l'Antipatico

giovedì 9 luglio 2009

gli aquilani sono incazzati (e hanno ragione)


Forse qualcuno l'avrà presa come una goliardata. Qualche altro l'avrà rubricata alla voce insofferenza e scontento. Ma la scritta che campeggiava ieri sulle colline sopra L'Aquila (Yes, we camp!) non credo possa essere sottovalutata. E' l'indicatore più attendibile della misura oramai colma degli aquilani. La loro pazienza sta terminando, qualunque cosa dica il presidente del Consiglio. Dopo la pioggia, il caldo soffocante: i disagi non mancano mai per i terremotati. Gli anziani e i bambini sono quelli più deboli e ne risentono ovviamente in misura maggiore. Ma tutto questo, forse, ai Grandi della Terra poco importa. Men che meno al Pifferaio di Arcore. Navigando in Rete ho trovato una sorta di manifesto politico e umano scritto da un anonimo aquilano, leggermente incazzato. Ve lo voglio ripropore integralmente. E auspico approfondite riflessioni. Yes, We Camp! è il grido di denuncia della gestione scellerata dell’emergenza post-sisma. Per la prima volta nella storia recente dei terremoti, dopo tre mesi la popolazione è ancora sotto le tende e ci dovrà stare, secondo i piani del Governo, ancora per molto. Yes, We Camp! per smascherare le menzogne e le mancate promesse del presidente del Consiglio. Dopo tante parole nessun fatto. I provvedimenti sono del tutto insufficienti, i soldi stanziati troppo pochi. Yes, We Camp! per urlare tutti fuori dalle tende, ora! Si requisiscano le case sfitte o invendute, si installino container, roulotte, casette di legno. Nei campi la popolazione è stanca e i più deboli, in particolare gli anziani, muoiono ogni giorno di più. Yes, We Camp! per affermare che tutti gli aquilani debbono tornare all’Aquila. Non si pensi a settembre di sistemare un solo abitante fuori dal proprio comune, in alberghi della regione. Ci opporremo a questa deportazione con ogni mezzo necessario. Yes, We Camp! per constatare che si sono persi inutilmente tre mesi: nessuna opera di ricostruzione, solo lavori per il G8. Yes, We Camp! per denunciare il processo di devastazione ambientale e sociale del nostro territorio perpetrato mediante il piano CASE. Non vogliamo una grande new town diffusa! Yes, We Camp! per informare tutto il mondo del processo di militarizzazione e confisca degli elementari diritti costituzionali nei campi: di informazione, di riunione, di espressione. Yes, We Camp! vuol dire 100% ricostruzione, trasparenza, partecipazione. Noi cittadini vogliamo essere gli artefici delle scelte che riguardano il nostro futuro. Non accettiamo decisioni prese dall’alto che non hanno a cuore il bene del territorio ma vanno a beneficio delle solite clientele e speculazioni. Yes, We Camp! è la nostra ironia per dire a tutti che siamo vivi e determinati a difendere e far rinascere la nostra Terra. Spente le luci accecanti della ribalta internazionale, rimarrà la targa ancora intatta all’ingresso del Castello dell’Aquila. La apposero i dominatori spagnoli nel cinquecento e recita: "ad reprimendam audaciam aquilanorum".

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