (aspettando i riscontri delle indagini e del relativo processo a carico degli 8 di cui alla notizia odierna) che forse di onore e di fedeltà non hanno nemmeno le iniziali!

domenica 22 gennaio 2006

il gatto & il topo




Non abbiate paura. Il titolo di questo post non è l'inizio di un cartoon o di una favoletta, ma più semplicemente e prosaicamente la fotografia che abbiamo scattato al duello mediatico del Piacione contro il cavaliere, dove, monsieur Lapalisse insegna, la figura del topo l'ha fatta il piccoletto di Arcore, mentre il belloccio romano si leccava i baffi (in senso figurato) dopo la mangiata televisiva di questi ultimi due giorni. Abbiamo seguito ieri sera da Fabio Fazio nel suo CheTempoCheFa l'intervento (dopo la performance esilarante di Iacchetti) dell'ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, impettito ed elegante come piacioneria impone, apparso con l'espressione (televisivamente ineccepibile) di chi si è appena mangiato la Nutella, confortato da quel residuo marrone all'angolo della bocca che ne testimonia inevitabilmente l'accaduto...Il leader della Margherita ha sciorinato davanti alla platea di RaiTre la sua convinzione (moderata ad arte) intima e condivisa dai partiti della coalizione di centro-sinistra che alle prossime elezioni del 9 aprile la vittoria inevitabile restituirà all'Italia la coda del cavaliertopo che ancora gli usciva alla visitors maniera, dopo averne trangugiato anche gli ultimi baffi nella trasmissione Matrix venerdì sera su Canale5 (a casa del topo, come ha sarcasticamente definito il luogo del match televisivo) con un Enrico Mentana a volte nel ruolo di arbitro-conduttore, a volte più passivamente in quello di spettatore privilegiato. La singolar tenzone televisiva è andata avanti (registrata alle 5 del pomeriggio, come una corrida andalusa...) dalle 23.50 alle 2,30 del mattino con replica ieri sera su Italia1 alle 21.00 (da notare la faccia soddisfatta da mangiata di auditel del riccioluto ex direttore del TG5) impreziosita da colpi di teatro involontari dei due duellanti, uno perchè abituato a calcare le passerelle televisive (scelte da lui), l'altro perchè effettivamente dotato di naturalezza recitativa, politica e di comunicatività, tutti e due insomma alla fine convinti, chi più chi meno, di averla fatta franca sul proprio elettorato e soprattutto sugli indecisi al voto, comunque intimamente soddisfatti della loro prestazione televisiva, resa edotta dalle elencazioni, a mò di menù politico, dei risultati ottenuti da una parte (il piccoletto) con viadotti ponti mega costruzioni e posti di lavoro a go-gò, l'altro (il piacione) con serrate e circostanziate opposizioni a quello che ha combinato sua emittenza. Noi, dal canto nostro, siamo convinti che la vittoria della sfida televisiva sia da assegnare (per la forma e per i contenuti, e per aver giocato in trasferta...) a Rutelli, anche perchè ci ricordiamo di una sua precedente sfida con il tycoon delle tv nella trasmissione Ballarò di Giovanni Floris, dove anche lo sparring partner del piacione (Massimo D'Alema) non infierì più di tanto, conscio anche della non proprio esaltante caratura politica dell'avversario (in quell'occasione intervenuto a sorpresa a fianco di un Alemanno basìto...) e comunque alla fine di tutte le dipartite televisive e non, ci sentiamo pronti per affermare, senza tema di essere smentiti, che la sovraesposizione mediatica del cavaliere è stato (per lui, ma soprattutto per i suoi alleati politici, Casini e Fini in testa) un boomerang di proporzioni così negative che il 10 aprile sarà sicuramente il day after della tanto sbandierata e fragile casa delle libertà... di cartapesta!

giovedì 19 gennaio 2006

ventilatori difettosi...


Siamo saltati sulla sedia domenica scorsa, quando, leggendo il fondo sarcastico e pungente di Eugenio Scalfari su la Repubblica in prima pagina, abbiamo appreso che il povero cavaliere di Arcore era rimasto tutto imbrattato di fango. Com'è potuto accadere una simile sventura? Come è possibile che i suoi angeli custodi (uomini della scorta) non sono riusciti a difendere il piccoletto (loro che sono alti il doppio...) dal bagno di fango, perdipiù puzzolente? E' strano che l'apparato dedicato esclusivamente alla sicurezza della persona del presidente non sia riuscito a sventare un simile attacco della natura, bonaria e non comunista, ma pur sempre imbrattante...Alla fine dell'articolo del fondatore ed ex direttore del quotidiano romano, ci siamo rincuorati e rasserenati: il fango in questione aveva coperto il piccoletto lombardo a causa del mal funzionamento del ventilatore, sì il ventilatore della giustizia e degli italiani, che era stato posizionato accanto al premier mentre era intento a snocciolare, ai magistrati che indagano sul caso Unipol, tutte le sue segretissime e importantissime informazioni riguardanti gli intrallazzi dei dirigenti comunisti, lui che invece è stato sempre esente da intrallazzi, ricevute confidenzialmente da un suo vecchio amico e socio in affari (più misteriosi che alla luce del sole...) il franco-tunisino Ben Ammar, informazioni rivelatisi poi una bufala e che quindi avevano dato avvio al ventilatore di cui sopra, malauguratamente invertito come senso di direzione e di marcia, con il classico colpo da avanspettacolo del fango schizzato inopinatamente nella direzione del cavaliere, sommerso indelebilmente dal fango della menzogna, un po' come il cinese che pisciava controvento (da qui la colorazione gialla tipica degli asiatici rappresentati nei fumetti) e che non avrebbe fatto un soldo di danno (l'omino dagli occhi a mandorla) se avesse fatto arrivare il suo effluvio su Palazzo Chigi, o su Palazzo Grazioli...Fortunatamente il 9 aprile è previsto un bell'acquazzone!

