brandelli di libertà
La morte di Eluana ha lasciato una ferita ancora aperta nell'anima e nel cuore di chi vi scrive. Non voglio ritornarci su, non voglio fare commenti e riflessioni del giorno dopo. Ne avrete abbastanza anche voi lettori. Voglio però attirare la vostra attenzione sul gioco, maledettamente cinico e sporco, ideato e condotto dal Pifferaio di Arcore prendendo un vomitevole spunto dal caso Englaro. Ed è presto detto com'è stato portato avanti questo macabro «gioco» del centrodestra: l'abuso di un corpo umano per fare a brandelli un corpo istituzionale, la Costituzione. Mai prima d'ora il potere era arrivato ad un uso così sfrontato della vita e della morte di un individuo per farne terreno di un nuovo paradigma politico. In un laido e abominevole populismo, che violenta i sentimenti e i dolori più intimi. E' un tentativo esplicito di risolvere la crisi della rappresentanza fuoriuscendo dalla democrazia: i voleri delle gerarchie vaticane diventano la sola indicazione etica che i poteri dell'esecutivo si incaricano di rendere assoluti, distruggendo quella laicità dello Stato che non cancella le libertà religiose (lo spiega bene Stefano Rodotà nel suo libro appena uscito, «Perché laico»), ma offre a tutti i cittadini un comune terreno di confronto. La democrazia, appunto. Il Pifferaio di Arcore ha dimostrato in questi anni di essere un maestro nel saper volgere a suo favore ogni «crisi». Coglie il collasso economico e sociale e il «vuoto» politico per insinuare il suo «pieno» cercando di dare il colpo definitivo agli equilibri istituzionali. Lo spingono calcoli di bassa cucina: l'ambizione quirinalizia, la conquista delle formazioni cattoliche, l'accanimento terapeutico sul collassante PD e sul collassato Veltroni. Ma più in profondità lo ispira un disegno autoritario intimamente connesso con la propria storia e natura. Ed è questo il vero «conflitto d'interessi» che stiamo subendo da quando il caimano, da «semplice» imprenditore, è diventato anche leader politico e premier. L'autorità mercantile che si fa rappresentante dell'interesse generale per ridurlo a interesse privato, la parte che diventa il tutto. E che si abbatte su una società e su un Paese i cui anticorpi sono stati progressivamente indeboliti: dall'affermarsi del privato come «bene comune», fino al tentativo di appropriarsi dei destini di un corpo di donna, pretendendo che sia il soggetto da lei più lontano (un governo, una gerarchia ecclesiastica) a decidere in suo nome. Un dramma che rischia di riapparire nel testo di legge sul testamento biologico, diventando così un paradigma generale, un disegno politico. Non sarà una debole e divisa opposizione parlamentare a impedire questo scempio. L'unica figura pubblica che ha lanciato un messaggio di resistenza (parlando di storia patria) è stato il presidente della Repubblica. Non a caso, il custode della Costituzione, il vero obiettivo finale. Perché l'affondo politico apertosi attorno al corpo di Eluana proseguirà. Sapremo presto se i valori e gli orientamenti contenuti nella prima parte della nostra Carta costituzionale continueranno ad essere una base di comune libertà o se dovranno diventare un progetto da riconquistare. Come sapremo dallo sciopero di domani, contro l'uso mercantile e nazionalpopulista che il governo vuol fare della crisi economica, quali potranno essere i confini sociali e politici di un'inversione di tendenza. Sono settimane cruciali, queste. Per sapere meglio in che Italia viviamo e quali speranze potremo coltivare per il nostro futuro. Aggrappandoci agli ultimi brandelli di libertà.
2 Commenti:
Già sento anche io, e con me probabilmente un gran numero di persona quanto sia topico il momento e quali potrebbero essere le conseguenze.
Conseguenze che ci coinvolgerebbero tutti sia in un senso che nell'altro, ma che sarebbero sentite terribilmente da quelli che amano la libertà e che sanno solo respirare in essa, per gli altri perderla non è nulla, non ne hanno necessità, per loro non è vita.
Incrocio le dita e spero che qualcosa succeda e che tutto questo non passi mai
Ross
Di rossaura, Alle 13 febbraio, 2009 12:52
Sto incrociando anch'io le dita insieme a te. La tua speranza è anche la mia. E di tante altre persone che, come noi, ancora apprezzano la libertà. Un preoccupato saluto da nomadus.
Di nomadus, Alle 13 febbraio, 2009 14:25
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