un dovere morale ineludibile
Le giuste e significative parole le ha scritte nel suo editoriale di stamani Ezio Mauro su la Repubblica a proposito di quello che dovrebbe essere il comportamento del Capo del governo all'indomani delle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza nel corso del processo di appello nei confronti di Marcello Dell'Utri: "...Berlusconi deve mostrare la responsabilità che finora non ha avuto. Deve certamente difendersi con ogni mezzo lecito, ma attraverso il rispetto delle regole di uno Stato di diritto, non contro. Perchè solo quelle regole garantiscono lui e i cittadini dell'accertamento della verità, nell'interesse generale". Appunto, quelle regole che una democrazia suggerisce di osservare per l'interesse comune di un Paese non certamente bulgaro; quel rigore morale che ogni cittadino dovrebbe osservare e che a maggior ragione un presidente del Consiglio dovrebbe far suo; quel senso di giustizia e di equidistanza e di responsabilità per la cosa pubblica, nonchè per l'onere e l'onore di rappresentare uno Stato di diritto agli occhi del mondo. Ecco, tutto ciò dovrebbe indurre Silvio Berlusconi a comportarsi come un vero statista, come un vero uomo d'onore (non certamente nell'accezione mafiosa), conscio dei doveri e delle molteplici incombenze che un eletto dal popolo (come è solito magnificare lui) deve assumersi di fronte a Dio e agli uomini per portare a termine il compito a lui affidato. Ma purtroppo, almeno a mio avviso, le ultime risultanze e i ripetuti atteggiamenti del presidente del Consiglio al riguardo non fanno che confermare un'impressione ben lontana dalle legittime aspettative di chi chiede la verità: Silvio Berlusconi non ha la benchè minima voglia di rispondere del suo operato di fronte a un tribunale di questo Paese. Anzi, a sentire il suo consigliori (l'avvocato e parlamentare Niccolò Mavalà Ghedini) intervenuto l'altra sera nel dibattito televisivo di Annozero (http://www.annozero.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-219d051d-d515-4c52-8790-fc2dc81d8a53-annozero.html?p=0) di eventuale processo se ne parlerà se e quando un tribunale (e i relativi giudici) avrà le caratteristiche di totale gradimento da parte del Pifferaio di Arcore. Il caso Mills, trattato magistralmente nella trasmissione di Michele Santoro di giovedì scorso (e con un Marco Travaglio in gran spolvero nel ruolo inconsueto di narratore e filo conduttore dell'ottima ricostruzione dei fatti), è un esempio lampante e purtroppo significativo dell'arroganza e della supponenza viscerale che connotano la figura berlusconiana. Un uomo così potente che manipola la legge a suo esclusivo privilegio, che continua a sfuggire con artifici impauriti al calendario delle udienze, che reiteratamente si sottrae ai suoi naturali doveri di cittadino fregandosene altamente della giustizia e dell'Italia tutta. E ancor di più ieri, giornata nervosa e a rischio d'immagine per le dichiarazioni di Spatuzza (ampiamente ribadite), abbiamo avuto la riprova della vigliaccheria politica e personale del Capo del governo: la data del 4 dicembre era stata fissata per la ripresa del processo Mills, dopo il no della Consulta al Lodo Alfano, ma mister G (l'avvocato Mavalà) si era aggrappato al legittimo impedimento in quanto il suo prezioso cliente, proprio in quel giorno, avrebbe dovuto presenziare all'inaugurazione di una galleria sulla Salerno-Reggio Calabria (evento di risonanza mondiale con diretta della CNN e blocco totale delle attività produttive in tutto il globo...). Il tutto poi, con grande costernazione dell'umanità intera, non è avvenuto. Mister B si è dovuto accontentare di un misero Consiglio dei ministri arricchito però dalla spontanea e veritiera solidarietà dei suoi uomini di fiducia (da Bonaiuti a Scaloja, da Capezzone a Cicchitto), tutti presi a far quadrato intorno all'uomo che oltre ad essere il miglior presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni è anche il miglior cacciatore di latitanti (mafiosi e non) dell'era moderna. Un record di cui andar fieri. In secula seculorum.
2 Commenti:
Buongiorno carissimo.Ho letto l'editoriale di Mauro su la Repubblica di oggi.Lo condivido in pieno.E'di una nitidezza democratica assoluta.Cosi'come condivido parola per parola il tuo post.Chi governa una nazione dovrebbe avere a cuore soltanto l'interesse comune.Anche se di governanti di questo tipo ne esistono poco e niente.Buon fine settimana da Mauro.
Di Anonimo, Alle 05 dicembre, 2009 11:46
Se un governante (o presunto tale) non ha le caratteristiche morali e personali tipiche di chi è delegato dal popolo per lo svolgimento del compito affidatogli, allora caro MAURO è giusto che il popolo stesso (o almeno una buona parte di esso) lo sfiduci e lo induca a rassegnare le dimissioni per far sì che (se effettivamente innocente come dice il suo avvocato e parlamentare) possa rispondere naturalmente di fronte al giudizio sereno e democratico di un tribunale, qualunque esso sia, di questo Paese. Chi non ha nulla da nascondere o da temere DEVE necessariamente comportarsi in questo modo. Un affettuoso saluto e buona manifestazione (se ci andrai) e buon fine settimana a te e alla tua famiglia. Ciao carissimo MAURO.
Di nomadus, Alle 05 dicembre, 2009 12:33
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