mercoledì 18 gennaio 2006

un dvd per il presidente


Apprendiamo dal sito on line del Corriere della Sera che all'inizio di febbraio sarà distribuito un dvd (insieme ad un libro) curato dal direttore del Diario Enrico Deaglio, giornalista figlio d'arte, puro e coerente, trombato da RaiTre (e dal premier) ai tempi di "l'elmo di Scipio" trasmissione televisiva scomoda. Il dvd ha il titolo più che esemplare ed esplicativo: Quando c'era Silvio, un modo neanche troppo velato di dire e suggerire leviamocelo dalle scatole, il piccoletto appunto, e racconta (stile film su Bush di Michael Moore) le avventure del pinocchio lombardo, quello insomma capace di dire, anche questa mattina in diretta sull'ammiraglia della Rai, che il presidente del consiglio per istituzione e per sua natura NON dice MAI bugie o fandonie, men che meno denuncia falsità o sobilla giudici e giornalisti sull'esistenza di fantomatiche pressioni della sinistra sulle Generali e quindi sulla scalata di Unipol a BNL, insomma davanti alla platea televisiva mezza addormentata (le 8 del mattino) l'omino di Arcore ha avuto, secondo noi, la faccia di emme di dire le solite fandonie a copertura della sua insipida, stupida, deleteria opera omnia distruttiva del nostro Paese, con corollario di scheletri (Bontade, Dell'Utri, Mangano, etc...) nel suo armadio personale e con loschi figuri (Previti, Ben Ammar, Ghidini, etc...) sempre pronti a dirgli di sì e a fargli da tappetino umano. Non vediamo l'ora di vederci e gustarci il dvd di Deaglio, chissà, potrebbe essere un ottimo viatico mediatico e propedeutico per la sonora cacciata (con relativo calcio nel fondoschiena del piccoletto) che noi tutti ci auguriamo. Manca poco, portate pazienza!

lunedì 16 gennaio 2006

la parabola (negativa) di Pigi


Qualche anno fa si affacciò dalla scatola magica, altrimenti detta televisore, la faccia pulita di un riccioluto giovanotto di nome Pierluigi Diaco, fino ad allora semisconosciuto operatore del giornalismo italiano, che l'onniscoprente Maurizio Costanzo degnò di ospitalità e di parola nel suo (all'epoca) seguitissimo show, dando il via alla parabola ascendente del giovanotto. Infatti, dopo poco tempo e qualche lavoretto in radio private, Diaco fu chiamato a condurre nientepopodimenoche Radio anch'io, ottenendo un discreto successo e una relativa popolarità. Lo step professionale successivo fu inevitabilmente la nuova televisione satellitare all news (Sky tg24) dove gli affidarono la conduzione quotidiana (dal lunedì al venerdì) della fascia pomeridiana 14,35 - 16,00 ed anche in questa occasione il giovin giornalista (una sorta di incrocio tra Bruno Vespa e Michele Santoro, con le dovute proporzioni, e scusandoci con gli originali...) conobbe una parabola ascendente considerevole. Fino ad uno stop imprevisto e non decifrabile. Pigi (per gli amici) decide di recidere il cordone ombelical-professionale con l'emittente di Murdoch e se ne va sbattendo la porta, trovando asilo televisivo a RaiNews24 dove gli affidano un programma serale quotidiano chiamato ore 21.15 con il compito (ingrato?) di intrattenere con dovizia di particolari e di sfumature giornalistiche (condite da gossip) numerosi politici della seconda repubblica. Ma a quanto pare la parabola del giovane (ora non tanto più, il tempo passa per tutti...) Diaco sta prendendo una piega discendente visto e considerato che proprio oggi abbiamo visto sul Corriere della Sera esattamente a pagina 15 la pubblicità del nostro eroe, con sorriso ammiccante e giacca e cravatta d'ordinanza, invitarci a seguire le sue performances da tubo catodico su un canale meno nobile e meno seguito (supponiamo) di nome Canale Italia, dove il lunedì e il mercoledì alle ore 21,15 in diretta (!) potremo gustarcelo in "Era la Rai 21,15" un titolo che è davvero tutto un programma. Ci siamo chiesti il motivo di questa parabola al contrario del giovanotto e francamente non ci siamo dati una risposta, anche perchè la cosa non ha fatto rumore negli ambienti giornalistici, figuriamoci se potrebbe farlo su un anonimo blog...A parte tutto, comunque, vogliamo fare a Pierluigi Diaco i nostri migliori auguri di ripresa...televisiva. In tutti i sensi. Magari dopo il 9 aprile, chissà...

