segnali di beatificazione
Saranno le luminarie tipiche del Natale, sarà l'aria buonista (o finta tale) che pervade e ammanta il nostro Paese in questo momento, sarà l'effetto shock del dopo statuina made in Tartaglia, fatto sta che anche il nostro presidente del Consiglio ha sentito il dovere cristiano di scrivere qualche parolina al Santo Padre (http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200912articoli/50651girata.asp) forse per l'inconscia speranza di avere una buona raccomandazione per un posto in Paradiso, seppur non in prima fila. Ma sia come sia, aria natalizia a parte, oggi non servono letterine di sorta per far capire che fatalmente la politica italiana esprime in modo univoco un doppio piano che risponde a una tradizione antica e consolidata, fatta soprattutto di attacchi scellerati e continui (da parte di Feltri con l'ausilio immancabile di Belpietro) nei confronti degli avversari di turno (leggi Fini e Casini, oltre al solito e scontato Di Pietro). Per non parlare degli insulti di Cicchitto e delle conseguenti liste di proscrizioni degli oppositori che non piacciono al Cavaliere. Come se al Pifferaio di Arcore spettasse non solo governare ma anche scegliere chi gli si oppone. Che in fondo rappresenta veramente il senso del regime populistico e autoritario che tenta di sostituire la democrazia parlamentare ancora presente nella costituzione del 1948. Ed è qui lo scontro che si svolgerà nelle prossime settimane tra chi rinuncia al dettato costituzionale e chi vuole mantenerlo ad ogni costo. I primi saranno accettati da Berlusconi e ammessi al cosiddetto dialogo, i secondi saranno scacciati e considerati pazzi o estremisti. Per capire questo dilemma che percorre oggi la politica italiana bisogna rileggere per bene l'articolo che ha scritto venerdì scorso il luogotenente in carica del PDL Denis Verdini su il Giornale: "...adeguare la Costituzione scritta a quella materiale, cambiare il sistema di elezione del Consiglio Superiore della Magistratura e della Corte Costituzionale, riformare la giustizia separando le carriere dei magistrati inquirenti da quelli giudicanti; concentrare nella figura del premier tutti i poteri dell'Esecutivo e sancire che tutti gli altri poteri sono tenuti a collaborare lealmente con lui perchè lui solo è l'eletto dal popolo e quindi investito della sovranità che dal popolo emana...". A parte che questa dichiarazione di Verdini sembra più una rivisitazione moderna del Pater Noster con tanto di genuflessione incorporata, mi sembra chiaro che quanto asserito dal fido pitbull berlusconiano sia un progetto lucido, chiaro e radicalmente contrario alla lettera e allo spirito della Costituzione repubblicana giacchè la Carta fondamentale afferma, senza possibilità di equivoci, che la sovranità emana dal popolo ma si esercita da parte degli eletti "nelle forme e nei limiti espressi dalla Costituzione e dalle leggi". Forme e limiti volutamente calpestati e derisi dal fido Denis. E' evidente che se si elimina questa indicazione, si esce dalla democrazia rappresentativa e si va al populismo nella versione adottata da Berlusconi in Italia. Chi nell'opposizione non si rende conto di questa realtà commette un grave errore di cui tutti saremmo chiamati a pagare il prezzo. Ma pochi sembrano rendersene conto e il piano va avanti, anche se manca ancora oggi quella maggioranza dei due terzi di voti in Parlamento che sono in grado di far la legge costituzionale ed evitare il successivo referendum popolare.
Ed è questa l'unica vera speranza che resta a chi non accetta il populismo autoritario e continua ad aver fiducia negli italiani almeno quando dovranno affrontare il referendum sul progetto costituzionale Verdini-Berlusconi. Staremo a vedere ma l'atmosfera è sempre più cupa. Si va dal furto della scritta nazista all'ingresso del campo di Auschwitz che hanno fatto risorgenti gruppi delinquenziali all'annuncio della beatificazione di Pio XII da parte dell'attuale pontefice Benedetto XVI, passando per le letterine del premier e i suoi inviti a regalare tessere del PdL per le feste di Natale. Attendiamoci anche una richiesta preventiva (ad opera magari di Bonaiuti) di beatificazione per l'amato Silvio, rappresentato con le stigmate post statuina coperte da cerotti. Un modo come un altro per far sentire all'umanità tutta l'anelito di bontà e di sentore miracolistico che il Pifferaio di Arcore emana perfino da sotto le ascelle, accompagnato da un gesto con la mano destra a disegnare nell'aria una piccola croce. Andiamo in pace. Amen.
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