l'Antipatico

mercoledì 15 dicembre 2010

Un paese carbonizzato


Dopo lungo tempo, riprendo un poco la parola su questa piattaforma, offertami gentilmente ormai parecchio tempo fa dal caro amico Nomadus, a cui oltretutto faccio pubblicamente gli auguri e i complimenti per i cinque anni di questo blog recentemente compiuti.
Non vorrei con questo post fare la cassandra dal mio pulpito iberico, ma gli ultimi avvenimenti dello stivale mi hanno veramente abbattuto. Non particolarmente per la fiducia vinta da B, cosa che purtroppo, dato che viste le operazioni di compravendita inqualificabile portate avanti negli ultimi giorni con grande caparbietà da quel venditore di primo livello, mi si è fatta sempre più chiara l'immagine per cui la partita con la storia di Silvio Berlusconi non si sarebbe chiusa con questo fatidico 14 dicembre, come tanti speravamo. Un paio di chiavi di lettura personali, su questo fatto certamente deludente, sono che Fini ha sbagliato in pieno, giocando malissimo le sue carte. Per me, è chiaro che avrebbe dovuto colpire con l'arma della mozione, insieme al sonnolento PD, ai tempi della serrata dei ministri e del caso Ruby. Una mozione presentata a quel tempo lo avrebbe probabilmente steso senza riserve. Ma dargli un mese di tempo... beh, questi sono gli ovvi risultati. Gli assurdi appelli di Napolitano a un fair play per dare il tempo di votare la finanziaria (ma quando è successo?), o per eleggere dei ministri (?), sono un altro aspetto veramente delirante delle dinamiche di un paese di cui non comprendo più assolutamente nulla. Ad ogni modo, Fini ha anche cercato di puntare sulla coesione di un gruppo di deputati, i suoi, che insieme all'accozaglia delle opposizioni, mantenessero polso fermo per affondare questo governo alla canna del gas. Orbene, i vari Scillipoti, Calearo, Squiquilini e Polidori non sono altro che la versione riveduta e corretta dei Turigliatto, dei Mastella e dei sempiterni infami prezzolati che fanno si che il nostro paese sia una vergogna agli occhi di chi crede di vivere ancora in una democrazia. Questa gentaglia sarà -purtroppo- sempre presente, coi loro comitati di responsabilità nazionale e i pugnali affilati da affondare nella schiena del Di Pietro o del Bersani di turno, dopo essere stati incantati dalle sirene monetarie del Berlusconi di turno. Onestamente, non mi ha stupito questo ennesimo teatrino dello squallore estremo e dell'assurdo fatto realtà. Mi dispiace veramente mettermi in un ottica diametralmente opposta a quella dell'amico Nomadus, che vedeva nella manifestazione del PD una rinnovata luce di speranza per un paese allo stremo di tutto, ormai impantanato in un declino morale senza uscita. Quello che è successo ieri a Montecitorio è il triste specchio della nostra realtà. Un B asserragliato e ormai privato del buon senso che avrebbe detto a qualunque leader nelle sue condizioni di mollare, ha invece perseguito coi suoi soliti mezzi di corruzione e sprezzo delle regole una vittoria (anche se pirrica) contro l'odiato Fini. E la ha avuta. E certamente lo schiaffo di immagine per Fini è stato duro, il suo progetto futurista ne è uscito fortemente debilitato, specialmente alla luce delle vomitevoli defezioni dei suoi. Ma quello che mi ha veramente intristito, rabbuiato e preoccupato, è ciò che parallelamente allo squallido teatrino perpetrato dai soliti buffoni nel parlamento è accaduto nelle vie, nelle piazze della capitale e del paese in genere. La degenerazione della protesta per la riforma dell'università ha assunto quel tono e quelle sfumature inquietanti, che sono campanelli d'allarme molto molto brutti. Il fatto che tanta gente sia veramente allo stremo della sopportazione, economica e morale e che gli studenti protestino giustamente verso una riforma che non condividono, non sfocia in Italia, come per esempio in Francia, in una reale protesta massiva, coesa e socialmente stratificata contro il governo. No, da noi una protesta avviata nelle giuste forme dagli studenti degenera inequivocabilmente in scontri di grave violenza. Ma tra la polizia e un certo numero di personaggi non chiari, dove le dinamiche del G8 di Genova si ripropongono ancora con tutta la loro carica di inquietante ambiguità. Dove non si capisce bene chi cazzo siano e da dove siano spuntati fuori (un po' come Bin Laden, il pupazzo a molla del pentagono) i famigerati black bloc, ma si capisce molto bene da che parte stia l'interesse ad avere una città come Roma messa a ferro e fuoco in un giorno come questo. Tutto questo coacervo di schifezza, unito alle dichiarazioni post fiducia, a improbabili aperture di maggioranza, alla caccia al deputato, dichiarate da un pazzo furioso ultra settantenne circondato da lacchè senza dignità, alle sfiancate dichiarazioni di un'opposizione che dovrebbe garantire un'alternativa a B quando non riesce a garantire neppure un voto unanime di sfiducia ai suoi membri, mi fa davvero precipitare in una condizione dove l'estraniamento verso la condizione italiana è la diretta conseguenza di una estrema preoccupazione, verso un paese che non capisco più, e verso la cui rinascita morale, economica e politica non nutro più, purtroppo, nessuna speranza.

