l'Antipatico

giovedì 28 gennaio 2010

la politica, i milioni rubati e la disonestà dell'uomo


L'inchiesta sugli sprechi della Maddalena, curata dai giornalisti di Repubblica Paolo Berizzi e Fabio Tonacci (http://www.repubblica.it/politica/2010/01/28/news/g8-maddalena-2101455/) , ha contribuito a farmi radicare una convinzione che la politica della Seconda Repubblica non fa molta fatica nel confutare: quella della ruberia perenne, a tutti i livelli. Partendo dal presupposto che nessun uomo ha in odio il denaro e che l’unico che se ne liberò per soccorrere i diseredati, lo fecero santo (San Francesco), possiamo affermare senza tema di smentite che si misura l’onestà di un uomo esclusivamente dal suo comportamento con il denaro. Quando è suo, può anche essere uno scialacquatore, un dissipatore, un prodigo, ma quando è degli altri (denaro pubblico per esempio), allora il comportamento deve essere severo, accorto, parsimonioso e, se ne approfitta per proprio uso e consumo, è un disonesto. In parole povere, un ladro. Purtroppo viviamo una stagione di disonestà diffusa, è difficile incontrare uomini che siano insensibili alle lusinghe che il denaro è in grado di fornire a chi lo maneggia. Se ne approfitta e ce ne se appropria con gran disinvoltura, incapaci di resistere al fascino di quelle banconote che possono aggiungere alla nostra ambizione (politica, lavorativa o sociale) anche gli agi della ricchezza e del piacere. È un andazzo comune: si ruba (alcuni integrano, come diceva Totò) a tutti i livelli. Integra (ruba) l’amministratore del condominio che acconcia i conti a proprio uso e consumo; integra la cameriera o la badante o il maggiordomo a cui è affidata la spesa della casa; integra il generale che usa l’automobile blu dello Stato per accompagnare la signora a fare shopping, froda quando usa l’aereo di Stato per rifornirsi di pesce fresco del Tirreno per poterlo ammannire ai convitati del suo banchetto. Integra il medico in ospedale, il primario quando s’intasca l’onorario extra e non versa il dovuto all’Ente ospedaliero da cui dipende; integra (anzi fa peculato) il ministro, l’assessore, il sindaco, il governatore di Regione che finanzia la sua lussuria attingendo il denaro dalla biblioteca (si fa per dire) del suo ufficio. Nessuno che si faccia scrupolo dell’onestà, accucciata in un angolo quasi come un cane bastonato cui è stato tolto il diritto-dovere di abbaiare ai ladri che fanno man bassa. Ed integra perfino il magistrato cui è conferito il compito di giudicare le controversie miliardarie fra miliardari e che non si fa scrupolo se qualche milioncino extra rimpingua il proprio conto in banca. Così la Mafia, la Camorra, la Sacra corona unita, la 'ndrangheta e la delinquenza comune, proliferano e uccidono per impossessarsi del denaro, tanto denaro, sempre più denaro. Il tempio della Finanza, la Borsa, è il ricettacolo di disonestà miliardarie delle quali le vittime sono o lo Stato improvvido o il privato che ambiva ad arricchirsi a spese dei gonzi. E più passa il tempo e più la faccenda diviene di normale amministrazione. E si casca dalle nuvole quando si scopre la malversazione, il peculato, la concussione, la bancarotta dell’imprenditore, dell’amministratore pubblico che si è appropriato del denaro che doveva solo amministrare. C’è anche chi, scoperto con le mani nel sacco, si dimette dall’incarico e raccoglie unanimità di consensi per il gesto nobilissimo che lo riscatta da ogni ingiuria e malevolenza. E si va tronfi del gesto compiuto e ci si aspetta un reincarico con appannaggio più remunerato. Appunto perché di uomini così altruisti c’è carenza, ed i partiti (tutti i partiti) vanno orgogliosi di annoverarne qualcuno fra le file dei loro appartenenti. Ed è così che la gioventù impara come sia proficuo fare politica. E la politica è divenuta un mestiere ben remunerato, con annessi e connessi, come optional da saper scegliere. Naturalmente non c’è dubbio, dietro ogni grande uomo (o ladro che sia) c’è sempre una donna allettatrice. “Chercher la femme!”, è l’imperativo categorico che accompagna ogni ruberia venuta alla luce. C’è sempre una relazione illecita quando un uomo di potere si abbandona alle lusinghe ossessive del denaro. “Il y a une femme dans toutes les affaires”, scriveva Dumas figlio nei suoi romanzi polizieschi. Ma non è una scoperta. E' solo una presa d’atto. Chiedere in proposito all'ex sindaco Flavio Delbono...

2 Commenti:

  • Amici cari, anche io ho letto l'articolo delle infamità sull'espresso, visionando pure il video annesso. Che dire? Poco... lo schifo non ha fine, mangerie e soprusi ai danni dei cittadini sono ormai il nostro pane quotidiano, mentre sempre più gente arranca nell'abisso della disoccupazione e della povertà, si scialaquano allegramente milioni di eruo (ormai questa cifra sembra un'inezia...UN MILIONE DI EURO, solo che se ci sofferma a pensarci due minuti si ha davvero il voltastomaco)per minchiate faraoniche, inutili e dannose, per arricchire i furbetti del quartierino. Nessuno sa niente, o quasi. Onore al gruppo Espresso per continuare a non tacere sulla distruzione morale e economica del nostro PAese. Poi però, quando uno legge che fu Prodi a secretare le asseganzioni degli appalti e i bilanci per eusto tipo di eventi, cadono le braccia e un senso di impotenza si appropria di noi, visto che appare chiaro che questo sistema di merda fa comodo a tutti, rossi e neri. ORa Berluschi, con Protezione Servizi e S.p.A e Difesa Servizi S.p.A., ha messo su un bel mattone e continuato degnamente il favore che gli fece in notro caro Mortadella.
    W l'Italia... ogni tanto mi viene in mente questa bella conzone di De Gregori... come suona storta, brutta, oggi 29 gennaio 2010.

    Di Blogger Davide, Alle 29 gennaio, 2010 15:22  

  • Caro il mio DAVIDE, se c'è una morale che si può trarre dal mio e dal tuo intervento (e ti assicuro che c'è), questa è che la corruzione e la disonestà dell'uomo non hanno colore, nè odore, nè ideologia. Come dici giustamente tu, lo schifo è sia per i rossi che per i neri, per gli azzurri e per gli arcobaleno; non esiste, al giorno d'oggi, un novello San Francesco che si spoglia dei suoi averi per donare tutto ai poveri. Berlusconi, poi, non credo proprio che abbia le stigmate del donatore, del filantropo, del Robin Hood del terzo millennio. Ognuno cerca di rubare più che può; tutti se ne strafregano della povertà altrui, dei bisogni della collettività e se l'occasione fa l'uomo ladro, non ce n'è uno che si tira indietro. Questa è l'amara realtà. Spero che in Spagna la situazione sia leggermente meno tragica da questo punto di vista. Un affettuoso saluto e un abbraccio.

    Di Blogger nomadus, Alle 29 gennaio, 2010 16:37  

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