l'Antipatico

sabato 11 luglio 2009

lo Squalo & il Caimano


Avere a disposizione una contraerea mediatica di notevole portata è pur sempre una bella soddisfazione. Ovviamente per il proprietario del giornale. In questo caso il Giornale, quello di casa Berlusconi. Nessuno può davvero dire se il fragoroso cannoneggiamento, da parte del galeone di famiglia del Caimano, scatenato ieri mattina contro l’Invincibile Tycoon Rupert Murdoch sia una manovra tattica o se, invece, l’operazione abbia un respiro strategico. In altre parole: nessuno, tranne il Caimano e lo Squalo (i quali hanno rotto i rapporti personali da mesi e si parlano solamente attraverso terzi) può dire se il nuovo, e stavolta più violento contrattacco del quotidiano del Cavaliere, sia una rabbiosa rappresaglia contro le reiterate incursioni del Times e del Wall Street Journal sulle vicende del nostro premier a proposito dello scandalo delle donnine, oppure una bombardata mediatica tirata in mezzo al tavolo dei negoziati in corso sulla permanenza o meno della RAI nella piattaforma satellitare SKY di Murdoch, guarda caso a pochi giorni dalla convocazione di una riunione del Cda di viale Mazzini che discuterà proprio di questo. Oppure c’è dell’altro: c’è l’avvio di una massiccia e sistematica campagna di martellamento delle posizioni italiane da parte del magnate dell’editoria australiano, nel timore che il circuito mediatico e informativo di SKY si faccia via via sempre meno friendly e possa influenzare negativamente l’opinione pubblica rispetto all’azione del governo guidato dal Pifferaio di Arcore nei difficili mesi a venire. Nei giorni del G8, mentre gli adulatori berlusconiani cantavano il successo del summit aquilano, il Giornale del Cavaliere ha preferito dedicare la propria apertura di prima pagina all’inchiesta sul News of the World, la corazzata della stampa popolare britannica, rilanciando una serie di indiscrezioni del Guardian. «Beccato Murdoch, faceva spiare i vip. Il gioco sporco dello Squalo, che fa la morale al Cavaliere: tra ministri e star duemila intercettati». Questo il titolo altisonante scelto da quel popò di direttore che risponde al nome di Mario Giordano. Una brutta storia che risale al 2007 e che riguarda la condotta irregolare di alcuni giornalisti del gruppo Murdoch, vicenda che il Giornale brandisce come una clava. Ieri addirittura pubblicando una grande foto del più potente editore del mondo che sovrasta una mini foto di Berlusconi e Obama al G8. Che il mondo del Biscione prema per far scendere la RAI dalla piattaforma SKY non è un mistero. Né stupisce più di tanto che il quotidiano berlusconiano, in questa fase, manovri di conserva gli uomini Mediaset piazzati dal PdL al settimo piano di viale Mazzini e usi ogni mezzo per provocare, condizionare e tenere sotto pressione (come meglio può) la colonia italiana dell’impero di Murdoch, il competitor che ha superato per incassi l’azienda televisiva del premier. Ma c’è chi vede, dietro l’incattivirsi dello scontro tra il Caimano e Lo Squalo, il consumarsi di una rottura definitiva. I due miliardari potranno anche scendere a patti e firmare tregue su questo o su quello, ciascuno difendendo al meglio la propria roba. Ma molto probabilòmente non saranno mai più in grado di poter siglare una vera pace. L’anomalia di un Berlusconi editore sceso in politica e lì piantato da quindici anni (esercitando nel contempo il ruolo di regolatore in quanto governante) ne fa oggettivamente per Murdoch un nemico da abbattere. Qualcosa di molto diverso da un normale competitor industriale. Il Pifferaio, per parte sua, ha avuto negli ultimi due mesi conferma della definitiva svolta di Murdoch. Quel che più teme è che, politicamente, l’ultraconservatore australiano occhieggerà a chiunque altro in Italia, piuttosto che a lui. Un’anomalia effetto di quell’altra: mannaggia al conflitto di interessi...

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