sabato 14 gennaio 2006

la lezione mediatica del cavaliere


Scusateci se torniamo ancora sull'argomento che in questo ultimo periodo ci sta molto a cuore. Stiamo parlando delle incursioni televisive e in genere presenzialistiche del piccoletto, ultimo atto, crediamo, prima della naturale deposizione (speriamo anche del suo entourage) dovuta alla fine della legislatura e alle risultanze politiche ed istituzionale derivanti dal voto del 9 aprile. Vi dobbiamo confessare che non ne possiamo più di vederlo sempre e comunque presente in ogni dove mediatizzato, azzimato, trapuntato, imbolsito ed anche surgelato (oltre che liftato, tanto per gradire...) in parole povere ci ha fatto due marroni...Non vorremmo sembrare scortesi e maleducati, ma quando è troppo è troppo, davvero. La scuola di presenzialismo e di giornalismo indottrinato del nanerottolo con il rialzo ci è sembrata la nuova, scontata, ineluttabile conseguenza della presa di potere (pianificata a tavolino, in piedi, tanto l'altezza è quella che è...) del cavaliere mascarato dopo la sua entrata in politica, dopo la cessione (fittizia, di comodo) delle sue televisioni e dei suoi giornali a qualche suo parente (essendo una famiglia allargata, la sua, che quella del film Brutti, sporchi e cattivi era al confronto una sorta di doppio misto!) e dopo insomma tutti i traffici leciti (e meno) con l'intento di spogliarsi delle famose incompatibilità (non certo di carattere) per poter apparire una sorta di messia mediatico del ventunesimo secolo. E ci è pure riuscito. La sua lezione di manipolazione e apparizione mediatica è stata così avvolgente e quasi irreale da far girare la testa (e anche le sfere) a quasi tutti gli italiani che si sono, loro malgrado, imbarcati nell'avventura di seguirlo nelle conferenze stampa, nelle tribune elettoral compiacenti, nei salotti vespiani, nei cartelloni con la faccia di bronzo e con le scritte da cancellare per le idiozie dette, insomma in tutte quelle esternazioni a raffica (comprese le ultime sui DS, che non è la Domenica Sportiva per chi non avesse seguito...) che ci hanno letteralmente frantumato i cosiddetti. Alla fine comunque resta un solo modo, un solo mezzo (a parte il telecomando) per levarcelo da torno. Il 9 aprile. L'urna benedetta, per noi s'intende...

giovedì 12 gennaio 2006

la partita delle procure


Abbiamo assistito a molte partite nella nostra vita, ma quella che si sta giocando in quest'ultimo periodo sul campo non proprio neutro delle Procure della Repubblica di Roma e Milano ci lascia leggermente frastornati. Noi siamo stati sempre dell'idea che il garantismo e il reale rispetto delle regole (qualunque regola, scritta e non...) in campo politico e giudiziario, per non dire economico, sia la base vera, certificata del vivere civile, democratico e collettivo tipico di una Nazione evoluta e libera, fondamentalmente libera. Questo ultimo ping-pong tra le procure che seguono gli sviluppi (ormai stranoti) dei risiko bancari, dei residui processuali del piccoletto, oppure delle chiamate in differita per dirigenti della sinistra, ci stanno lasciando un pò perplessi, diciamo pure inclini allo scetticismo naturalmente estinsecatosi dalle vicissitudini politico-giornalistiche. Diciamo pure che abbiamo molta nostalgia per il vecchio Pool di Milano, quello di Mani Pulite per intenderci, dove all'epoca la formazione titolare di Italo Ghitti, Francesco Saverio Borrelli, Gherardo Colombo, Tiziana Parenti, Ilde Boccassini, Antonio Di Pietro ci infiammava ad ogni goal giudiziario segnato ora nella rete democristiana, ora in quella socialista o socialdemocratica, oppure liberale e repubblicana. E pure quelle segnate nell'economia di Stato, Montedison o Eni, Vianini o Metro, sono state così viste e riviste alla moviola storica della nostra memoria che quasi ci hanno commosso nel ricordo. Oggi, dobbiamo rendere merito al vecchio immarcescibile Francesco Greco (anche lui ex del Pool) che sta scandagliando a dovere tutte le carte (lecite e meno, conosciute e velinate) che compongono il castello delle accuse e delle supposizioni giuriche riguardanti gli affari Unipol, Antonveneta, Ricucci, Billè e compagnia cantando. Il fine giustifica i mezzi? Noi crediamo che la fine delle inchieste non dovrebbe pregiudicare il buon esito (auspicato e ormai certificato dai sondaggi, non certamente quelli del piccoletto...) del voto degli Italiani del 9 aprile prossimo venturo, anche se gli indecisi hanno avuto la possibilità (leggendo le intercettazioni pubblicate ad orologeria dal Giornale di Belpietro) di mettere fieno nella cascina del non voto. Resta il fatto che la partita delle procure continuerà a giocarsi anche con i supplementari (d'indagine) che necessariamente chi andrà al governo (e noi ci auguriamo chi, lo avete intuito...) dovrà accettare, compreso gli eventuali rigori...riservando i calci a qualcun altro, di bassa statura...

