l'Antipatico

martedì 7 febbraio 2012

il sindaco degli asini



Non ci voleva di certo la nevicata di venerdì a Roma per accorgerci di una realtà oramai sotto gli occhi di tutti: abbiamo un sindaco incapace, presuntuoso e pure sterilmente polemico. Alemanno ha dimostrato in quest'ultima occasione (ma già dal suo insediamento sulla poltrona di primo cittadino aveva dato peculiari e inequivocabili segni della sua inettitudine) la sua idiosincrasia per l'ordine e l'organizzazione, la sua speciale predisposizione nel circondarsi di gente da par suo (ovvero incapaci e arroganti) e quella particolare dote denominata menefreghismo, ossia l'importante che io e i miei amici stiamo bene, degli altri 'sti cazzi. Ancora oggi, a cinque giorni dal fenomeno mediatico e atmosferico che ci ha fatto conoscere al mondo intero (e non soltanto ai lumbard), il sindaco degli asini continua nello scaricabarile (o badile) con la Protezione civile e con il suo capo (pure lui non esente da macchie) Franco Gabrielli. Il ritornello è sempre lo stesso: le carte dicevano, le previsioni erano sottostimatate, la colpa è di quello e di quell'altro e baggianate del genere. Nemmeno un minuto di autocritica, un soffio di perplessità o di autoconvincimento che sia stato lui, l'emerito sindaco incapace di decrittare e di capire cose alla sua portata, il vero anello debole della catena. Non puoi certo invocare una eccezionalità degli eventi, solo perchè a Roma nevica di brutto ogni quarto di secolo, per sentirti al riparo da critiche e pressioni e nemmeno puoi affermare in televisione (dalla Gruber su la7) che gli alberi sono caduti perchè botanicamente non hanno sopportato il peso "imprevisto" della neve. No, caro Alemanno, non puoi. Come se gli alberi della Calabria fossero più abituati a questo solo perchè crescono a forza di 'nduja o quelli della Lombardia perchè vivono di cassoeula. Ma va là sindaco, datti una badilata sulle balle che è meglio!