l'Italia della gente (a)normale proiezione del GF10
Finalmente anche la decima edizione del Grande Fratello ha chiuso i battenti dopo 134 giorni, consegnandoci la scontata vittoria del salumiere veneto. I numeri, nudi e crudi, ci dicono che sette milioni e mezzo di nostri connazionali si sono sciroppati le tre ore della finalissima di lunedì sera rappresentando così una sorta di specchio riflesso di quei sei milioni citati nell'ultimo film di Giovanni Veronesi (Genitori e figli - agitare bene prima dell'uso), allorquando l'adolescente Luigi si rivolge ai genitori con la battuta: "Sei milioni di italiani guardano il Grande Fratello: non saremo tutti dei cretini?" e per tutta risposta riceve un SI' secco e prolungato che non lascia adito ad altre interpretazioni. Una scena di un film che rappresenta una sorta di scontro tra generazioni diverse e modi di concepire la realtà e la televisione diametralmente opposti. Ma che in sè contiene anche un altro subliminale messaggio: vale a dire la pretesa di chi crede che un numero basti a spiegare tutto. Sei milioni di telespettatori sono tanti ma al tempo stesso sono pochi rispetto al numero totale degli italiani. Dovremmo invece imparare una volta per tutte che chi vede un programma (nello specifico il GF), con i relativi dati Auditel che ne conseguono, non è detto che lo giustifichi o lo promuova. Anzi, a voler essere un pò provocatori, per sintetizzare questo decennio del Grande Fratello verrebbe voglia di dire: "Dieci anni di Grande Fratello. E il mondo va sempre peggio". Magari sarà pure una forzatura questa frase, ma prima o poi qualcuno dovrà anche fare i conti su quanto due lustri del GF sono costati alla società italiana. Provate a pensare, ad esempio, a quanto i cosiddetti reality hanno contribuito a sdoganare alcuni dei nostri peggiori difetti, rendendo normali (se non addirittura alla moda) comportamenti che fino a pochi anni fa venivano considerati inaccettabili dalla maggior parte del Paese. "Noi raccontiamo la realtà" hanno detto il capo degli autori del GF e il presidente della Endemol Italia nella conferenza stampa di ieri. Già, ma che tipo di realtà si tratta? Quanto c'è di reale e quanto c'è di televisivo (ovvero di artefatto) nei tanti concorrenti che si atteggiano a personaggi da Grande Fratello ancor prima di essere selezionati? Con la vittoria di Mauro Marin, dicono in tanti, c'è stata la vittoria della gente normale. Come dice il massmediologo Gianluca Nicoletti, il salumiere di Castelfranco Veneto è una persona basica, uno che ha rotto tutte le regole di un reality. A parte che Mauro si occupa di marketing nell'azienda di famiglia, quello che non torna è il concetto di uomo basico. A meno che non si voglia far intendere che basico stia per autentico. Il che renderebbe basiche tutte le rozzezze e volgarità messe in mostra nei quattro mesi del programma di Canale 5, arrivando così a giustificare qualunque cosa in nome di una presunta autenticità. Su un punto, però, i ragazzi del Grande Fratello sembrano davvero lo specchio di una certa Italia: sono giovani che preferiscono chiudersi in casa per 134 giorni invece che aprirsi alla realtà che li circonda. Gente che bivacca e scorreggia sui divani della casa rendendosi passivi e incapaci di reagire a qualunque cosa, seppur memori delle nove precedenti edizioni. E a fronte di questo esiste una tipologia del pubblico televisivo che possiamo catalogare così: quelli più avvertiti che sanno decodificare i programmi tv e sorridere di ciò che ne esce. Quelli cosiddetti curiosi che ne rimangono affascinati ma che di fronte agli eccessi inorridiscono. E infine i meno avvertiti che si bevono tutto ciò che accade in questi reality come fosse oro colato e che si fanno condizionare (nei comportamenti, nell'abbigliamento e persino nel modo di rapportarsi con gli altri) da ciò che si dice e che si fa in tv. Questa ultima tipologia di telespettatore, ci dice l'Auditel, rappresenta lo zoccolo duro dei reality: gente che vive (e vegeta) davanti alla tv e che dalla tv impara a vivere e a pensare (quando ci riesce). Gente che sembra non avere alternative rispetto al vivere con un telecomando in mano. Invece ne avrebbe eccome, ma non le vede e non le cerca. E pensare che a queste persone basterebbe avere solo un pizzico in più di capacità critica per fare un gesto davvero rivoluzionario e sensato. Quello di spegnere certa televisione e tornare così padroni della propria vita. O in alternativa (davanti alle sciocchezze che certi programmi propinano come se fossero verità assolute) farsi una bella e grassa risata. Alla faccia di quanti manipolano la tv. E noi.
