l'Antipatico

venerdì 27 novembre 2009

l'Italia dalle due facce


C'è un'Italia dai due volti, in questo momento, al centro dell'interesse e della discussione. Quella politico-gossippara che del caso Marrazzo ne è la legittima promanazione, con un cadavere che scotta (il trans Brenda) non certo per il fuoco appiccato, un computer con 80.000 file e un filmato che ne vale tutti, con materiale imbarazzante per persone in vista e soprattutto eccitante per milioni di potenziali voyeurs, educati da decenni a guardare la storia nazionale dal buco della serratura. C'è poi anche l'Italia dei papelli e dei pentiti, un'Italia che sembra la riedizione della Piovra del commissario Cattani, quella dell'eterna e invincibile mafia, degli innumerevoli mandanti occulti, dei soliti e impenetrabili misteri noir che fanno da legittimo corollario ai processi brevi, alle leggi ad personam, alle ricusazioni, ai teoremi complottistici, al legittimo impedimento e via cavillando. E poi c'è sempre lui, il dominus, il Barabba del terzo millennio da salvare a tutti i costi dalla crocifissione voluta da quei forcaioli con la toga rossa. Un povero cristo che si sente inseguito (oramai da una quindicina d'anni) da una muta di cani inferociti aizzati dai soliti comunisti. È una scenografia barocca e grottesca quella in cui si sta ambientando l'ultimo copione della politica italiana, con lo sfondo di un terreno fangoso in cui rovista, si avvolge e si concima il dibattito pubblico del nostro Paese, attraversato da un tiro incrociato di stracci umidi di fango e di veleno, di reciproche accuse di malaffare e di corruzione. E del resto in Italia tutto è schiacciato sulla dimensione immediatamente politica che usa la tragicità come arma emotiva di massa accompagnata dalla retorica strumentale pro o contro. Tanto si sa che poi la differenza sarà fatta da una procura o da uno scandalo, sono quelle le armi con cui si combatte la guerra vera, altro che la imminente e populistica guerra civile paventata (e poi vigliaccamente ritrattata) dal Pifferaio di Arcore. C'è una polemica, una tensione, un dibattito incattivito che si gioca su dichiarazioni dal sapore riconosciuto (quello degli slogan), su accuse reiterate e su messaggi subliminali, su accordi sottobanco e su plateali ritrattazioni. Insomma, a ben guardare, c'è un'Italia a due facce, divisa e incarognita, figlia illegittima dello stupro berlusconiano del 1994 che ancora oggi non riesce a far scontare la giusta pena al suo violentatore. Un Paese che, malgrado tutta l'intelligenza e la bellezza che ha sedimentata nella sua storia, pare incapace d'un colpo d'ali e di un cambiamento repentino e che invece pare attratto, per morbosità e pigrizia, dai demoni minori che ne fanno impropriamente parte.

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