l'Antipatico

domenica 16 maggio 2010

uno schifo senza fine


Sono entrato nell'ordine di idee che entro poco tempo si aprirà una potente campagna mediatica (orchestrata naturalmente dal Pifferaio di Arcore) che, oltre a far scomparire le responsabilità della crisi economica in cui versa il nostro Paese e a derubricare le malefatte della Cricca di Anemone, Balducci e compagni in innocenti giochetti stile Monopoli, tenterà di ridurre drasticamente la spesa pubblica assestando un altro colpo alle condizioni di vita dei più deboli, quelli che pagano sempre per gli altri: i lavoratori e i pensionati. Il cosiddetto Partito dell'Amore (e del malaffare), cioè il partito di coloro che nonostante il tragico fallimento del neoliberismo continuano a proporre le stesse ricette a base di ruberie varie e favoritismi per gli amici degli amici, dovrebbe essere sciolto e messo in condizione di non nuocere. Questa è la mia idea e non credo di essere oltremodo drastico. Credo che dovremmo iniziare a fare proposte efficaci e immediatamente comprensibili per la stragrande maggioranza dei cittadini. E non ritengo necessario passare attraverso le forche caudine della politica, sia pure della cosiddetta opposizione. La vicenda dello scandalo della Cricca dei grandi Eventi ha contribuito all'opera di scollamento tra la società civile e le istituzioni, in particolar modo quelle che dimorano a Palazzo Chigi. Ma facciamo un pò il punto della situazione. Diego Anemone, un modesto e giovane uomo d'affari, aveva nel granaio così imponenti provviste economiche da potersi permettere di pagare cash quasi un milione di euro per aiutare ad acquistare la casa ad un ex ministro. Stando alle anticipazioni giudiziarie, c'è una fila interminabile di uomini politici o alti dirigenti statali che non disdegnavano concreti favori da Anemone: ristrutturazioni di case, manutenzioni, fornitura di mobili. Tutti soldi anticipati dall'imprenditore ma che rientravano nel suo portafogli con giganteschi interessi attraverso l'affidamento di opere pubbliche. Ricchezze che venivano alimentate da una spesa pubblica senza controllo. Dicono le indagini in corso che il solo Angelo Balducci pretendeva il 10% dell'importo dei lavori. Mettiamoci gli altri soggetti tecnici, dai direttori dei lavori ai collaudatori amministrativi e tecnici e arriviamo a somme da capogiro. La Corte dei Conti ha stimato in oltre 60 miliardi di euro l'ammontare dei soldi che vengono sottratti alle casse dello Stato attraverso il sistema della corruzione. Ad ogni cittadino italiano vengono sottratti mille euro all'anno, un'impressionante tassa aggiuntiva occulta. Ma bisogna anche dire che a mettere le mani nelle tasche degli italiani non è soltanto la Cricca. C'è infatti il sistema delle grandi opere, a cominciare dal Ponte sullo Stretto che ha già fatto guadagnare ricche prebende ai soliti noti. C'è il buco nero dell'Anas. C'è l'alta velocità ferroviaria, costata alle casse dello Stato 51 miliardi di euro che sono andati ad ingrossare i bilanci di non più di venti grandi imprese nazionali. Ma di questo, ovviamente, la severissima Confindustria non parla: preferisce accanirsi contro ogni spesa a favore dei lavoratori e non ha interesse a mutare questo indecente stato delle cose. Uno dei centri vitali dello Stato, quello della spesa per le opere pubbliche, è sequestrato da una struttura di potere di uomini politici, di tecnici compiacenti e di imprese che spesso controllano i grandi mezzi di informazione. Tagliando questo sistema malavitoso un Comune di duemila abitanti potrebbe avere un ritorno di 2 milioni all'anno. Una cifra utile a interrompere la spirale degli ultimi anni in cui i Comuni per fare cassa sono stati istigati a vendere beni pubblici o a incrementare la realizzazione di nuovi inutili quartieri. Con quei soldi si potrebbero mettere in sicurezza le scuole, curare i parchi, i beni culturali o lasciare aperti i pochi servizi sociali ancora esistenti. Il comune di Roma avrebbe in dote quasi tre miliardi all'anno, molto di più dei 500 milioni stanziati dal governo con grandi squilli di tromba. Insomma, in poche parole, mettere fine a un sistema perverso che fa affluire miliardi a pochi speculatori e ad un sistema politico marcio è un modo efficace per evitare un ulteriore taglio dello stato sociale. Ma la sinistra è muta, incapace di incalzare su un terreno estremamente favorevole. Per tornare ad essere credibili basterebbe chiedere che il controllo della spesa per le opere pubbliche e per la sanità sia affidato a galantuomini estranei alla politica e con il conseguente taglio di spesa evitare ogni altra macelleria sociale. Ma forse sto solo sognando ad occhi aperti...

2 Commenti:

  • Buongiorno carissimo.Ho letto il tuo post.Il costo sociale della corruzione è impressionante.Purtroppo,hai ragione tu,in tutto questo la sinistra ,oltre ad essere muta,è anche divisa e poco efficace.Il cambio del nome dal PCI in altro ha prodotto anche la fine di un progetto di trasformazione della nostra società in un sistema più equo o solidale.Ciao Mauro.

    Di Anonymous Anonimo, Alle 17 maggio, 2010 08:21  

  • La triste realtà, caro MAURO, è per noi anche più amara. I nostri sogni, le nostre speranze e i nostri ideali (di quando eravamo giovani frequentatori delle sezioni di quel partito che purtroppo adesso non c'è più) sono miseramente evaporati, direi anzi brutalmente cancellati da questa orrenda classe politica lordamente insozzata dal berlusconismo e dai suoi derivati. Ci vorrebbe una pioggia rivoluzionaria per cancellare tutto questo letame. Un grande abbraccio e buona settimana.

    Di Blogger nomadus, Alle 17 maggio, 2010 09:51  

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