l'Antipatico

mercoledì 22 marzo 2006

la vita di Silvio B. (capitolo 1)

Silvio B. nasce il 29 settembre 1936 in un edificio piccolo borghese al numero 34 di via Volturno, a Milano, nel popolare quartiere Isola. Dalle finestre di casa vede sventolare le bandiere rosse, perchè proprio lì davanti ha sede la federazione milanese del Partito Comunista Italiano. Sua madre Rosa Bossi, detta Rosella, prima di darlo alla luce è stata segretaria alla Pirelli. Suo padre Luigi è impiegato di banca. Farà carriera: diventerà funzionario e infine direttore della Banca Rasini. Uno che se intende, Michele Sindona, la definirà, anni dopo, "la banca della mafia". Oggi non c'è più: è stata assorbita dalla Popolare di Lodi al culmine della carriera di Gianpiero Fiorani. Dopo Silvio, in famiglia nasceranno la sorella Antonietta (1943) e il fratello Paolo (1949). La scuola elementare è vicino a casa, ma a 12 anni Silvio viene affidato ai padri salesiani e frequenta le medie e il liceo nel vecchio convitto milanese di via Copernico. A 19 anni ottiene la maturità classica. "Intraprendente, a volte cocciuto, comunque carismatico: in classe e in oratorio è il capo", scrive il suo anonimo biografo ufficiale in "Una storia italiana", la pubblicazione curata da Sandro Bondi e inviata per posta a tutte le famiglie d'Italia prima delle elezioni politiche del 2001. "E dimostra anche un preciso senso pratico: sbriga i compiti prima degli altri, poi aiuta i compagni più lenti o meno studiosi. In cambio di qualche spicciolo". Altri spiccioli gli arrivano da piccole occupazioni temporanee a cui si dedica mentre è iscritto a Giurisprudenza all'Università Statale di Milano: vende aspirapolveri porta a porta, canta alle feste studentesche con un complesso musicale che chiama "I quattro doctores". D'estate si imbarca sulle navi da crociera della compagnia Costa dove, durante le traversate nel Mediterraneo, fa l'animatore di bordo, l'intrattenitore, racconta barzellette, recita sketch, canta canzoni. Accanto a lui c'è l'amico Fedele Confalonieri, che lo accompagna al pianoforte. Già al terzo anno di studi universitari trova lavoro nell'impresa del costruttore Pietro Canali, buon cliente della Banca Rasini. Vende case, si presenta come direttore commerciale...

un buon consiglio?...non votare Silvio


Con il presente post iniziamo una serie di pillole di estratto di biografia di Silvio B., una persona molto conosciuta ma NON troppo a fondo (forse) da tutti quegli Italiani che il 9 e 10 aprile p.v. si recheranno alle urne per le votazioni politiche. Noi abbiamo sempre seguito una linea, diciamo così, editoriale di questo blog non propriamente fiancheggiatrice delle opere (poche) e omissioni (molte) del primo ministro italiano; con questa occasione vogliamo raccontarvi meglio chi è e cosa ha combinato nella sua vita il premier per permettervi (almeno questo è il nostro auspicio) di farvi un'idea più completa e meno superficiale della persona a cui riaffidare il nostro futuro e le nostre speranze per i prossimi cinque anni. Noi vi consigliamo caldamente di leggervi da oggi e fino alla vigilia del voto i nostri post sul signor Silvio B. e poi sarete voi e solamente voi a decidere se dargli il voto oppure no. Il titolo che abbiamo scelto per questo nostro pezzo è già ampiamente indicativo delle nostre intenzioni di voto...Poi non diteci che non vi avevamo avvisati.

domenica 19 marzo 2006

uno sciopero ad hoc...


