l'Antipatico

lunedì 15 marzo 2010

La deriva del caos


Qualche post fa, con grande speranza, si titolava il viale del tramonto, l'inizio della fine di questo stato di cose in cui giace miserrima la Nazione Italiana, comandata dal peggior figuro che abbia calcato le scene politiche europee, se non mondiali, da molti anni a questa parte. In effetti, ormai da molti (troppi) mesi si avvicendano segnali di uno sfacelo sociale, morale, economico e di tutte le parti vive dello Stato e della democrazia (o quello che ne rimane), che qualsiasi persona sana di mente e dotata di un barlume di lucidità giudicherebbe senza esitare disastroso, e inaccettabile a tal punto da augurarsi perlomeno che la parte ancora viva e orgogliosa di questo agglomerato di persone e istituzioni, con un colpo di coda, con un rigurgito dello Stato di Diritto, insomma in qualsiasi modo, se ne liberi come da un cancro che ne sta minando la vita stessa. Ma, ahimè, siamo in Italia, il Paese di Pulcinella, del teatro e dello sberleffo. Sembra davvero che al peggio ormai non ci sia più fine. Abbiamo toccato il fondo da tempo: ora si raschia, si perfora, si scava nell'abisso dell'irragionevolezza e del paradosso. Siamo, insomma, in piena deriva su ogni fronte, siamo al degenero, al caos più completo. Non sto neppure a citare tutte le nefandezze e le bestialità che si sono avvicendate in questo periodo pre-elettorale, e prima ancora. Non serve. Tutti coloro che possono leggere queste righe sanno perfettamente di cosa parlo. E da persona razionale, ora mi rendo conto che non so dire dove andremo a finire. Non riesco più a capire se questo scempio avrá fine, e se lo avrá, quando. Senza dubbio il Pifferaio è attaccato quotidianamente da vari fronti, e non può essere altrimenti, visto che ha dichiarato guerra da tempo al potere giudiziale, alle istituzioni in toto, a tutti coloro che non sono legati come miseri servi, o meglio come poveri cani, al suo guinzaglio. Non può ormai che aspettarsi un sincero risentimento, quando non vero odio, visto il trattamento che riserva a chi non sottostà alla sua squallida idea di Paese atrofizzato, di democrazia africana (e qui mi scuso con l'Africa dato che ormai questa metafora risulta stantía). La miniatura del Duomo che gli ha dato l'occasione di farsi ancora un pò più artefatto ne è un lampante esempio, e con ciò non voglio fare nessuna apologia della violenza né fomentare odio nei suoi confronti: semplicemente è constatare un disdicevole stato di cose a cui siamo giunti in massima parte per merito suo (dando atto sempre all'inettitudine dell'opposizione, non vorrei mai!).
Il fatto è semplice: questo pagliaccio è sceso in campo 15 anni fa per scappare a una condanna che gli stava cadendo addosso, che lo avrebbe catapultato ad ingrossare le fila dei miserabili figuri che uscivano fuori dalle rovine della Prima Repubblica. Poteri forti, tessendo un disegno massonico-piduista e protezioni più solide, unite ad un carattere e ad un carisma certamente fuori dal comune, hanno fatto sì che si incastrasse alla perfezione nel vuoto di potere che si creò in quel periodo, dando alle masse smarrite che non sapevano più quale scudo crociato barrare nella cabina, una nuova ragione d'essere. Da quel momento, potendo azionare le massime leve del potere, dotato di potenti strumenti di dissuasione di massa, ha iniziato la sua personale crociata; contro i giudici che lo "perseguitavano", contro il nemico prontamente battezzato in piena controtendenza storica: i "comunisti", e così via. Fino a quando il troppo potere accumulato lo ha fatto diventare il robocop mezzo fuso e impresentabile che abbiamo davanti oggi. I danni che ha fatto al nostro povero Paese (che peraltro pare abitato da una buona parte di amebe umane che non hanno saputo opporre una minima resistenza alla penetrazione di questa infame sottocultura televisiva e gangsteristica), sono incalcolabili. Già ho dato la mia personale interpretazione della divisione degli intelletti del popolo italiota e delle ragioni che li animano, in precedenti post. Qua mi limito a dire che chi non si è ancora rassegnato alla disfatta, oggi sogna un Paese
perlomeno senza Berlusca. Questo è tutto. Perchè sa che il giorno che ciò accadrà, non ci sarà comunque nulla da ridere, né da festeggiare. Nessun altro pagliaccio della schiera opposta dà minime garanzie di sapere o potere governare questo stivale impazzito. Tutto ciò che abbiamo oggi è la misera caricatura di un dittatore, uno squallido liftato pieno di livore che cerca in ogni modo di convertire una Nazione in un presepe, un diorama a sua disposizione, dove poter spostare le figurine a suo piacimento. E siccome, nonostante tutto, non c'è ancora riuscito, ma anzi viene incalzato da ogni parte, è diventato ancora più velenoso, pericoloso e grottesco. Tutto ciò che sta succedendo oggi in Italia, per non dire quello che è successo da almeno un anno a questa parte, non dico in un Paese normale (sappiamo bene di non esserlo neppure lontanamente, e questo già in tempi non sospetti), ma pure in uno Zimbabwe, per citare espressioni di questi giorni, sarebbero inaccettabili e avrebbero causato sconvolgimenti sostanziali. Noi tutti invece, noi tutti, da chi vorrebbe Berlusca in una baita della Valcamonica a passare la sua vecchiaia in serenità, a chi lo vorrebbe invece in una cella a San Vittore, a chi lo vorrebbe Presidente della Repubblica o padrone con frustino e gli stivali di latex, continuiamo a guardare. A vedere cosa succede. Chi sbraita, chi arranca cercando di sbarcare il lunario con una sorda rabbia che lo rode dentro, chi prega la madonna perchè i giudici comunisti togherosse cattivoni smettano vivaddio di perseguitare ingiustamente questo uomo tanto buono, insomma: ognuno a suo modo. E il caos continua, avviluppandosi ormai su se stesso in una mirabolante girandola di fatti inverosimili, paradossali e grotteschi, in un impredicibile futuro.
Io, emigrato in una terra che si è volta ostile quasi quanto quella che lasciai a suo tempo, ma per altre ragioni e su altri fronti, continuo a cercare di capire. Apporto il mio granello di sabbia, con questi scritti, con le mie azioni e le mie parole, con la speranza che il caos in cui versa il Paese che mi vide nascere e crescere abbia presto fine. In questa terra che si è volta ostile, ma che nella morsa della crisi mantiene livelli di decoro istituzionale assai più elevati dell'ex-Belpaese (benchè parecchi spagnoli a queste parole mi crocifiggerebbero istantaneamente), ho il mio bel daffare per cercare di tirare avanti, anzi di tirarmi fuori dalle grane economico-occupazionali. Ma non smetto di preoccuparmi per questa ignobile deriva, e mi auguro ancora una volta, anch'io al balcone, di vedere presto un nuovo orizzonte libero da Berlusconi. Quale che sia il futuro, di certo sarà migliore.

