l'Antipatico

giovedì 16 marzo 2006

ricorrenze dimenticate


Oggi, 16 marzo 2006, cade una tragica ricorrenza per chi (come noi) ha attraversato il cuneo degli anni del terrorismo, del '77, delle BR, insomma gli anni bui (la notte della Repubblica, come una famosa trasmissione tv di Sergio Zavoli) dell'Italia democristiana del ventennio 70-90. Parliamo ovviamente del rapimento in via Fani a Roma dell'allora Presidente della DC, l'on. Aldo Moro e dell'annientamento della sua scorta, un evento di inaudita gravità politica e sociale che all'epoca sembrò di essere stati catapultati in una città sudamericana, una sorta di macabro film, dove le libertà personali mal si conciliavano con le esigenze dello Stato di garantire l'inflessibilità e soprattutto la non trattabilità con chicchessia, men che meno con i sanguinari brigatisti. Stranamente oggi ci è venuta alla mente una liaison temporale e di eventi leggendo un trafiletto a proposito delle ricerche, in atto in questo momento, per ritrovare il piccolo Tommaso Onofri, rapito il 2 marzo scorso e le cui tracce oggi porterebbero (secondo una sensitiva) a cercarlo nelle acque di un fiume al confine tra la Toscana e la Liguria, facendo quindi temere una fine tragica (ci auguriamo che non sia così!) del piccolo Tommy. Questa della ricerca nel fiume ci ha ricordato quella del famoso comunicato delle br dell'epoca in cui si indicava di cercare il corpo dell'on. Moro in fondo al lago della Duchessa, in provincia di Rieti (si scoprì successivamente l'autore del falso comunicato, Tony Chichiarelli, falsario rinomato legato alla famigerata Banda della Magliana) e della seduta spiritica in cui altre entità, indefinite e impalpabili, evocavano Gradoli e di cui sappiamo i risultati...La tragicità del 16 marzo 1978, le conseguenze dell'uccisione dell'on. Moro (la mattina del 9 maggio) e la infinita litanìa degli eventi sanguinosi e non che hanno attraversato questi ultimi 28 anni della storia della nostra Repubblica, ci hanno definitivamente segnati, oscurati, amareggiati, in altre parole eviscerati da quelle speranze, illusioni, nuvole di ideali coltivate a scuola, nelle assemblee, nelle piazze, nei canti e nei balli colorati e chiassosi, tragicamente e ineluttabilmente tranciati da una unica invisibile sanguinosa mano.

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