l'Antipatico

sabato 13 febbraio 2010

il ritorno dei mariuoli


Ho l'impressione che ultimamente c'eravamo un pò distratti sul fronte della corruzione politica. Nella nostra memoria storica non facevano più capolino mariuoli e corruttori. Ma poi ci è venuta in soccorso la giornata di giovedì 11 febbraio, con le notizie degli arresti di Camillo Pennisi (http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=45997) e di Renzo Masoero (http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201002articoli/52153girata.asp), proprio mentre emergevano nuovi particolari sull'inchiesta che ha coinvolto il capo della Protezione civile Guido Bertolaso (di cui ho scritto sull'altro mio blog con http://tpi-back.blogspot.com/2010/02/guido-bertolaso-indagato-non-certo-per.html e con http://tpi-back.blogspot.com/2010/02/fate-schifo-ma-per-davvero.html). E il tutto ci fa fare un bel tuffo nel passato, a quel 17 febbraio 1992 quando scattarono le manette ai polsi del socialista Mario Chiesa, subito liquidato dall'allora leader Bettino Craxi come appunto un mariuolo. Era l'inizio di Tangentopoli e dell'inchiesta Mani Pulite. L'Italia scoprì una classe politica e una Pubblica Amministrazione largamente corrotte, oltre a una classe imprenditoriale corruttrice e concussa. Di tipi come Mario Chiesa ne finirono in manette a centinaia (forse non sempre a ragione...), a Milano come a Roma, a Napoli come a Palermo. Il tutto avveniva 18 anni fa. Oggi sembra di rivivere quei fatti, quegli avvenimenti. Sembra di essere tornati a respirare la stessa aria inquinata di corruzione e di ipocrisia, di mazzette e di scambi di favori (anche sessuali). Eppure soltanto due settimane fa c'era stato l'allarmato discorso del procuratore capo di Milano, Manlio Minale, in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario. Snocciolò cifre inequivocabili: 58 inchieste per corruzione nel 2009, rispetto alle 38 dell'anno precedente. Per non parlare degli altri reati di mala amministrazione. Insomma c'era da allarmarsi, eccome. E se scorriamo le agenzie di stampa solo in questo mese di febbraio troviamo, in appena 12 giorni, ben 18 inchieste nuove di zecca su corruzione e concussione. Da Nord a Sud, da Milano a Vercelli, da Genova a Comacchio, da Firenze ad Ancona, da Pescara a Sassari. E poi ancora Roma, Caserta, Napoli, Bari, Cosenza, Siracusa, Enna. Una sfilza impressionante con decine di arresti e centinaia di indagati: sindaci, assessori e consiglieri comunali, provinciali, regionali. Di ogni colore, da destra e da sinistra. E tanti funzionari pubblici invischiati nella gelatina corruttiva: semplici impiegati, vigili urbani, finanzieri, medici ospedalieri e tutto il campionario della Pubblica Amministrazione. Tutti nascosti all'ombra dei politici o dietro la loro distrazione. Davvero un gran brutto scenario che ci sembra di aver già visto, con i soliti ladri di soldi e di moralità. Diciotto anni fa gli italiani sostennero entusiasticamente il lavoro dei magistrati (chi non ricorda il cosiddetto popolo dei fax...). Poi, probabilmente anche per responsabilità di una parte dei giudici, la luna di miele finì. E con essa l'attenzione e la tensione morale. Qualcuno ne ha approfittato, anzi ancora ne approfitta, come conferma la cronaca di questi ultimi giorni. E allora è inevitabile l'intervento giudiziario (anche se il Pifferaio di Arcore non è contento). L'importante, adesso, è che i magistrati lavorino con tranquillità, senza protagonismi e senza ombre di partigianeria. Ma anche senza il timore di essere messi continuamente sotto accusa. Ma tutto ciò non basta. Tra poco saremo chiamati a votare per le regionali. E allora sarà il momento delle scelte. Dovremo scegliere nomi, storie e comportamenti dei candidati politici. Su tutto: dai valori cardine (vita, famiglia, libertà educativa, solidarietà e lavoro) che difenderanno, fino alla moralità che li dovrà distinguere. Anche per evitare scelte che, in futuro, possano nuovamente far evocare quell'epiteto di 18 anni fa: MARIUOLO! Post Scriptum: consiglio caldamente la lettura di questo splendido articolo del professor MICHELE AINIS (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=7003&ID_sezione=&sezione=) che potrebbe disincentivare la pratica della corruzione.

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