2 Commenti:
vedo che il tema GF ti appassiona assai...e a ragione. Pur non avendo la televisione in casa, e quindi avendo tagliato di netto qualsiasi trasmissione che fuoriesce dal tubo catodico, ho ben presente la bassezza a cui si è arrivati con programmi di questo tipo. Seguiti peraltro da fette consistenti di popolazione. Mi ricordo che quando iniziai a lavorare a Madrid, ogni giorno il mio capo, un 40enne simpatico, molto ossessionato dal sesso e buon padre di famiglia, insomma una persona veramente "autentica", mi chiedeva se avevo visto l'ultima scoreggia del tipo del GF, o la scopatina sotto le coperte, o la nuova zoccolona di turno che diceva non so che cagata. Io gli rispondevo sempre che, non avendo la tv in casa, purtroppo mi dovevo privare di queste perle... Il giorno dopo, stessa scena. Magari con soggetto l'isola dei famosi. Semplicemente, non riusciva a processare nella sua mente il fatto che nn avessi la tv, e più che altro che non guardassi il GF. DOVEVO guardarlo!!! C'era pure un italiota, in quell'edizione, e pare fosse il pezzo forte della casa, quello che si scopava tutte e che diceva le cazzate più sonore. Il fatto di non guardare la tv in toto, credo che mi abbia reso una persona migliore, e la cosa strana è che per quanto spesso mi riprometta di prenderne una, per guardare il tg e le poche trasmissioni interessanti che ogni tanto ci sono, alla fine non ne sento la necessità, e sopratutto so di evitare in quel modo la tentazione di afflosciarmi li davanti, spesso attratto lobotomicamente dall'emissione catodica in sé, senza arte nè parte. Il tempo mi passa giá tanto veloce, e con internet accedo a tutta l'informazione che voglio, di migliore qualità. Se il prezzo per avere la mente libera dal GF è quello di perdersi alcune inchieste di attualità e documentari che posso reperire via web o comprando dei dvd, senza dubbio lo pago volentieri.
Di Davide, Alle 12 marzo, 2010 01:27
La prima cosa da dire, carissimo DAVIDE, è che bisogna baciare in terra per ringraziare chi ti ha dotato di intelletto sviluppato e senso della ragione e che ha fatto sì che tu sia arrivato ai 34 anni nel modo migliore possibile, una sorta di esempio per le nuove generazioni. Quanto al tuo (presumo ex) capo madrileno quarantenne, buon padre di famiglia e forse affetto da priapismo arterioso, dagli un consiglio (se mai tu lo dovessi rivedere) in caso restasse disoccupato per la crisi spagnola: digli di proporsi come assistente e TESTER ufficiale delle zoccole facenti parte dell'harem del presidente del Consiglio italiano. Vedrai che non avrà difficoltà a ricollocarsi. Tornando al GF 8versione spagnola) spero tu non abbia assistito a quello scempio linguistico (e intellettuale) rappresentato dal duo Massimo Scattarella e Carmela Gualtieri, impegnati nel fare l'apologia della mafia dissertando sulle "qualità" di quella siciliana rispetto a quella messicana o colombiana. Una cosa penosa e vergognosa. In caso tu ti sia salvato da questo evento, complimenti ancora. Vorrà dire che sei dotato di quell'antidoto che permette di non ammalarsi di teledeficienza acquisita. Un abbraccio affettuoso e un caro saluto.
Di nomadus, Alle 12 marzo, 2010 09:06
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