i primi cento giorni di Obama
Questo odierno post lo dedico molto volentieri al Presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama, in occasione dei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca, al timone della super potenza mondiale in assoluto. Francamente sono stato tentato di scrivere questo articolo (fino a pochi minuti fa) dividendolo in due parti: la prima, per l'appunto, al riepilogo delle cose fatte dal primo presidente afro-americano insediatosi al vertice degli USA: la seconda parte, in una sorta di parallelo, dedicata alle cose fatte dal Pifferaio di Arcore durante i primi 100 giorni a Palazzo Chigi. Ho riflettuto: mi sono detto che non ne valeva la pena. Il nostro presidente del Consiglio ne sarebbe uscito totalmente ridicolizzato dal confronto così impari e disonorevole da farmi venire quasi un subliminale senso di colpa, una sorta di offesa alla Patria e di vilipendio agli italiani (così mal rappresentati, purtroppo!), desistendo quindi dall'impresa. Tornando alle cose serie, da ieri sul sito della campagna di Obama, che continua a lavorare per promuovere l'azione del presidente e organizzare volontari e cittadini, c'è una pagina che celebra le meraviglie dei primi cento giorni. Come in Italia, quando un governo o una giunta comunale mandano alle stampe quei manifesti con le proposte di campagna elettorale con sopra il timbro "Fatto". Non c'è dubbio che in soli tre mesi di carne al fuoco l'amministrazione ne abbia messa. Se poi vogliamo infierire (ma io non voglio...) ecco come si presenta la pagina degli appuntamenti presidenziali in scadenza (http://www.whitehouse.gov/briefing_room/PresidentialActions/): tanto per fare un paragone con quelli in scadenza a Palazzo Chigi o a villa San Martino. Riprendendo a parlare (e a scrivere) seriamente, ecco un piccolo riepilogo delle principali azioni e leggi approvate dalla nuova amministrazione di Obama. Economia - La prima mossa è stata l'approvazione di un pacchetto di stimolo all'economia da 787 miliardi di dollari. Le spese sono molte, c'è un taglio delle tasse per alcuni settori della popolazione e c'è un enorme aumento del deficit. La promessa è: "di quello ci occuperemo quando usciremo dal buco della crisi". L'amministrazione ha anche proposto diverse misure di spesa che riguardano il sociale, l'ambiente, le infrastrutture. Basteranno a rimettere in moto la macchina? E si salveranno le banche e l'industria dell'auto dopo che lo Stato ci ha speso sopra tanti soldi? Le ultime due domande sono un test cruciale: se non ripartirà il credito (in una forma diversa e più morigerata che in passato) saranno guai per tutti. Obama in primis. Politica Estera - Se son rose...Ieri diplomatici cubani e statunitensi si sono visti per la seconda volta. L'altro ieri Ahmadinejad ha parlato di due popoli e due Stati, riferendosi al Medio Oriente. Obama e Medvedev hanno avviato trattative sulla riduzione degli arsenali nucleari e, al recente G20, Obama non ha flesso i muscoli ma mediato, ascoltato, accettato risultati che non gli piacevano. L'Iraq e l'Afghanistan sono ancora due enormi buchi neri aperti e in Pakistan le cose peggiorano invece di migliorare. E poi, ciascuno dei passi simbolici fatti in questi mesi possono diventare inciampi o peggio. In Afghanistan, a parte parlare di più soldati, non è chiaro quali siano le idee e la strategia. Buoni rapporti con l'Iran e la Russia aiuterebbero parecchio. Ambiente & Energia - Al G20 Obama ha lanciato la proposta di una conferenza a Washington sul tema. Dopo 8 anni in cui il precente presidente guerrafondaio Bush si rifiutava di ammettere che ci fosse un problema clima, il fatto che gli Usa si mettano alla testa dell'azione sul clima, è un fatto importante. In quanto a spese, l'amministrazione ha stanziato 23 miliardi di dollari per lo sviluppo di energie rinnovabili. I democratici hanno poi presentato una legge sull'energia che ha come obiettivo quello di tagliare le emissioni, mentre l'Epa, l'agenzia per l'ambiente, ha già varato nuovi regolamenti. Lo scontro con le lobbies ed alcuni Stati produttori di auto, petrolio e carbone non è ancora esploso. Sanità - L'ostacolo più grande, quello che bruciò Hillary Clinton nel 1993. La prima vera botta, Obama l'ha presa quando il Segretario alla Sanità designato, Tom Daschle, si è dovuto dimettere. Daschle è il padrino politico di Obama, è molto solido sul tema. Il nuovo Segretario non è ancora stato confermato dal Congresso. Nessun progetto è ancora stato presentato. Ho solo voluto rappresentare lo stretto necessario per questi primi 100 giorni di Barack Obama e della sua amministrazione. Non sta certamente a me dirlo, ma credo che i presupposti ci siano per fare un buon lavoro da qui alla naturale scadenza del primo mandato degli americani al primo presidente di colore della storia statunitense. Buon lavoro, Mr. President!
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