mercoledì 11 gennaio 2006

Jean Pierre le roi


Siamo rimasti affascinati da un bell'articolo (a firma Ivan Berni) sul settimanale di Andrea Monti NEWS in edicola la scorsa settimana, in cui si tracciava un profilo niente male, davvero, di Gianpiero Fiorani, il re di BPI, la Banca Popolare Italiana. Il sagace giornalista traccia una sorta di identikit dell'uomo potente, del rais dell'economia bancaria e politica, del re di Lodi, cittadina ricca e orgogliosa della propria opulenta ricchezza da far vomitare gli indigenti. Abbiamo appreso quindi che il buon Fiorani ha lasciato "senza fiato" il suo primo estimatore e tifoso, ossia il sindaco di Lodi, el sciur Guerini, rimasto così sorpreso dei guai giudiziari del suo prediletto cittadino da consegnare all'incredulo giornalista la seguente affermazione: "...di fronte alla situazione attuale io credo che non si possa dividere la città tra pro e contro Fiorani, in ultras o in detrattori. Deve prevalere, in questo momento, il desiderio e la volontà di capire, insieme alla voglia di dimostrare che Lodi è una realtà che ha energie, risorse, capacità e progetti." Un bell'applauso al sindaco, eminenza poco grigia e molto comica dell'espressione lombarda di chi non vuol ammettere che il guadagno onesto, quello di chi si alza alle cinque della mattina per andare in fabbrica o nei campi, di quelli che prendono la metro o l'autobus per recarsi al lavoro in ufficio per portare mille euro a fine mese, non si ottiene con il risiko bancario, con le trappole finanziarie spregiudicate e ladroneggianti, con i prelievi invisibili dai conti dei clienti ignari e che finiscono sui conti visibilmente rimpinguati dei boiardi di stato, con il colletto inamidato e la fuoriserie con autista. Saremmo tutti bravi, così. Troppo facile. E troppo sporco...

invasione di campo


Ce l'aspettavamo prima o poi. Una bella invasione di campo, una bella entrata da dietro. Un tackle maschio, vigoroso, senza paura. Come solo lui sa fare...Stiamo parlando chiaramente del nostro primo ministro (e primo sponsor di se stesso) che lunedì scorso, dopo essere stato ospite (programmato) a Otto e mezzo su la7, è andato (non annunciato) da Biscardi al Processo, sempre su la7 e così si è assicurato una bella doppietta, con una bella finta sulla fascia...da prime time. Che dire, nemmeno il navigato Giuliano Ferrara (altro raro esempio di coerenza politica...) è riuscito a marcare il centropremier milanese, anche se il pachiderma ha stilettato qualche chiosa radical-chic subitaneamente schivato dal cavaliere mascarato. Assistere alla disquisizione su politica elezioni e comunisti cattivi ci ha un pò intorpidito le molecole cerebrali e le palpebre. Ci siamo risvegliati di soprassalto quando abbiamo visto l'invasione di campo del piccoletto sul prato giocoso e ormai spelacchiato (ventisei campionati sono tanti...) del Biscardon nazionale e dei suoi cortigiani, intento a svestire i panni del politico e indossare la maglia numero 10 a strisce rossonere, autocelebrandosi come il presidente di club che ha vinto di più in campo europeo, mondiale, bla bla bla...Il vecchio Biscardi, chiaramente, non si è fatto sfuggire lo sguub di poter avere al suo fianco il miglior interprete delle chiacchiere da bar dello sport e così abbiamo riso di gusto e tirato tardi con inconscio desiderio di vedere rosicare Bruno Vespa che nel suo salotto se la tirava e se la rideva, senza che nessuno degli ospiti osasse far risaltare il nuovo neo sulla guancia sinistra che piace tanto alle sue fans...

martedì 10 gennaio 2006

se la suona e se la canta...


