le mele marce
Una notizia riportata oggi sul sito Repubblica.it ci ha fatto riflettere e indignare. A Milano, un'indagine partita nel 2001 e proseguita fino alla fine del 2003, a seguito di arresti di italiani e nordafricani per traffico internazionale di stupefacenti, ha portato all'arresto (oltre agli altri) di 8 carabinieri, tra cui due marescialli, del nucleo radiomobile del capoluogo milanese. Ci siamo indignati, ovviamente, perchè la Benemerita è, è stata e rimarrà sempre l'Arma per antonomasia, l'espressione massima della fedeltà e dell'attaccamento alle istituzioni del nostro Paese. Venire a conoscenza di fatti delittuosi (in questo caso specifico i militi si sono appropriati di somme di denaro sequestrate nelle varie operazioni contro i narcotrafficanti, omettendo e falsificando i relativi verbali) in cui rappresentanti dell'Arma dei Carabinieri si comportano, nè più nè meno, come semplici delinquenti, imitando nelle gesta e nelle situazioni coloro che per istituzione sono demandati a trarre in arresto, beh, se permettete, la cosa ci rende un pò tristi e ci invita alla riflessione, soprattutto in un momento in cui il nostro beneamato presidente del consiglio dei ministri ci soffoca con le sue esternazioni a favore dei risultati brillanti e inaspettati conseguiti dai carabinieri e dai poliziotti di quartiere. Non vorremmo tornare indietro con la memoria a quel 15 gennaio 1993 quando a Palermo il famoso capitano dei carabinieri Ultimo arrestò il superlatitante (allora) Totò Riina, mentre nello stesso pomeriggio per ordine dell'allora comandante Mario Mori si decise di smantellare l'osservazione del covo del capo di Cosa nostra, invitando a nozze gli uomini della cosca che "ripulirono" in tutti i sensi il villino covo, al fine di non lasciare nessuna traccia "compromettente" (non soltanto per Totò, ma soprattutto per i collusi e per gli uomini dello Stato che ne permisero la latitanza...) e dando vita ad una feroce polemica tra le istituzioni, che ancora oggi se ne sentono echi e veleni. Detto questo noi vogliamo, desideriamo CREDERE sempre e comunque alla buonafede dei militari dell'Arma, anche perchè la memoria e l'onore di tutti quei carabinieri trucidati in servizio o caduti per servire lo Stato NON possono, NON devono essere calpestati da mele marce (aspettando i riscontri delle indagini e del relativo processo a carico degli 8 di cui alla notizia odierna) che forse di onore e di fedeltà non hanno nemmeno le iniziali!
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