Ci vuole una SVOLTA
Dopo aver letto l'ottimo post di Nomadus, che tocca uno dei tanti temi "caldi" di questa Italia odierna così decaduta, mi appronto a ritornarvi, domani mattina. Potrò di nuovo vivere di persona tutte le incredibili contraddizioni e vergogne che ci assillano, e la paurosa indifferenza dei miei connazionali, rimanendo sempre piu' allibito di fronte a tanto sfacelo. Ma neppure si può sempre e solo constatare il pietoso stato di cose, bisogna cercare di capire le ragioni e cercare delle soluzioni, per lo meno a livello individuale. Provengo da un paese dell'entroterra savonese, che ho visto negli ultimi dieci anni diventare da una ridente cittadina, dove ho passato una meravigliosa adolescenza, a un luogo socialmente morto, dove i ragazzi di oggi non immagino cosa possano fare; hanno chiuso le due discoteche, il cinema e la stragrande maggioranza dei bar storici e dei luoghi di ritrovo. La gente addirittura ha paura di uscire per fare due passi perchè "non si sente manco piu' parlare italiano". E ho constatato che non è un luogo comune, ma la verità. Però ciò accade perchè la gente, NOI italiani, abbiamo lasciato andare tutto a perdere, e poi ci lamentiamo perchè ormai solo gli immigrati fanno quello che una volta era così normale e tutti facevano: uscire, incontrarsi, parlare, divertirsi, camminare... L'altro ieri, leggendo Il Giornale online (lo faccio spesso per avere la percezione della "maggioranza"), ho trovato due articoli, anzi uno, particolarmente interessante. Viene in una sezione che possiamo definire di risposta a Ezio Mauro e Tonino di Pietro sul paventato rischio che sta correndo la democrazia in Italia. Immancabili, le penne schierate sotto i tacchi del Pifferaio prendono le difese della nostra maltrattata (dagli inglesi) Nazione, e pretendono di spiegare agli amici britannici perchè i succitati personaggi stanno dicendo sciocchezze. Uno, di Mario Cervi, risponde al solito schema del Giornale: attacchi sarcastici in stile abbastanza grossolano, specialmente a Di Pietro, con saccente difesa a oltranza dell'operato del Cavaliere. Amen. L'altro, di tal Giordano Bruno Guerri, mi ha lasciato alquanto sorpreso e mi ha fatto riflettere assai. Il giornalista in questione si è poi rivelato un amante del cosiddetto revisionismo storico (nella fattispecie del fascismo), e di certo non è un riformista nè un fan delle sinistre. E proprio per questo stupisce che il suo articolo, benchè spalleggi ampiamente l'operato del nostro pornopresidente, porti anche delle critiche che non esito a definire intelligenti e oneste, e abbia un taglio critico e ben strutturato, lungi dal servilismo aberrante che quasi sempre riscontro su questa odiosa testata. La cosa che mi ha fatto seriamente riflettere, e che il Guerri argomenta con studiata sapienza, credo che sia il quid di tutta la questione italiota di oggi. Ovvero: Berlusconi viene definito da molta gente (comunque non abbastanza) un personaggio ripugnante, un ladro, un mafioso e quant'altro. All'estero allibiscono ogni giorno per come possiamo tollerare questa situazione, ed esserne pure felici. Però è altresì vero che pur io stesso paventando il rischio di una dittatura "soft", il nostro Pifferaio è arrivato dov'è non grazie a colpi di stato ma in seguito a democratiche elezioni. E che quando si era riuscito a cacciarlo, gli si è steso un tappeto rosso dopo pochissimo, per farlo ritornare al timone piu' forte di prima! Anche sulla sua genesi politica putroppo non c'è granchè da dire: nel momento dove la nostra beneamata Sinistra avrebbe potuto finalmente cogliere le redini del Paese, nel terribile momento dello sfascio della Prima Repubblica, un imprenditore semisconosciuto, spalleggiato dai poteri forti e occulti che non volevano farsi soffiare la torta, li ha messi in scacco in una sola mossa. Da allora, la storia degli schieramenti