Abbiamo sorriso amaramente l'altro giorno quando abbiamo appreso che il premier sta cercando disperatamente una manieeera per allungare i tempi della fine di questa legislatura, fissata per il 29 gennaio con lo scioglimento delle Camere e la vacatio fino alle politiche. Ce lo stiamo immaginando il piccoletto di Arcore che, senza trucco e senza bandana, faticosamente passa in rassegna leggi, leggine e disegni legge per arraffare più possibile per sè e per i suoi accoliti (in primis il suo commercialista personale Giulio Tremonti...) e cerca in tutti i modi di rendersi visibile (magari anche con la sua tipica comicità involontaria) agli occhi degli italiani (questa settimana il clou delle sue apparizioni mediatiche su tutte le reti) per indorare la pillola e per consentire alla sua campagna elettoral-pubblicitaria di marcare stretto l'elettorato indeciso o scontento o comunque disturbato dagli affari della sinistra, ultimamente non proprio limpidi e completamente apolitici...La notizia di oggi è che il premier ha condonato sè stesso. In che modo? Regalandosi e applicandosi una legge del suo compare Tremonti che prevedeva una sanatoria fiscale pro domo sua, azzerando milioni di euro di irregolarità fiscali delle aziende di famiglia con un piccolo obolo di milleottocento euro (avete letto bene!) in modo da dare il buon esempio ai suoi compari e miracolati della corte...Come si dice. chi ben comincia...

domenica 8 gennaio 2006

meglio Lapo o il lap?


Prendiamo spunto da due righe lette l'altro giorno su la Repubblica (una dichiarazione di Henry Kissinger a proposito di Lapo Elkann, nipote della dinastia Agnelli scivolato su una striscia bianca qualche tempo fa, considerato "come un figlio") per parlare della situazione dei giovani di oggi, delle generazioni attuali sempre più allo sbando e senza un futuro ben delineato. Noi siamo per principio contrari alle esternazioni di vecchi (anche se rispettabili e in passato molto potenti) esponenti della politica, internazionale e non, in quanto siamo convinti che la loro buona fede ed il loro amor proprio nei confronti dei più deboli e più bisognosi sia impercettibile e impalpabile quasi quanto il sesso degli angeli. Ci siamo un pò risentiti e sorpresi nel non aver letto una risposta a mezzo stampa del figlio di Alain Elkann nel ribadire che lui un padre come l'ex segretario di Stato americano non lo vorrebbe nemmeno nei giochi di società e men che meno nelle recite scolastiche di fine anno. Invece Lapo ha sprecato una grande occasione per riabilitarsi agli occhi dell'opinione pubblica. Per usare un termine calcistico, si è mangiato un goal fatto a porta vuota, ha scaraventato in curva il pallone della vita, ha perso insomma una grande occasione per farsi benvolere da quei padri (quelli sì auspicabili e imitabili) che hanno figli, laureati o diplomati, impiegati nei famosi call center con gli altrettanto famigerati contratti a progetto. I LAP appunto, vergogna nazionale usata dalle aziende, senza scrupoli e senza ritegno, come si usano i topi da laboratorio, alla continua ricerca dell'esperimento soddisfacente, da dare magari in pasto al mondo intero per ripulirsi la coscienza così sporca che nemmeno la Littizzetto potrebbe chiedere di scambiare il detersivo con un altro. Sappiamo che queste sono battute amare, che la situazione dei ragazzi LAP è drammatica e senza via d'uscita, che molti sono sull'orlo di una crisi di nervi, mentre le aziende si ingrassano, fagocitano guadagni scandalosi e immeritati, solo grazie al loro lavoro (dei LAP), inducendo in errore di valutazione tutte quelle persone che, guardando le pubblicità televisive stile mulinobianco, ancora credono alla befana che vola con la scopa, ipotizzando chissà quali lauti guadagni dei lavoratori a progetto da far venir voglia di essere veramente Lapo, anche a costo di andare con un decrepito travestito. Sempre meglio che essere sfruttati.

sabato 7 gennaio 2006

il tramonto della menzogna

Abbiamo letto con compiacimento e con soddisfazione intellettuale un fulminante pezzo giornalistico di Michele Serra su la Repubblica di oggi (che sottoscriviamo dalla prima all'ultima lettera) in cui il barbuto polemista sottolinea la stridente anacronistica e inutile polemica dei giornali (e dei giornalisti) che fanno riferimento alla corrente di pensiero berlusconiana in cui, tramite la pubblicazione dei famosi verbali delle intercettazioni della Finanza sul caso Unipol, si è voluto far credere, al disinformato italiano medio, che Fassino e tutta la sua combriccola (ovviamente chiamati in modo non proprio amichevole comunisti) avevano commistionato gli affari con la politica, la finanza con gli interessi di partito e altre nefandezze del genere (compreso l'abbeveramento dei cavalli in piazza San Pietro...) mentre il premier era intento a flagellarsi con il gatto a nove chiodi e a strapparsi i 22.000 bulbi capilliferi per esser pronto all'intervista serale dall'amico usciere Bruno. Ora, noi non vorremmo contraddire più di tanto i Belpietro, i Farina, i Fede e compagnia cantando, ma ci sembra alquanto sospetto una serie di dichiarazioni, a pochi mesi dalle politiche, chiamiamole così non da VELINA di Oreficiana memoria e nemmeno da comunicato stampa aziendale, all'indomani della presentazione della nuova gamma dei prodotti (inglese per tutti, istruzione per tutti, interessi per LUI...) e con la sensazione (alquanto amarognola) che buttare la menzogna in pasto agli Italiani vale un pò come andare nella clinica svizzera e dichiarare al rientro di essersi recato in processione a...San Gottardo. Meno male che le elezioni stanno arrivando...meno male. Le menzogne (con la calvizie) hanno i giorni contati...