4 Commenti:

  • Carissimo DAVIDE, faccio il mea culpa. E' vero, il post da me scritto sulla piazza San Giovanni piena di giovani e di speranze di cambiamento è stato il mero frutto della mia immaginazione, della mia pia illusione nel voler pervicacemente ancora credere nella possibilità che qualcuno di sinistra riesca a modificare la spina dorsale politica e sociale del nostro bistrattato Paese, così volgarmente e indecentemente violentato (fine nella sua anima) da quella schifezza di essere immondo che risponde al nome di Silvio Berlusconi. Il tuo splendido e corrosivo post mi induce a pensare che altri tuoi scritti intelligenti e partecipativi non li vedremo per un bel pò. O almeno finchè le cose non cambieranno qui in Italia. Ma credo che cambierà poco o nulla nel prossimo futuro. Siamo e resteremo un Paese di precari, di delusi, di arrabbiati, di assuefatti. Di pecoroni insomma. Un enorme e informe gregge senza capo nè coda, senza identità e senza dignità, senza voglia e semza speranza. Non ci resta che piangere. Ma anche questo non ci salverà dal baratro della inevitabile involuzione da Repubblica presidenziale a Repubblica delle Banane. Il peggio è che non ci son rimaste nemmeno le bucce. Un fraterno saluto e un abbraccio. E ancora grazie per trovare la voglia di scrivere su questo blog. E grazie di cuore per i tuoi auguri per i 5 anni dell'Antipatico (e di TPI-BACK). A presto DAVIDE. E se non ci leggiamo AUGURONI a te e famiglia per le Festività di Natale e di Fine Anno!!

    Di Blogger nomadus, Alle 15 dicembre, 2010 22:53  

  • Caro amico, forse sono stato troppo duro e pessimista nel mio post, ma come si fa a essere ottimisti e vedere qualche spiraglio di cambiamento dopo quello che ci tocca vedere, ancora una volta, nelle sedi della nostra "democrazia"? La speranza dovrebbe essere l'ultima a morire, e bisognerebbe davvero sempre avere una luce all'orizzonte, ma dove? Dov'è, maledizione? Ormai è chiaro che B si giocherà il tutto e per tutto per restare in sella, per non essere estromesso dalla poltrona di capo e quindi passare in giudicato. tutto ciò nel disinteresse più completo per un paese stremato, pericolosamente sull'orlo del baratro della speculazione contro l'euro, bisognoso come non mai di riforme coraggiose e strutturali. E il peggio è che la sua opera di sciacallaggio continua a creare mostri, una pletora di vecchi imbecilli che gioiscono a ogni sua mossa, e un esercito di giovani lobotomizzati che vedono in lui sempre più un modello di sbruffone puttaniere da imitare. È davvero difficile vedere qualcosa di buono in questo quadro. Chi dovrebbe scalzarlo politicamente, si rivela ogni giorno di più debole, incapace e troppo ingenuo per colpire tenacemente dove fargli male, e scomporre così una volta per tutte questo impero del grottesco che ha creato. LA vittoria che Bersani chiama di Pirro, analizzata a freddo dopo la cocente delusione di due giorni fa, non è poi così pirrica. È lui il vincitore, e checchè ne dicano i soliti oppositori, intanto è lì, ed è determinato come non mai a rimanerci. Le sue armi sono conosciute: corruzione (ormai alla luce del sole), propaganda e imbroglio..... Ma sembra che questi sprovveduti non siano ancora riusciti a metebolizzare, dopo SOLO quindici anni di nano, come combatterlo efficacemente! Anzi, si continuano a far buggerare nel modo più ridicolo. Sará anche difficile avere il controllo su tutti i deputati, contare sulla loro onestà e parola, ma allora se è così davvero non c'è speranza, perchè se ognuno ha un prezzo, si ha già perso in partenza. Insomma, davvero non so cosa dire e cosa pensare ormai. Spero comunque di continuare a scrivere, insieme a te, e che il nostro granello di sabbia sia in qualche modo utile alla battaglia, e che un giorno non lontano possiamo finalmente stappare quella maledetta bottiglia di Cliquot! Per il momento, ti auguro anche io felici feste e di passare dei bei momenti coi tuoi cari, al di là dello schifo immondo che ci riserva la nostra menomata patria. A presto, un grande abbraccio, Davide

    Di Blogger Davide, Alle 16 dicembre, 2010 21:19  

  • Carissimi ho letto i vostri post.E'difficile essere in disaccordo.Anche io non vedo un'alternativa efficace al berlusconismo.La sinistra è debole e divisa.Mauro

    Di Anonymous Anonimo, Alle 18 dicembre, 2010 12:37  

  • Caro MAURO, se il problema fosse rappresentato solo dalla debolezza e dalla divisione della sinistra saremmo a cavallo. Qui mancano le basi per una vera democrazia. Il nostro Paese è talmente ridotto male da suscitare la voglia di abbandonarlo e andare a vivere in Groenlandia. Per essere almeno sicuri di non trovarci di fronte un Berlusconi anche lì. Un affettuoso saluto.

    Di Blogger nomadus, Alle 18 dicembre, 2010 15:08  

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