l'Antipatico

giovedì 12 novembre 2009

presunto innocente o probabile colpevole?


La domanda sorge spontanea leggendo il voluminoso book (a cura del GIP Raffaele Piccirillo) dedicato all'onorevole sottosegretario di Stato all'Economia e alle Finanze, nonchè coordinatore del Popolo della Libertà per la Campania, Nicola Cosentino. Le 355 pagine, che compongono l'ordinanza cautelare nei confronti del politico accusato di concorso esterno in associazione mafiosa (leggasi Camorra), danno un quadro niente affatto edificante circa la persona oltre che il politico che ha avuto i natali in quel di Casal di Principe, regno incontrastato dei Casalesi (la holding del crimine portata alla ribalta dal libro Gomorra di Roberto Saviano). Per chi ha tempo e voglia qui può sbizzarrirsi nella lettura e nell'approfondimento di fatti e circostanze (http://www.fileden.com/files/2009/9/7/2567672/ordinanza_arresto_nicola_cosentino.pdf). Come si legge nelle carte, dal presunto sodalizio instaurato tra Cosentino e gli uomini del clan dei Casalesi, il sottosegretario "riceveva puntuale sostegno elettorale in occasione delle elezioni a cui partecipava quale candidato, diventando consigliere provinciale di Caserta nel 1990, consigliere regionale della Campania nel 1995, deputato per la lista Forza Italia nel 1996 e, quindi, assumendo gli incarichi politici prima di vice coordinatore e poi di coordinatore del partito di Forza Italia in Campania, anche dopo aver terminato il mandato parlamentare del 2001". Cosentino avrebbe quindi "garantito il permanere dei rapporti tra imprenditoria mafiosa, amministrazioni pubbliche e comunali" consentendo, di conseguenza, "indebite pressioni nei confronti di enti prefettizi e lo stabile reimpiego dei proventi illeciti, sfruttando delle attività di impresa per scopi elettorali, anche mediante l'assunzione di personale e per diverse utilità". Senza addentrarmi oltre nello specifico dell'ordinanza, preso atto che c'è voluto l'intervento di Gianfranco Fini per far desistere Cosentino dalla volontà di candidarsi alle prossime regionali in qualità di Governatore della Campania, accertato che l'indagato ricopre tuttora l'incarico di sottosegretario mi chiedo: che altro ci vuole per far sì che un uomo ritrovi un pò di perduta dignità e si proponga ai suoi elettori facendo l'unico atto moralmente giusto in questo momento, vale a dire rassegnando le proprie dimissioni? A guardare indietro di poche settimane è bastato un trans (nemmeno troppo avvenente) per far dimettere Marrazzo; andando a ritroso di parecchi mesi è stato sufficiente un'inchiesta contro la moglie per far dimettere un Guardasigilli in carica (Mastella), con il rovinoso risultato di far cadere il governo Prodi. Possibile che nessuno vicino a Cosentino avverta la più che legittima necessità di invogliarlo nel perseguire la strada tanto autorevolmente precorsa da suoi simili del mondo politico? E' proprio così difficile rinunciare al privilegio del potere? A quanto pare sì! A questo punto non resta che attendere la decisione della Giunta per le autorizzazioni a procedere che, va ricordato, nella sua storia ha concesso il via libera all'arresto solo in 4 casi (sulle 64 volte che l'Autorità Giudiziaria l'aveva richiesta). Lo credo bene, allora, che la paladina del ripristino del privilegio dei privilegi (santa Margherita Boniver devota di san Bettino) stia facendo di tutto affinchè si ritorni al come eravamo della Prima Repubblica...

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