3 Commenti:

  • Come non essere d'accordo, carissimo DAVIDE, con la tua ennesima lucida e intelligente disamina dell'attuale situazione del nostro Paese alla vigilia delle elezioni del 28 e 29 marzo. Questa inevitabile deriva nella quale si trascina stancamente l'Italia voluta da Berlusconi (e avallata dai milioni di italiani che l'hanno votato e che continuano a votarlo) è la naturale conclusione di un periodo molto lungo (15 anni non mi sembran pochi) di cannibalizzazione politica e istituzionale voluta dal Pifferaio di Arcore e dai suoi sgherri. Nessun tentativo di minima opposizione è stato messo in atto da chi in questi anni ha ereditato il partito che fu dell'ineguagliabile ENRICO BERLINGUER; nessun leader politico della sinistra ha mai voluto VERAMENTE contrastare l'egemonia mediatica e politica del piduista che alloggia a Palazzo Chigi. Tutti si sono genuflessi di fronte al nuovo duce del terzo millennio; ognuno, chi più chi meno, ha fatto finta (a parole) di condannarlo, di prenderne le distanze: poi quasi tutti (nei fatti) ne sono stati consapevoli complici e accondiscendenti comprimari, giusto per assaporare il gusto del potere, accontentandosi del classico piatto di lenticchie (che poi, in soldoni, non mi sembrano così poche...). Fai bene comunque, caro DAVIDE, ad apportare il tuo granello di sabbia sotto forma di parole e di scritti, di analisi e di critiche. Guai se dovessero mancare un giorno questi granelli che il tempo, ne sono più che convinto, trasformerà in una letale tempesta di sabbia che spazzerà via (mi auguro per sempre) il Pifferaio di Arcore. Un affettuoso abbraccio, un caro saluto e un GRAZIE per quello che fai e per quello che pensi.

    Di Blogger nomadus, Alle 16 marzo, 2010 11:31  

  • Carissimi ho scritto su tpi-back un commento che sarebbe stato molto appropriato dopo i vostri post.Avete ragione su tutto.L'unica cosa che posso augurarmi è la sconfitta definitiva del berlusconismo e dei suoi accoliti.Ma credo che ciò non sarà facile.Ha dalla sua milioni di nostri connazionali e un'opposizione non abbastanza dura ed intransigente come dovrebbe essere.MAURO.

    Di Anonymous Anonimo, Alle 17 marzo, 2010 19:19  

  • Caro MAURO, è vero che sarà dura battere l'armata (piagnucolosa) berlusconiana il 28 e 29 marzo. Ma quel che conta è continuare (con pazienza e perseveranza) a sensibilizzare attraverso i nostri scritti quella parte di Italia non ancora completamente rincitrullita. La speranza di un domani migliore non è mai vana. Un fraterno abbraccio e un affettuoso saluto.

    Di Blogger nomadus, Alle 17 marzo, 2010 19:38  

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