l'insensibilità dell'universo berlusconiano
Credo abbia ragione Geoff Andrews (http://www.geoffandrews.net/) quando, rispondendo alle domande del giornalista de la Repubblica (http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-23/open-democracy/open-democracy.html), ci delinea una più che veritiera situazione di difficoltà in cui si trova attualmente il presidente del Consiglio, accerchiato da un fronte di fuoco mediatico nazionale ed internazionale al quale faticosamente cerca di rispondere con la sua riconosciuta contraerea feltriniana e belpietroniana. Ma a mio modesto avviso non sta solo qui il nocciolo della questione. La questione dei rapporti col mondo cattolico, coi suoi orientamenti e le sue strutture associative, con le sue gerarchie ecclesiastiche (che per evidenti motivi hanno nel nostro Paese un ruolo di particolare rilievo), è oggi tornata a riproporsi come un tema discriminante per valutare la capacità degli opposti schieramenti culturali e politici nel dare positiva risposta ai complessi problemi che riguardano la direzione del nostro Paese. È evidente, infatti, che l'aspro attrito che si è determinato tra il governo Berlusconi e una parte importante e significativa del mondo cattolico non è stato provocato semplicemente da quest'ultimo incidente di percorso. L'attacco de il Giornale al quotidiano della CEI deve essere letto non soltanto come un bieco avvertimento mafioso nel tipico stile degli uomini berlusconiani ma anche, se non soprattutto, come evidente e profondo limite culturale e politico del centro-destra nell'affrontare questioni, come l'accoglienza agli emigranti o i temi della solidarietà sociale, cui il mondo cattolico, per la sua cultura fondativa, è logicamente sensibile. Il tentativo del governo di superare anche queste ragioni di attrito moltiplicando le concessioni alle posizioni della Chiesa sugli orientamenti etico-sociali o sul terreno delle agevolazioni materiali per le organizzazioni cattoliche, non è in questo caso bastato. Sarebbe però un grave errore se le forze della sinistra pensassero che lo scontro fra gli indirizzi del governo Berlusconi e il mondo ecclesiastico di per sé sia sufficiente per spostare a proprio favore l'orientamento delle autorità cattoliche e delle loro organizzazioni. E magari ritenessero che sia proprio questa l'occasione per conquistare e consolidarne l'appoggio accentuando le concessioni (come già in passato è accaduto) sul piano delle agevolazioni economiche e soprattutto su quello degli orientamenti in materia etico-sociale. È bene invece sottolineare che se questa fosse la strada prescelta dalla sinistra, si offrirebbe alla destra e in particolare al governo Berlusconi un terreno di confronto sul quale quest'ultimo finirebbe sicuramente col vincere. Si tratta invece di tornare ad affrontare il rapporto col mondo cattolico a partire da quei temi che già al momento del Concilio ecumenico favorirono un dialogo proficuo e positivo tra forze laiche di sinistra e forze di orientamento religioso: ossia impegnandosi nel proporre un progetto di sviluppo della società nel quale i temi della solidarietà fra gli individui e fra i popoli, del rispetto del confronto culturale e delle reciproche convinzioni ideali, dell'impegno per la pace e per la civile convivenza siano i punti essenziali. E' su questo progetto, per l'avvenire dell'Italia e per il contributo allo sviluppo mondiale, che la sinistra è di nuovo chiamata a dare prova della propria capacità politica e culturale.
2 Commenti:
Buonasera,sono d'accordo con il tuo post.Sono questi i temi su cui le forze più sensibili sul piano sociale e dell'accoglienza,sia laiche sia cattoliche,debbono incontrarsi.Ciao Mauro.Sto seguendo molto anche tpi-back.
Di Anonimo, Alle 02 settembre, 2009 16:39
Grazie caro MAURO pr il tuo intervento e per la tua fedeltà di lettore e commentatore. E' sempre un immenso piacere sapere che ci sei. Un affettuoso saluto.
Di nomadus, Alle 02 settembre, 2009 17:32
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