la bassezza della politica
Tranquilli miei cari (pochi) lettori: non ho nessuna intenzione di prodigarmi nell'ennesimo pistolotto sull'attuale deprimente situazione italiana causata dall'imbarbarimento della politica italiana e dei suoi degni rappresentanti (Berlusconi e Bossi in primis). No, il titolo del post di inizio settimana è riferito alla statura, quella prettamente fisica, dei politici di casa nostra e non. Infatti alla statura morale (quando c'è...) dei poco onorevoli frequentatori (più o meno abusivi) del Transatlantico di Montecitorio si accompagna una singolare e parallela coincidenza: la ridotta statura fisica. Credo sia abbastanza curioso (ma oltremodo interessante) effettuare una panoramica fra tutti gli uomini politici, gli statisti e i rivoluzionari del presente e del passato e notare come la caratteristica dell'essere alquanto bassi rappresenti davvero una costante e quanto tutto ciò abbia influito nel carattere e nelle scelte di questi personaggi. In pratica la domanda sorge spontanea: quanto soffrono e quanto sono condizionati i politici dal basso profilo rappresentato dal totale, invero scarso, dei loro centimetri forniti da madre natura? Immagino la loro pena dovuta al continuo far uso di tacchi e altri stratagemmi (tipo l'obbligo per le loro mogli o fidanzate nel calzare scarpe basse) o nell'adoperare pedane seminascoste per i loro comizi. Questi signori soffrono (e hanno sofferto) la loro scarsa altezza e le relative e numerose prese in giro: è scontato che appena arrivano a conquistare le leve del potere si godano la loro rivalsa. Mi vien da dire che la bassezza è condizionante, eccome, per le loro scelte di natura politica e per il loro modus operandi, a tal punto da compensare quasi il difetto (come chi, poco dotato sessualmente, bilancia inconsapevolmente ostentando un'automobile molto lunga) che arreca inevitabilmente una sorta di frustrazione e di rabbia che conduce quasi sempre a comportamenti ostili o comunque sulla difensiva, sempre pronti a colpire non appena la loro coda di paglia viene calpestata. Il primo esempio che mi viene in mente (ma guarda un pò quando si dice la coincidenza) è quello di Silvio Berlusconi al quale, se non ricordo male, non piacciono i paragoni con un altro piccoletto del passato, il cavalier Benito Mussolini: se non altro per il fatto che il duce di Predappio risulta essere di un centimetro più alto del ducetto di Arcore (166 cm a 165) e a sua volta era molto più alto (se così si può dire) di re pippetto Vittorio Emanuele III (157 cm) che si mormora fosse frutto di endogamia, ovvero di matrimonio tra parenti stretti. Tornando al nostro attuale presidente del Consiglio mi pare opportuno accostarlo al suo carissimo amico e collega di misurazione, il presidente francese Nicolas Sarkozy che, tacchi esclusi, arriva all'impensabile valico di un metro e sessantanove centimetri (una sorta di watusso) se messo in relazione a uno dei ministri del governo Berlusconi: Renato Brunetta, il politico italiano più basso di tutti i tempi grazie ai suoi dichiarati 143 centimetri. Bisogna dire, invero, che ai piccoletti della Storia non è mai difettato talento, audacia, personalità e carisma. Basti pensare, tanto per fare qualche nome, a Luigi XIV (168 cm), Napoleone Bonaparte (155 cm), Gandhi (160 cm) e l'ammiraglio Orazio Nelson (166 cm). Tanto per restare agli amici di oggi del piccoletto di Arcore, è d'uopo segnalare la statura dei due "massimi" esponenti russi: Dmitrij Medvedev (presidente della Federazione ex URSS) e Vladimir Putin (primo ministro della Federazione), rispettivamente collocati a 162 e 170 centimetri. In conclusione, confidando nella clemenza dei miei (sempre pochi) lettori per aver divagato con una certa leggerezza (ma spero senza bassezza) su argomenti non proprio alto di gamma, mi verrebbe da dire che la coincidenza della bassezza diffusa si lega a facili e scontate battute, tipo quella classica di avere politici di scarsa statura (in tutti i sensi) operanti su di un palcoscenico affollato da nani e ballerine. Ma al di là delle facili ironie bisogna valutare quanto e come le scelte di questi piccoletti della politica siano dovute soltanto al loro acume e alla loro ideologia oppure (e credo sia questo il caso del nostro rappresentante italico di Palazzo Chigi) quanto siano falsate, psicologicamente parlando, dal complesso di essere delle mezze seghe. Una sorta di variabile della politica non certo marginale, come si sarebbe (erroneamente) indotti a pensare.
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2 Commenti:
Ah questa è bella! Hai esposto una teoria che mi appartiene, ma che non avevo mai con così tnta lucidità esposto. I piccoli (naneggianti) hanno nei confronti del mondo un senso di rivalsa che tende a renderli volitivi e spadroneggianti in modo eccessivo. Andando un po' più indietro, pure Napoleone in questo senso non se la passava tanto bene. Il problema non è di tutti i piccoletti, ma di molti questo sì.
Tanto per parlare di quello che conosco meglio per conoscenza diretta, è piccolo, cattivo e vendicativo e non c'è niente di meglio che un numero consistente di dipendenti pubblici da sodomizzare per far crescere il suo io.
Sicuramente a piccola statura corrisponde anche una dimensione morale brevilinea, ma questo dovrebbe essere indipendente credo dalla statura, pur se a cercar il pelo sull'uovo mi pare che a conti fatti i piccoli nanetti non amano solo ornare i giardini di certe villette e vogliono il potere a qualsiasi costo.
Un caro saluto
Ross
Di rossaura, Alle 28 settembre, 2010 13:19
Cara la mia ROSS, sapessi quanti nanetti ho incontrato nel mio percorso professionale vendicativi e pieni di astio a prescindere. Il fatto è che non sempre si riescono ad attuare legittime contromisure per fronteggiare il piccoletto della situazione (in special modo se è il nanetto riveste il ruolo di amministratore delegato o direttore del personale) e il più delle volte si è costretti (nostro malgrado) a far buon viso a cattivo gioco. E a trattenere per sè il legittimo VAFFA da destinare al piccoletto in questione. Un abbraccio e un caloroso saluto tutto per ROSSAURA.
Di nomadus, Alle 28 settembre, 2010 20:50
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