giovedì 5 gennaio 2006

la squadra dei ladroni


Siamo rimasti a bocca aperta, questa mattina, leggendo pagina 3 del Corriere della Sera dove, oltre al bell'articolo della brava (ex del Messaggero) Fiorenza Sarzanini, intitolato "Intrecci e scalate, la trama dei =furbetti= " con l'occhiello che recita " Antonveneta, Bnl e Rcs: i protagonisti delle cordate tra legami e sospetti ", abbiamo notato sulla sinistra una sfilza di fotografie rappresentanti gli undici "furbetti" in questione. La cosa che ci ha particolarmente colpito è che la formazione l'ha fatta la procura della Repubblica, non propriamente Capello o Lippi, e ci siamo resi conto che la squadra è praticamente il Real Madrid dei malfattori. Ecco che scendono in campo (occhio a non lasciare portafogli ed orologi negli spogliatoi...) con il numero 1 Antonio Fazio, ex governatore di Bankitalia accusato di abuso d'ufficio e insider trading; in difesa (di sè stessi?...) la linea a quattro prevede Ivano Sacchetti, ex vice presidente Unipol accusato di aggiotaggio ed associazione a delinquere, Francesco Frasca, ex capo del settore di vigilanza di Bankitalia accusato di abuso d'ufficio (una sorta di cartellino giallo...), Emilio Gnutti, finanziere bresciano accusato di associazione a delinquere e aggiotaggio, Sergio Billè, ex presidente di Confcommercio accusato di appropriazione indebita; la linea di centrocampo è così composta: Gianpiero Fiorani, ex patron di BPI accusato di aggiotaggio associazione a delinquere e ostacolo agli organi di vigilanza (praticamente una trattenuta da dietro, cartellino rosso diretto), Ignazio Caltagirone, imprenditore "concertista" (non propriamente abbonato alla Scala di Milano), Stefano Ricucci, ex odontotecnico di Zagarolo (genesi del suo forbito e impeccabile linguaggio...) accusato di aggiotaggio (per il momento...), Gianfranco Boni, ex vice di BPI accusato di aggiotaggio e associazione a delinquere; l'attacco del Real Ladrones è composto da Danilo Coppola, immobiliarista romano ex aspirante compratore della Roma Calcio accusato di aggiotaggio e infine Luigi Zunino, immobiliarista ( e compagno di reparto oltre che di sventura del Coppola) accusato tanto per cambiare di aggiotaggio. Sappiamo che vi starete domandando il nome dell'allenatore di questa squadra stellare: chi ha in mano la copia del Corriere provi a girare pagina. Sìììì, è proprio lui il Bearzot del Real Ladrones, ovvero Giovanni Consorte, l'unico con le tre stelle (non per le vittorie dei Campionati del Mondo di ruberie varie...) vale a dire associazione a delinquere (embè, è l'allenatore, quindi a lui la palma...) aggiotaggio e appropriazione indebita. Si prevede la prima partita ufficiale nel campo centrale dello Stadio San Vittore di Milano. Biglietti praticamente introvabili (...si sono fregati pure quelli!).

mercoledì 4 gennaio 2006

in...formazione in...completa


Piccolo gioco di parole per tornare a parlare di Antonio Cassano. Abbiamo scritto, nel nostro precedente post, che l'ex giocatore della Roma aveva firmato il contratto che lo legava al Real Madrid per 5 anni, con una corresponsione annuale di 4 milioni e mezzo di euro. Queste almeno erano le notizie in nostro possesso, avute per lo più dai tg e giornali di ieri (e non avevamo precisato che la nuova camiseta blanca di Cassano avrebbe avuto il numero 25...e meno male) e oggi pomeriggio siamo stati puntualmente smentiti (parzialmente, per fortuna) da un servizio della televisione spagnola TvE (la RaiUno della penisola iberica per intenderci) che nel notiziario delle ore 15 ha spiegato i dettagli dell'operazione. 4 milioni all'anno, contratto di 4 anni e numero di maglietta 19. Praticamente i giornalisti italiani, e altri a ruota, hanno fatto la solita figura degli approssimativi, dei fagocitatori di notizia a tutti i costi, di usufruitori di notizie fast news senza avere l'accortezza e la sagacia professionale di verificare le notizie, di attendere la conferenza stampa e presentazione ufficiale del giocatore (questa mattina nella sala stampa del Real Madrid, padrone di casa Emilio Butragueno ex stella delle merengues, dopo la rituale visita medica) in cui, davanti agli eccitati cronisti e fotoreporters iberici e stranieri, si sono udite le parole, in italian-roman-barese tradotte in spagnolo, di uno stralunato e necessariamente emozionato Cassano (carina la sua mise...sembrava avesse un gatto sul collo!) relazionare la platea sul fatto che il suo sogno di bambino si era finalmente avverato. Giocare nella squadra migliore del mondo (secondo noi avrebbe detto la stessa cosa anche al Barcellona, al Liverpool o all'Inter...) è stato il coronamento della sua ancor giovane carriera, e il nostro eroe ha promesso che si darà da fare per riagguantare i capoclassifica, ovvero la squadra di Ronaldinho. Tanto oggi come oggi (Berlusconi docet...) una promessa non si nega a nessuno...