L'ennesimo sciopero dei giornalisti (sia della carta stampata che on line) sulla questione tradizionalmente ostica del rinnovo del contratto di lavoro, ha dato al premier e al suo entourage l'occasione propizia per mistificare e manipolare la realtà dei fatti. L'occasione del black-out dell'informazione della carta stampata è stata colta al volo per rovesciare come un calzino l'esito disastroso dell'intervento (a sorpresa, non previsto causa misteriosa sciatalgia) del primo ministro al convegno degli industriali a Vicenza. I fischi e i dissensi sonori della platea sono stati presentati come ovazioni e standing ovation, le pernacchie e gli improperi sono diventate per magia hurrà e dio ti benedica, insomma come avrete capito, essere un tycoon dell'informazione ha i suoi vantaggi, un pò come chi è amministratore di un condominio: gira che ti rigira alla fine riesce sempre a mettertelo in quel posto! Oggi, a bocce ferme, tutti gli esponenti del centrosinistra hanno giustamente rivendicato il diritto dei cittadini di conoscere la verità (esclusi i vicentini...) quella sacrosanta verità che vede il piccoletto di Arcore sfaldarsi giorno dopo giorno, in questo macabro (per lui, ovviamente) count-down verso il 9 aprile. Ogni giorno che passa lui si sente sempre più solo e meno potente, si sta accorgendo che il consenso popolare sta precipitosamente calando a picco, si è alla fine convinto che solo i suoi peones, i suoi aficionados senza testa e senza palle continuano a dirgli sempre sì sior marchese, tutto va bene, non si preoccupi, abbiamo la situazione sotto controllo. E lui in cambio di tutta questa fiducia aleatoria che ti inventa? Un bell'intervento (registrato) nella trasmissione di Canale5, dal titolo emblematico di Super partes, nella quale si lascia andare (sentendosi ovviamente a casa propria...) a considerazioni e promesse come al solito farneticanti e improbabili. Lavoro per un milione di persone, quote rosa al 30% per le donne, precari assunti stabilmente, scuola come nuova eldorado del millennio e via cazzeggiando...Insomma nulla di nuovo sotto il sole. La chicca odierna è quella del viceministro e rappresentante all'estero del nostro Paese, Gianfranco Fini, che un giorno critica il cavaliere e il giorno dopo lo incensa dichiarando che la sinistra mistifica la realtà, che al convegno degli industriali il premier è stato accolto come il Messia, che addirittura lui è convinto di averlo visto camminare sulle acque del Brenta, che una luce accecante lo accompagnava e che tutti si inginocchiavano mentre il premier benediceva e santificava...Abbiamo trovato un nuovo capocomico per questa scalcagnata compagnia degli attori!

giovedì 16 marzo 2006

ricorrenze dimenticate


Oggi, 16 marzo 2006, cade una tragica ricorrenza per chi (come noi) ha attraversato il cuneo degli anni del terrorismo, del '77, delle BR, insomma gli anni bui (la notte della Repubblica, come una famosa trasmissione tv di Sergio Zavoli) dell'Italia democristiana del ventennio 70-90. Parliamo ovviamente del rapimento in via Fani a Roma dell'allora Presidente della DC, l'on. Aldo Moro e dell'annientamento della sua scorta, un evento di inaudita gravità politica e sociale che all'epoca sembrò di essere stati catapultati in una città sudamericana, una sorta di macabro film, dove le libertà personali mal si conciliavano con le esigenze dello Stato di garantire l'inflessibilità e soprattutto la non trattabilità con chicchessia, men che meno con i sanguinari brigatisti. Stranamente oggi ci è venuta alla mente una liaison temporale e di eventi leggendo un trafiletto a proposito delle ricerche, in atto in questo momento, per ritrovare il piccolo Tommaso Onofri, rapito il 2 marzo scorso e le cui tracce oggi porterebbero (secondo una sensitiva) a cercarlo nelle acque di un fiume al confine tra la Toscana e la Liguria, facendo quindi temere una fine tragica (ci auguriamo che non sia così!) del piccolo Tommy. Questa della ricerca nel fiume ci ha ricordato quella del famoso comunicato delle br dell'epoca in cui si indicava di cercare il corpo dell'on. Moro in fondo al lago della Duchessa, in provincia di Rieti (si scoprì successivamente l'autore del falso comunicato, Tony Chichiarelli, falsario rinomato legato alla famigerata Banda della Magliana) e della seduta spiritica in cui altre entità, indefinite e impalpabili, evocavano Gradoli e di cui sappiamo i risultati...La tragicità del 16 marzo 1978, le conseguenze dell'uccisione dell'on. Moro (la mattina del 9 maggio) e la infinita litanìa degli eventi sanguinosi e non che hanno attraversato questi ultimi 28 anni della storia della nostra Repubblica, ci hanno definitivamente segnati, oscurati, amareggiati, in altre parole eviscerati da quelle speranze, illusioni, nuvole di ideali coltivate a scuola, nelle assemblee, nelle piazze, nei canti e nei balli colorati e chiassosi, tragicamente e ineluttabilmente tranciati da una unica invisibile sanguinosa mano.

