è stato bello sognare
Prima di tutto mi sembra giusto dare il bentornato a chi oggi si fosse ricollegato con il mio blog dopo la pausa (breve per la verità) di metà agosto e ringraziare per la fedeltà ancora dimostrata nel seguire i miei scritti. Leggermente arrugginito dalla mancanza sequenziale del pensiero e della scrittura (e della lettura) che negli ultimi quattro anni mi fanno da piacevole contorno nel percorso di vita, oggi al mio rientro mi vedo più incline a parlare di sogni e di fortuna che non di sciagurate opzioni di nuda e cruda realtà. L'aver accarezzato per un discreto periodo il sogno di diventare multimilionario (giocando con un notevole accanimento al Superenalotto fino al 9 di agosto) mi ha fatto librare con la fantasia e con la speranza in un mondo di fiaba, costellato di case di lusso e auto da sogno, di piscine da mille e una notte e di odalische da harem, di paradisi fiscali e non e di champagne a fiumi con le ostriche a guarnire indolenti e sonnacchiosi pomeriggi al riparo di palme e vegetazione lussureggiante. Il tutto miseramente evaporato come una bolla di sapone al mio rientro in Italia, con la notizia che un superfortunatissimo residente di Bagnone si era pappato tutto il jackpot del Superenalotto, lasciandomi costernato e deluso per la fine ingloriosa dei miei sogni di novello e attempato nababbo made in Italy. Comunque sia è stato bello sognare. E non mi è difficile immaginare come si possa sentire in questo momento il vincitore del magico sei di sabato sera. Un pò come mi sentii (con le dovute proporzioni) in quella mattinata d'inverno di tredici anni fa, quando scorrendo i risultati della domenica calcistica mi accorsi che avevo inanellato 12 risultati esatti su tredici, diventando così per la prima volta nella vita milionario (in lire) e toccando il cielo con un dito. Sembrerebbe una frase fatta ma vi assicuro che non lo è. Ancora mi ricordo (come fosse oggi) il battito accelerato del mio cuore e la salivazione azzerata mentre, per la trentesima volta, riguardavo la schedina del Totocalcio tra le mie mani non credendo ai miei occhi. Solo consegnandola al titolare della ricevitoria in cui la giocai ebbi la conferma di essere diventato neomilionario e a stento soffocai le urla di gioia che mi avrebbero praticamente consegnato all'assalto di conoscenti e amici dell'epoca che in questi casi spuntano sempre fuori come funghi. Ma ancora maggiore fu la felicità quando poco tempo dopo ebbi la possibilità di toccare con mano le banconote fruscianti da centomila lire avvolte nella tipica fascetta bancaria che certificavano la verginità delle banconote stesse. Come un automa impazzito mi recai alla prima cabina telefonica per far partecipe mio fratello dell'evento storico avvenuto. La sua incredulità era niente a confronto di quando consegnai nelle sue mani e in quelle di mia madre l'insperato bottino frutto sì della fortuna ma anche di una leggera conoscenza calcistica alla base di ogni tentativo per poter sfidare quello che all'epoca era il fatidico tredici. E se in quella domenica di gennaio un calciatore francese non avesse regalato con un suo gol nei minuti finali il pareggio al Milan la mia vita sarebbe cambiata. Forse quasi come quella dell'anonimo (almeno per ora) giocatore di Bagnone.
2 Commenti:
Buongiorno carissimo.Sono contento che tu abbia provato l'ebbrezza di una bella vincita.Un caro saluto Mauro.
Di Anonimo, Alle 25 agosto, 2009 06:57
Grazie caro MAURO per la tua dimostrazione di affetto. Come ti ho scritto sull'altro blog speravo che anche tu potessi assaporare la gioia della vincita, perchè in questo caso si trattava di una bella sommetta altro che la mia di tredici anni fa. Comunque il nostro 6 è l'avere sempre l'amore e la vicinanza dei nostri cari. E non c'è vincita che tenga al riguardo. Un affettuoso saluto.
Di nomadus, Alle 25 agosto, 2009 09:07
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