un barese alla corte del Re


Finalmente è partito. Non ci sono smentite. Il sito ufficiale ha dato la notizia. Il barese è arrivato alla corte del Re, spagnolo. Stiamo parlando del 23enne Antonio Cassano da Bari (vecchia, dicono i bene informati) che, dopo un estenuante tormentone mediatico durato troppi mesi, si è accasato al Real Madrid, leggendaria squadra culla dei sogni di tutti quegli uomini che hanno il vizio di indossare pantaloncini corti e scarpe con i tacchetti, unitamente alla voglia di dare quattro calci ad un pallone. Quando ieri pomeriggio, le cronache non solo nazionali, ci hanno confermato che il talento barese era in volo verso la capitale spagnola, abbiamo tirato un inequivocabile sospiro di sollievo. Finalmente dopo tanti anni, da oggi sarà il Re Juan Carlos di Borbone a prendersi cura (se vorrà e se lo riterrà opportuno...) delle scaramucce mediatiche e comportamentali dell'ex giocatore di Bari e Roma, di quell'oggetto del desiderio, nemmeno troppo oscuro, di squadre come Juventus, Inter e altre non menzionate ma pronte ad intervenire sul mercato se ce ne fosse stata l'opportunità. Le facce, immortalate ieri sera nei tg, del giocatore, della sua procace fidanzata (di turno), del suo procuratore (Bozzo), dell'emissario del Real Madrid (Bronzetti) la dicevano lunga, mooolto lunga sulla morale economica (non sociologica) del tira e molla mediatico, dei musi lunghi e delle dichiarazioni piccate ed inviperite, del prendere o lasciare, dell'out-out, insomma del nocciolo della questione: datece li sordi (ovviamente non si invocava chi non poteva sentire...) e, magicamente, spontaneamente, quasi per incanto, i SOLDI, anzi i soldoni sono arrivati, a fiumi, per tutti. In primis al giocatore (4 milioni e mezzo, di euro non di lire, a stagione per i prossimi 5 anni) , in secundis alla società giallorossa (circa 10 milioni tra costo del cartellino e rinunce delle spettanze economiche del giocatore!...) ed infine al Real Madrid e a tutto l'ambaradan luccicante di gadgets, introiti pubblicitari, diritti televisivi (la squadra spagnola possiede un proprio canale televisivo) e tutto quanto produce spettacolo e milioni...di euro, naturalmente! Alla fine tutti felici e contenti, anche la Ferrari rossa fiammante di Cassano parcheggiata e coperta con un drappo scozzese nell'ingresso della modesta abitazione all'Axa (confinante con quella dell'EX amico Pupone) che almeno per un bel pò di tempo (almeno fino all'acquisto di un nuovo proprietario, visto e considerato che Antonio con il nuovo contratto se ne potrebbe comprare 20 all'anno) starà tranquilla ed inoperosa, impossibilitata a prendere nuove multe a causa della nota intemperanza stradale dell'irrequieto talento di Bari (vecchia, sì vecchia, abbiamo capito...) ormai titolare della magica camiseta blanca. Auguri, Antonio.

