l'Antipatico

venerdì 5 febbraio 2010

una crisi senza fine


L'allarme per la situazione economica in Spagna sta raggiungendo livelli veramente preoccupanti. Il mio caro amico e coautore di questo blog, DAVIDE, più volte con i suoi commenti e con i suoi scritti ha fotografato l'attuale situazione in terra iberica che lo vede, purtroppo, vittima e protagonista suo malgrado. L'ultimo grido allarmante giunge anche dalla Caritas spagnola. C’è gente «che non può permettersi nemmeno il minimo per sopravvivere. E si tratta di persone che, fino a poco tempo fa, avevano un reddito normale». È una denuncia forte quella del segretario della Caritas spagnola Sebastian Mora. La crisi economica del Paese iberico si aggrava di mese in mese e proprio ieri la Borsa spagnola ha vissuto un tonfo storico, con un calo di 6 punti (il peggior risultato dal novembre del 2008) che registra i timori della crisi che non accenna a calare. I poveri sono ormai otto milioni, un decimo della quota europea: di questi oltre 1 milione e mezzo versa in condizioni di difficoltà estrema. Una tragedia con cui la Caritas si confronta quotidianamente, grazie soprattutto agli operatori dell’organizzazione che cercano, in qualche modo, di lenire la miseria di tanti spagnoli. Certo è che Il loro compito si sta facendo ogni giorno sempre più gravoso. La diffusione dei dati sulla disoccupazione di qualche giorno fa ha avuto l’effetto di una doccia gelata sui cittadini e sul governo di Zapatero: quattro milioni di spagnoli sono senza lavoro, quasi il 35% in più rispetto allo scorso anno. Erano dieci anni che non si registrava un livello simile. «Povertà ed emarginazione non sono un fatto naturale – ha affermato Mora – ma il risultato di relazioni economiche ingiuste». E ha concluso: «Non abbiamo imparato niente dalle recessioni del passato». Lo dimostra (continua a sottolineare Mora) l’elevata percentuale di emarginati nel Vecchio Continente. Un dato che contraddice i proclami ufficiali: Bruxelles aveva deciso di proclamare questo come «l'anno europeo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale». L’intento però, secondo Mora, si sarebbe rivelato «un fallimento». Almeno finora. Trovare un modello di sviluppo più equo che permetta di ridurre la miseria e di eliminare quella estrema entro il 2010: è questo l’obiettivo che si prefigge della Caritas spagnola. L’organizzazione cattolica si propone anche di creare una «Rete di protezione sociale» per soccorrere le 600mila famiglie in condizioni disperate, nonchè gli immigrati. L’aggravarsi di questa recessione economica sta causando seri problemi al governo socialista guidato da Zapatero. Il premier spagnolo appare sempre più in difficoltà, come mette in luce l’ultimo sondaggio, diffuso ieri dal Centro di Ricerche Sociologiche. Il Partito Popolare risulta in vantaggio di quattro punti percentuali sui socialisti. Non solo. I tre quarti degli spagnoli hanno dichiarato di avere poca o nessuna fiducia nell’attuale premier mentre la quota dei fedelissimi si è ridotta al 26,3%. Anche dalla stampa sono piovute feroci critiche al leader, accusato di «confusione» e «mancanza di rigore politico» nell’affrontare la recessione. Sotto accusa, in particolare, l’ultimo dietrofront del governo sul ricalcolo delle pensioni, dopo la levata di scudi dei sindacati e dell'opposizione. Perfino il quotidiano progressista “El Pais” ha preso le distanze dal governo, accusato di trasmettere «insicurezza» ai cittadini. Insomma, a conti fatti si preannuncia un durissimo 2010 sia per il governo di Zapatero, sia per gli spagnoli. Spero non troppo per il mio amico DAVIDE. Auguri di cuore.

2 Commenti:

  • Caro nomadus...metti il dito nella piaga. Qua la situazione è ormai ben più che preoccupante. Il governo brancola nel buio e continua una pericolosa e sterile (per quanto poi personalmente mi venga bene x tirare avanti ancora un po') politca di protezione sociale... Dibattuto tra il non scontentare lo zoccolo duro di votanti con politiche di tagli necessari quanto impopolari, e l'attuarli cercando di risanare un po' i conti, Zapatero tergiversa e sopratutto non ci sono segnali che, cosa più importante di tutto, si crei lavoro, invce di continuare a distruggere posti. È un disastro, sotto ogni aspetto. L'atmosfera è grave e non si parla d'altro. Nn so che dire ormai. Scelte radicali si impongono per i prossimi mesi.

    Di Blogger Davide, Alle 10 febbraio, 2010 12:20  

  • Posso comprendere il tuo attuale stato d'animo, carissimo DAVIDE, Non è una situazione facile la tua, soprattutto in considerazione della fase congiunturale attraversata dalla Spagna in questo momento. I segnali non sono certo incoraggianti, i numeri men che meno. L'unica speranza cui aggrapparsi rimane la tua forza di volontà nel proseguire la ricerca di un futuro migliore in terra iberica. Sempre meglio che tornare sulle italiche sponde...Un abbraccio e un caro saluto.

    Di Blogger nomadus, Alle 10 febbraio, 2010 13:33  

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