aspettando settembre...
Per chi conserva un minimo di memoria storica e politica non credo sarà difficile accostare questa estate piena di fango berlusconiano e feltriniano con la vigilia di fine anno del 2005. In quel periodo la coalizione di centrosinistra sembrava godere di un vantaggio netto (circa 10 punti percentuali) rispetto al centrodestra, in previsione delle annunciate elezioni politiche della primavera del 2006. Ma un famoso titolo a nove colonne de il Giornale dei Berlusconi brothers (diretto all'epoca dal super lecchino Maurizio Belpietro) diede inizio alla campagna melmosa e maleodorante contro l'allora segretario dei DS Piero Fassino (http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search¤tArticle=9I2W4) colpevole di aver proferito al telefono (con Giovanni Consorte, l'allora presidente di Unipol) la oramai storica frase: "Allora abbiamo una banca?!" che rappresenta un must da far ricicciare ogni qualvolta il barometro politico segna tempesta per le falangi berlusconiane. E alla bisogna ci pensano sempre i pluridecorati Feltri e Belpietro. Dopo la pubblicazione di quella prima pagina del giornalino di via Negri i vertici dei DS subirono un fuoco incrociato (sia "amico" che nemico) di roventi polemiche con la inevitabile conseguenza che i sondaggi di metà gennaio 2006 registrarono il partito guidato da Fassino sotto la soglia del 20% e la costituenda Unione (pur essendo ancora in testa) si era avvicinata a cifre il cui margine di errore poteva anche contemplare un eventuale pareggio con lo schieramento berlusconiano oltre ad una risicatissima vittoria (come poi puntualmente avvenne). E tutto ciò grazie ad una frase intercettata e prontamente consegnata, sotto forma di CD, la vigilia di Natale all'interno della mega residenza di Arcore nelle mani dei fratelli Berlusconi. Una frase opportunamente e maliziosamente mondata e fatta rimbalzare nel circuito dei media italiani. Una frase scevra di elementi di reato ma che lasciava supporre che fra i vertici del principale partito della sinistra e i vertici della compagnia assicurativa del movimento cooperativo vi fosse una commistione di interessi (mentre oggi i berluscones nemmeno si scandalizzano per le porcate finanziarie di Verdini all'interno del Credito Cooperativo Fiorentino, lasciandolo tranquillamente al suo posto di coordinatore nazionale del PdL...CHE SCHIFO!!). Quell'episodio della telefonata di Fassino bastò per incrinare la credibilità del segretario dei DS presso una vasta area dell'opinione pubblica e per rimettere in discussione una vittoria elettorale che molti davano per scontata. Tutto questo avveniva meno di cinque anni orsono, ma in termini politici sembrano ere geologiche fa. Nel frattempo in questi anni abbiamo visto di tutto, ma soprattutto abbiamo visto l'uso quasi scientifico e oltremodo mirato di dossier, di intercettazioni, di rivelazioni di particolari pruriginosi sulla vita passata e presente di uomini politici e delle istituzioni: una sorta di nuova arma letale volta a rompere o a mantenere determinati equilibri politici, agendo direttamente sull'opinione pubblica. Possiamo dire quindi che la dimensione privata irrompe nella politica e che la guerra dei dossieraggi-killer si fa casa per casa, piazza per piazza. Oggi è il turno di Gianfranco Fini e secondo me toccherà aspettare la metà di settembre (alla riapertura dell'attività politica) per capire quanti e quali segni la vicenda della casa di Montecarlo lascerà sulla sua popolarità e sugli equilibri complessivi del centrodestra. Prima del ciclone melmoso di nome Feltri il presidente della Camera dei Deputati godeva di una sedimentazione minoritaria ma piuttosto robusta all'interno del PdL: non meno di un quarto dei consensi (e forse più) di quel partito. Ma soprattutto godeva di uno spettro personale di credibilità all'interno del Paese molto elevato, di natura trasversale e ben superiore a quella del presidente del Consiglio. Ma al di là della cacciata dal PdL, della richiesta di dimissioni e delle varie letture giornalistiche su ipotetici terzi poli con Casini e/o con altri, è fuor di dubbio che Fini era in una posizione di forza assoluta e apparentemente non attaccabile. Invece adesso (nonostante la storia della cucina) non è più così. Bisognerà quindi aspettare l'autunno per conoscere le sue azioni ma soprattutto per sapere le reazioni dell'opinione pubblica italiana. Finirà come andò a finire per Fassino o prevarrà un giudizio più pacatamente politico? Chissà. Fatto sta che, pensandoci un pò, mi viene da rimpiangere quei tempi andati (quelli della vecchia DC) quando naturalmente i dossier e le intercettazioni esistevano eccome, ma venivano usati con rigorosa parsimonia e quasi sempre tra le quattro mura della casa scudocrociata. Invece ora i panni sporchi si lavano davanti a tutti e nel gran casino che ne deriva spesso si confondono quelli veramente sporchi (e su questo Berlusconi ha da insegnare per secoli) con quelli che hanno appena una macchiolina. Anche se di merda sempre si tratta...
4 Commenti:
La sinistra dovrebbe imparare che chi di spada ferisce di spada perisce... o no?
Di Anonimo, Alle 16 agosto, 2010 19:25
Personalmente, se l'anonimo commentatore è d'accordo, farei una bella distinzione tra LE SPADE. A prescindare da come si usano e in virtù di quali motivazioni vengono sguainate, credo ci sia modo e modo nell'infilzare l'avversario...Cordialissimi saluti.
Di nomadus, Alle 16 agosto, 2010 19:58
Ciao carissimo.Vedo che anche sotto Ferragosto la lucidità non ti manca.Complimenti.Non capisco il post dell'anonimo commentatore.Le armate berlusconiane sono specializzate nello sputare fango con dossier costruiti ad arte.Un caro saluto da MAURO.
Di Anonimo, Alle 18 agosto, 2010 16:53
L'anonimo commentatore deve essere un parente alla lontana di Feltri o magari un cugino di terzo grado di Belpietro, ma a noi carissimo MAURO non ce ne può fregare di meno. Grazie comunque per il tuo intervento e per i tuoi sempre graditi complimenti. Un affettuoso abbraccio.
Di nomadus, Alle 18 agosto, 2010 19:27
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