mercoledì 15 marzo 2006

senza infamia e senza lode




Come per le grandi attese degli eventi più reclamizzati e più pomposamente annunciati, anche il primo big-match politico tra il Professore e il premier (andato in onda ieri sera su RaiUno) ha deluso sostanzialmente la maggioranza degli oltre 16 milioni di italiani, incollati al video dalle 21.15 per oltre 100 minuti senza interruzioni pubblicitarie (almeno una cosa che ci è piaciuta molto...) e con un risultato finale che ha visto vincere nettamente ai punti Romano Prodi, secondo noi, paradossalmente, molto più a suo agio davanti alle telecamere rispetto al tycoon delle televisioni, commerciali e non. Avevamo notato all'inizio della trasmissione, già dalle prime inquadrature, un certo nervosismo ed un inusuale non controllo della scena televisiva da parte del primo ministro; faccia tirata, dentatura scintillante riposta nel fodero della cavità orale senza possibilità di farla brillare, mani che titillano convulsamente una delle due biro che si era portato come compagnia per poter tracciare i soliti grafici e gli altrettanti soliti numeri (con la speranza magari di poter firmare clamorosamente un altro contratto...) ed infine la cronica impossibilità a rispettare i tempi televisivi concessi ad ogni risposta alle domande di Napoletano e Sorgi, mantenendosi ben oltre i due minuti e mezzo concordati. Al contrario il Professore riusciva ampiamente, ad esclusione di una risposta e dell'intervento finale, a stare nei 150 secondi, dando l'impressione di un diesel molto ben rodato e che infatti alla fine riesce a sorpassare l'ingolfato macchinone presidenziale...L'esordio dialettico del premier è una sorta di falsa partenza (sfora di trenta secondi e chiama "signor Prodi" il Professore) la verve non è la solita, il tono non è quello delle occasioni migliori, come durante le classiche oceaniche conventions forziste (con pubblico plaudente e sventolante) quando il microfono sparava la sua odiosa voce tramite migliaia di watt di potenza e ieri sera invece si affievoliva e si spegneva nel silenzio gelido dello studio di via Teulada a Roma. Altro infortunio quando distrattamente segue una domanda di Marcello Sorgi (ex direttore del TG1 e de "La Stampa") sull'Iran e sulle possibili complicazioni derivanti dal nucleare e lui invece capisce Iraq, trovandosi impreparato e vistosamente out nella conseguente risposta. Insomma non una gran bella figura quella del presidente del consiglio uscente (e non rientrante, ci auguriamo vivamente...) davanti agli Italiani e ai propri elettori che avranno avuto ieri sera qualche ulteriore dubbio, mescolato ad una buona dose di imbarazzo e di rimpianto, per averlo votato a scatola chiusa cinque anni fa, senza aver prima chiesto una sorta di certificato di garanzia, o meglio ancora (come accade per le mozzarelle) essersi accertati della naturale data di scadenza abilmente contraffatta e ristampata nell'ormai famigerato contratto in casa di Bruno Vespa...Siamo decisamente contenti, ma proprio tanto, che la data del 9 aprile è una di quelle che non si possono cancellare o cambiare, e men che meno taroccare spacciandola per quella della discesa dei cosacchi in piazza San Pietro!

lunedì 13 marzo 2006

mi consenta...




Abbiamo preso nota ieri del botta e risposta tra il premier e l'ex presidente della RAI, Lucia Annunziata (una che, detto tra noi, non ci è particolarmente simpatica ma almeno ha il pregio di rispondere a muso duro senza genuflessioni di sorta) durante la registrazione del programma di RaiTre predisposto, nelle intenzioni della giornalista, per avere un minimo di contraddittorio con sequenza normale di domande e risposte evitando quindi il soliloquio del signormiconsenta. Avevamo notato nell'espressione facciale del premier una insolita, frenetica "tirata" di muscolo non propriamente dovuta alle recenti incursioni del bisturi, ma più semplicemente causato dalla tardiva e non più retroattiva presa di coscienza che l'interlocutrice, con tratti somatici vagamente mastini, avrebbe potuto causare inopinati travasi di bile senza avere la possibilità di tacitarla con facilità. Lei certo non ha toni di voce e modi da lettrice degli oroscopi tv o del meteo, ma ovviamente nemmeno il tycoon delle tv ha il garbo e l'aplomb del professore di Cambridge nè tantomeno la naturale predisposizione al dialogo e all'accondiscendenza nei confronti di chi non la pensa come lui. Non abbiamo apprezzato la sculacciata mediatica del presidente Petruccioli nei confronti della Annunziata, rea di aver seguito nella provocazione il signormiconsenta e di averne alimentato la naturale reazione finale da tipico coup de teathre, non alla francese ma più prosaicamente all'italiana maniera. Attendiamo con curiosità e impazienza lo scontro tv di domani sera tra i due leader delle coalizioni. Ne vedremo delle belle...

domenica 12 marzo 2006

grazie telecom!


Volevamo ringraziare sentitamente Telecom Italia nelle persone delle varie Giovanna, Lucia, Arianna e dei vari Roberto, Filippo, Luca (scusandoci con quelli di cui non ricordiamo il nome) per aver prontamente ripristinato la linea adsl così celermente da trovarci impreparati a scrivere qualcosa di interessante e magari di non forcaiolo nei confronti del premier che tanto ci è mancato in questi 40 giorni di silenzio mediatico (da parte nostra ovviamente) e che adesso ha trovato alleati nell'attaccare giudici, istituzioni, giornali e quant'altro come ad esempio Storace al centro del Laziogate (troppa fantasia nei giornalisti quando etichettano un caso...) e di tutto il relativo scenario da spy-story di casa nostra, diametralmente all'opposto di generi di spionaggio politico o industriale tipo Watergate, Irangate, Contrasgate, Profumogate e chi più ne ha più ne metta...Evitiamo facili ironie e sarcastici commenti e ci prepariamo a seguire con immutato interesse e curiosa partecipazione emotiva le vicende del nostro Paese e dei suoi attori (più o meno comici) politici e non lungo il cammino degli eventi che ci porterà al fatidico 9 aprile. Ben ritrovati, cari lettori. Seguiteci, non ve ne pentirete!