eppur qualcosa si muove...
L'illusione di qualche piccolo movimento (di idee, di confronto, di speranza per il futuro) ci dà la percezione che anche in periodo di crisi qualcosa può accadere. Qualcosa di interessante, magari.
Provate a mettere insieme le competenze: donne, uomini, ragazzi, rappresentanze vere di studenti, ricercatori, economisti, studiosi delle nuove forme energetiche, giornalisti, mamme e sindacalisti. Tutte anime diverse, è vero, che però hanno una cosa in comune: sono di sinistra. Provate a farli parlare al posto dei dirigenti politici, vi stupiranno. La prima assemblea di "Per la Sinistra" non sappiamo se darà vita ad un nuovo partito, ma sicuramente ha dato vita a un nuovo modo di fare politica.
Sono 30 anni che questo Paese, e chi vi scrive, assiste ad ogni tipo di congressi e assemblee di partito: stupirsi a una di esse non è certo cosa comune. All’assemblea "Per la Sinistra", al Teatro Ambra Jovinelli di Roma, ci si iscrive per parlare, e pian piano a sorte si parla tutti. Tranne i dirigenti politici, che restano seduti in sala nelle nuove vesti di registi convinti della bontà della "jam session politica". Stavolta Nichi Vendola, Gennaro Migliore, Claudio Fava, Patrizia Sentinelli ed Elettra Deiana ascoltano in silenzio. Da Gabriele Polo a Giuliana Sgrena, dai ricercatori sull’energia eolica ai rappresentanti dell’Onda, dai ricercatori universitari ai sindacalisti, dagli economisti agli studenti, ai giornalisti licenziati de La7, tutti spiegano cosa vuol dire per loro, nel 2008, essere di sinistra, dando ricette economiche, sociali, politiche, attinenti all’ambito di studio e di vita dal quale provengono. Stupisce di loro la passione per la politica, per i loro studi, per l’Italia, e l’enorme sapere e voglia che mettono in questo processo politico nuovo.
La differenza? E' la competenza. E una politica nuova fatta da gente vera, e non da dirigenti che non la "vivono" più da un pezzo. Cinquanta interventi introdotti da Moni Ovadia. "Oggi qui sono solo al servizio di questo progetto, noi stavolta non possiamo fallire e corriamo un grande rischio, essere superati dalla realtà. Marx guardò in avanti di 50 anni e la globalizzazione fu anticipata nelle sue pagine, dobbiamo oggi tornare ad anticipare i fenomeni". Ovadia li presenta tutti con un grande rispetto ed emozione, e racconta un processo politico (e forse anche sociologico) che avrà altre due tappe: una a gennaio e una a febbraio. Regole e carta di intenti nel primo mese dell’anno e, nel secondo, una consultazione con un’assemblea conclusiva e l’inizio della costituzione del partito. Prima le idee, poi un partito. Davvero in Italia non era mai accaduto, nè tanto meno si era mai visto, un evento come quello della politica che si riconnette con i soggetti sociali nuovi e con le nuove generazioni, lasciandosi contaminare da essi, compiendo così un vero e proprio passo in avanti. Un progetto di sviluppo per il Paese, se di sinistra, viene dalla gente comune, che possiede conoscenza ed esperienza. Le primarie delle idee vogliono cambiare la politica (o almeno tentare di farlo). E stavolta a sinistra. E senza avere paura.
Provate a mettere insieme le competenze: donne, uomini, ragazzi, rappresentanze vere di studenti, ricercatori, economisti, studiosi delle nuove forme energetiche, giornalisti, mamme e sindacalisti. Tutte anime diverse, è vero, che però hanno una cosa in comune: sono di sinistra. Provate a farli parlare al posto dei dirigenti politici, vi stupiranno. La prima assemblea di "Per la Sinistra" non sappiamo se darà vita ad un nuovo partito, ma sicuramente ha dato vita a un nuovo modo di fare politica.
Sono 30 anni che questo Paese, e chi vi scrive, assiste ad ogni tipo di congressi e assemblee di partito: stupirsi a una di esse non è certo cosa comune. All’assemblea "Per la Sinistra", al Teatro Ambra Jovinelli di Roma, ci si iscrive per parlare, e pian piano a sorte si parla tutti. Tranne i dirigenti politici, che restano seduti in sala nelle nuove vesti di registi convinti della bontà della "jam session politica". Stavolta Nichi Vendola, Gennaro Migliore, Claudio Fava, Patrizia Sentinelli ed Elettra Deiana ascoltano in silenzio. Da Gabriele Polo a Giuliana Sgrena, dai ricercatori sull’energia eolica ai rappresentanti dell’Onda, dai ricercatori universitari ai sindacalisti, dagli economisti agli studenti, ai giornalisti licenziati de La7, tutti spiegano cosa vuol dire per loro, nel 2008, essere di sinistra, dando ricette economiche, sociali, politiche, attinenti all’ambito di studio e di vita dal quale provengono. Stupisce di loro la passione per la politica, per i loro studi, per l’Italia, e l’enorme sapere e voglia che mettono in questo processo politico nuovo.
La differenza? E' la competenza. E una politica nuova fatta da gente vera, e non da dirigenti che non la "vivono" più da un pezzo. Cinquanta interventi introdotti da Moni Ovadia. "Oggi qui sono solo al servizio di questo progetto, noi stavolta non possiamo fallire e corriamo un grande rischio, essere superati dalla realtà. Marx guardò in avanti di 50 anni e la globalizzazione fu anticipata nelle sue pagine, dobbiamo oggi tornare ad anticipare i fenomeni". Ovadia li presenta tutti con un grande rispetto ed emozione, e racconta un processo politico (e forse anche sociologico) che avrà altre due tappe: una a gennaio e una a febbraio. Regole e carta di intenti nel primo mese dell’anno e, nel secondo, una consultazione con un’assemblea conclusiva e l’inizio della costituzione del partito. Prima le idee, poi un partito. Davvero in Italia non era mai accaduto, nè tanto meno si era mai visto, un evento come quello della politica che si riconnette con i soggetti sociali nuovi e con le nuove generazioni, lasciandosi contaminare da essi, compiendo così un vero e proprio passo in avanti. Un progetto di sviluppo per il Paese, se di sinistra, viene dalla gente comune, che possiede conoscenza ed esperienza. Le primarie delle idee vogliono cambiare la politica (o almeno tentare di farlo). E stavolta a sinistra. E senza avere paura.
3 Commenti:
"le primarie delle idee vogliono cambiare la politica (o almeno tentare di farlo). E stavolta a sinistra. E senza paura"
Una frase bellissima che mi canta nella mente e mi balla nel cuore. Ma tu c'eri?
Ciao Ross
Di rossaura, Alle 14 dicembre, 2008 19:32
Mi sarebbe piaciuto molto, ma è come se ci fossi stato: mi sono fatto raccontare tutto per filo e per segno da una mia amica moooolto più politicizzata di te...eheheheh...Un abbraccio, dolce Ross!
Di nomadus, Alle 14 dicembre, 2008 22:36
Essere più politicizzate di me ci vuole poco :-) basta fare politica. Io ne parlo e non posso farla (a parte i tesseramenti ;-) ma non sono significativiquelli.
Di rossaura, Alle 15 dicembre, 2008 14:58
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