appartenenti al bacino del PCI, è stata un calvario inconcludente. Trasformazioni di nomi, anime e correnti si sono susseguite senza soluzione di continuità in un penoso affanno che non ha mai, mai portato a un risultato concreto contro Silvio Berlusconi. Nei momenti in cui avrebbero potuto, e dovuto, assestargli colpi decisivi, si sono sempre persi nella proverbiale dialettica del litigio e gli hanno regalato successi insperati. Ora, quello che sta succedendo negli ultimi anni è davvero preoccupante, la deriva democratica è evidente. Però mi sto rendendo conto sempre piu' chiaramente che piu' che uno strapotere del Pifferaio c'è stata una tremenda inettitudine dei suoi avversari. La caduta di Prodi via Mastella è stato il colpo di grazia per le sorti dei DS-Unione-PD che dir si voglia. Con l'aggravante che di certo l'Italia non è mai stato, non è nè mai sarà un Paese di sinistra e troppo amante del riformismo e della pluralità. Berlusconi si è trasformato nel nuovo Führer italico perchè praticamente non ha mai avuto degli avversari degni di questo nome, che lo abbiano seriamente ostacolato e che abbiano offerto al Paese un'alternativa crediblie, seria, papabile dalle masse cattocoatte. E lo scenario attuale è desolante! Finchè non si uscirà da questo imbarazzante impasse della Sinistra, o comunque dell'area avversa al PDL, le cose non cambieranno. A questo punto, aspettiamo il congresso del PD e vediamo...se da lì nascerà il seme questa improrogabile SVOLTA, necessaria e irrimandabile se vogliamo pensare anche solo lontanamente a un futuro senza Berlusconi, ma sopratutto senza questo senso di arretratezza culturale e di spofondamento morale che ci assedia. Voglio essere ottimista, ma riesco solo a chiudere con una frase che sintetizza il mio pensiero: sarà dura!
3 Commenti:
Carissimo DAVIDE, inutile dirti che il tuo articolo è di una bellezza disarmante, di una levità di scrittura abbagliante, di una fascinosa intelligenza che ammalia alla prima lettura. Detto questo, mi sono permesso di evidenziare le due ultime parole da te usate per chiudere il post proprio per far capire la difficoltà titanica che attende chiunque voglia darsi da fare per cambiare (o soltanto per cercare di farlo) questo stato di cose così brillantemente descritto da te, non soltanto in questo post. Sarà dura, ma dobbiamo essere obbligatoriamente ottimisti altrimenti non se ne esce e non potremo consegnare alle generazioni future un Paese che possa considerarsi libero, democratico e civile come ce lo hanno consegnato tanti anni fa i nostri padri della Costituente. Mettiamoci tutto l'impegno possibile, caro DAVIDE (e credo che anche i nostri post aiutino nel raggiungere lo scopo), affinchè si possa ottenere quanto da noi sperato. Un affettuoso saluto da Nomadus.
Di nomadus, Alle 29 luglio, 2009 09:07
Buongiorno,carissimo.Stancamente procediamo verso le vacanze(per modo di dire)ma,nonostante tutto,apprezzo molto il post di Davide.E'di una verità sconvolgente.L'opposizione non riesce a trovare una strategia unitaria,ma forse,anzi sicuramente,anche noi,per una serie infinita di motivi,non siamo più quelli di una volta.E non dico questo per nostalgia.Carissimi saluti Mauro.
Di Anonimo, Alle 30 luglio, 2009 06:56
Caro MAURO, hai ragione. Non siamo più quelli di una volta, quelli della lampada Osram o di Porta Maggiore, quelli che si riunivano sotto l'effige dell'amicizia e della condivisione delle idee politiche e dell'unità di intenti. Il berlusconismo (fa male ammetterlo) ha cambiato anche noi e ha inquinato la nostra anima, annullando (forse solo in parte) una volontà di cambiamento e di migliorie che potevano permetterci di vivere meglio. Fortunatamente nessuno (nemmeno il Cavaliere) potrà mai uccidere le nostre idee. Un affettuoso saluto.
Di nomadus, Alle 30 luglio, 2009 10:30
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page