lunedì 2 gennaio 2006

il cavaliere senza memoria


In questi ultimi giorni, a cavallo tra la fine del 2005 e l'inizio del 2006, ci siamo rilassati e rifocillati non solo con panettoni e torroni, ma anche (soprattutto) leggendo, informandoci, spulciando articoli di quotidiani e settimanali, nutrendo così anche la mente, oltre che lo stomaco. A seguito di ciò, abbiamo puntato il nostro occhio di bue virtuale sulla figura (ultimamente un pò sfocata, sbiadita, quasi consunta) del premier Berlusconi, eroe popolare degli anni Novanta (stando almeno ai nostri ricordi visivi delle folle oceaniche e plaudenti dei vari congressi e adunate aziendal-partitiche) e ultimamente figura di contorno, per non dire di rincalzo, del panorama italiano ed internazionale. Abbiamo letto (in ordine cronologico) tre articoli esemplificativi e illuminanti sul periodo nero del cavaliere: il 23 dicembre la Repubblica titolava in prima pagina Conflitto di interessi, indagine su Berlusconi con l'occhiello che recitava L'Antitrust apre un procedimento nei confronti del premier per gli aiuti di Stato ai decoder. Favorita l'azienda del fratello Paolo e con un commento (sempre in prima pagina) a firma di Giovanni Valentini intitolato Il peccato originale del cavaliere, un pezzo di alta scuola giornalistica, tutto da leggere. Proseguendo in questa piccola rassegna stampa, abbiamo letto il Corriere della Sera del 29 dicembre che titolava sempre in prima pagina "Ha corrotto un teste", indagato Berlusconi con l'occhiello che recitava Invito a comparire per il premier. "False deposizioni del legale nei processi per le tangenti alla Finanza e All Iberian" per un'inchiesta sui diritti tv del 1997 in cui Silvio ha incaricato un manager Fininvest (Bernasconi, potenza delle assonanze cognomiche...) di versare su conti svizzeri ( e dove se no), riconducibili al legale inglese David Mills, la questua di 600.000 dollari per suggerirgli di NON ricordare eventuali particolari e accadimenti cui i giudici facevano riferimento. Il giornale milanese (dobbiamo lodarlo quando se lo merita) è stato l'unico organo di stampa nazionale a dare la notizia del mandato a comparire (ovviamente il premier NON si è presentato) innescando una curiosa polemica, di natura prettamente istituzional-giornalistica tra la testata di via Solferino e il portavoce del premier, Paolo Bonaiuti, pronto a tacciare il giornalista autore dello scoop (Luigi Ferrarella) di solite strumentalizzazioni politiche, di bugie di Stato e chi più ne ha più ne metta, dimenticando il Bonaiuti che anche lui (prima di accasarsi alla corte dei miracoli di Berlusconi) era, e tale rimane, un giornalista. Un pò come il bue che dice cornuto all'asino...Dulcis in fundo, abbiamo letto il godibilissimo fondo di Enzo Biagi sul Corriere della Sera del 31 dicembre intitolato I miei auguri al premier, in cui il decano dei giornalisti mette a nudo il re con la forza della ragione e della memoria, ricordando allo smemorato di Arcore che tutte le sue promesse fatte in tv agli italiani nel 2001, dal fido maggiordomo Bruno Vespa, NON sono state mantenute. Che tutti i suoi conflitti di interessi continuano ad esserci e compagnia cantando, a cui noi, più modestamente, ci vogliamo unire permettendoci di ricordare (alla compagnia del premier, nessuno escluso) che era stato facile, al tempo, saltare sul luccicante e confortevole aeroplanino milanese (inclusi tutti i possibili ed immaginabili comfort, personali e di squadra), manco fosse l'Arca di Noè del ventesimo secolo, per intraprendere un viaggio decennale ricco di rimpinguati conti in banca, yacht e ville al mare, bandane e belle donne, salvacondotti e leggi pro domo sua, ma che adesso, sospettiamo, sarà mooolto più difficile aprire il paracadute del lecchinaggio politico del premier verso gli italiani, per evitare un tonfo quasi certo alle prossime elezioni: anche perchè il cavaliere avrà perso la memoria, ma gli Italiani l'hanno riacquistata! Eccome!

domenica 1 gennaio 2006

passata la sbronza


Oggi inizia un nuovo anno e noi, ormai lo sapete perchè usiamo il plurale pur essendo una sola persona, siamo sempre più nell'anomala situazione psicologica di quanti, dopo le sbronze del veglione di fine anno, debbono purtroppo ritornare alla dura ed amara realtà di tutti i giorni. Quella, per intenderci, in cui la mattina del primo dell'anno, riaprendo gli occhi, vediamo nel lettone matrimoniale la faccia senza trucco della nostra moglie, compagna, fidanzata e non quella tutto phard fondotinta e ciglia finte della morona della sera prima, sì proprio quella che già sognavamo ad occhi aperti di spupazzarci nella notte di san silvestro. Eh beh, che volete cari mandrilloni del ventunesimo secolo, la dura realtà vi ha lasciato con le chiappe a terra? la sensazione di amaro in bocca non è dovuta solo a quella schifezza di cotechino e lenticchie che vi hanno fatto ingurgitare ieri sera? le occhiaie che vi riflette (impietosamente) il vostro specchio non sono dovute alle vostre fantasmagoriche prestazioni sessuali alla Rocco Siffredi del Tiburtino ma più prosaicamente alle occhiate continuamente e vanamente lanciate alla morona di cui sopra? E allora non c'è proprio speranza, non ci sono malintesi nè ripensamenti di sorta. State proprio leggendo l'amara realtà che abbiamo cercato di inzuccherarvi con gli auguri del post di fine anno che abbiamo scritto ieri sera. Siamo proprio ritornati noi, quelli antipatici per antonomasia, oltre che per predisposizione da blog. Buon anno.