il Paese visto da Giorgio Bocca
Era da tempo che aspettavamo un articolo di uno dei nostri giornalisti preferiti, vale a dire Giorgio Bocca. E così abbiamo letto con molto piacere il suo articolo pubblicato stamane sulla prima pagina de la Repubblica, dal titolo "Il Paese senza legge", un chiaro, arguto ed intelligente riferimento al Belpaese targato Berlusconi. Vi consigliamo un'attenta lettura dell'articolo. Guardavo la festa nei giardini del Quirinale per gli atleti che vanno alle Olimpiadi: i corazzieri con l'elmo rilucente, le bandiere tricolori, il capo dello Stato affabile e paterno, i giovani atleti nel pieno della loro vigorìa, e il meglio della società civile ad assistere e applaudire un'Italia pacifica, educata, concorde nell'affettuoso rispetto per i suoi reggenti. E a un certo punto mi è parso di vivere in un sogno, di essere stato trasportato a volo in un altro Paese, in uno reale dove i giochi mafiosi sembrano quasi fatti, dove un nuovo sultanato affaristico e criminale è ormai al potere e dispone di corpi armati, di leggi ad personam, di privilegi, di impunità. Ci siamo quasi! A ciò che nella storia risorgimentale e unitaria sembrava impossibile, assurdo, da incubo: vivere in uno Stato mafioso, fuorilegge, senza più una Costituzione rispettata, dove in alcune regioni è già sovvertito il rapporto fondamentale della democrazia parlamentare, il voto dei cittadini ai delegati di cui si condividono le idee, la capacità di governo, il voto democratico alle idee e alle persone meritevoli sostituito dal voto al partito di raccolta dei ricchi sempre più ricchi, dei potenti sempre più potenti, quali che siano i simboli e le bandiere dietro cui si presentano. Lo specchio magico della televisione ogni tanto riflette il Paese come è anche senza volerlo. Una recente trasmissione dalla città di Catanzaro ci ha mostrato, con una sincerità non sai se candida o perfida, che in quella città, come in molte altre al Sud come al Nord, la democrazia è un gioco delle parti indecente: che i partiti vengono scelti e scambiati in continuazione, usati per violare le leggi, ottenere privilegi, prebende, finanziamenti, per fare affari comodi e abusivi. E che tutto avviene fuori da ogni controllo legale e persino professionale. Nel linguaggio e nell'ideologia mafiosi, non a caso la parola amicizia ha sostituito le altre virtù, quali onestà, giustizia, bontà; a una persona non si chiede più di avere queste virtù impegnative, difficili, basta che sia amico. Il modo di pensare mafioso, la catena mafiosa degli amici degli amici sta sovrapponendosi ad altri caratteri italiani, nobili e meno nobili: il familismo, l'attivismo, l'anarchico e il melodrammatico, la reverenza e la sottomissione ai potenti. L'onda lunga del berlusconismo ha radici profonde in due modi di essere: il piacere di servire e il piacere di approfittare, che sono i passi obbligati verso l'autoritarismo. Chi di noi è passato per il lungo viaggio dentro i fascismi ha visto in questi anni e mesi, passo dopo passo, ripetersi il cammino verso la riduzione o la perdita della libertà: la paura borghese per ogni riformismo, il progressivo distacco dall'antifascismo come vigilanza continua, impegno continuo, il revisionismo storico presentato come rigore intellettuale per far passare la diffamazione della democrazia, le piccole e grandi viltà, i piccoli e grandi profitti di chi salta sul carro del vincitore. Passo dopo passo, goccia dopo goccia, ripetendo pedissequamente e quasi con compiacimento gli errori, le debolezze degli anni dell'avvento dei fascismi europei. Poi la marcia all'autoritarismo si è accelerata, è diventata una carica forsennata, una voglia di distruggere ogni forma della democrazia. Che vuol dire in sostanza la legge che stabilisce l'impunità non solo per i capi di Stato, ma per le più alte cariche dello Stato? Vuol dire che si annulla, che si vìola il fondamento della democrazia, la legge è uguale per tutti, come abbiamo scritto in tutti i nostri palazzi di giustizia. Le lasciamo, quelle scritte, come abbiamo lasciato per anni sui muri delle nostre case le scritte del regime? Cancelliamo l'indipendenza della magistratura, l'obbligatorietà dell'azione penale? Molti ignorano, amano ignorare che un culto assoluto e deviato della giustizia può diventare dittatura, che furono i giuristi nazisti a imporre le leggi più disumane sull'igiene razziale e sullo sterminio delle razze inferiori. Via i giudici faziosi, via le intercettazioni telefoniche che vìolano la sacra privacy. Certo, la privacy. ma chi autorizza un capo di governo a usare un funzionario della televisione di Stato per sistemare le sue amiche? E già che ci siamo, perchè non dare subito un avviso forte alla stampa che non rispetta le gerarchie, perchè non comminare subito qualche anno di galera a chi pubblica le intercettazioni? La progressione autoritaria è stata denunciata nella manifestazione romana promossa da Di Pietro e dai girotondini e disertata dal Partito Democratico che si riserva per quella da farsi in autunno. Ma se apettiamo i giorni in cui cadono le foglie forse saranno anche cadute le nostre residue libertà.
4 Commenti:
mentre cercavo l'indirizzo di Bocca, mi sono imbattuta in questo articolo.Credo che dobbiamo rimanere svegli insieme con il grande Giorgio.E' un bene che ci siano ancora uomini capaci di Resistere.
Di risvegli, Alle 19 luglio, 2008 18:42
Sono d'accordo con te, cara amica commentatrice, anche se purtroppo teste pensanti come quella del nostro Giorgio non se ne trovano più facilmente. Sembrano quasi in via d'estinzione. Fortunatamente ci sono ancora giovani e meno giovani che si augurano di poter "Resistere" come ci ha insegnato lui.
Di nomadus, Alle 19 luglio, 2008 19:52
leggo sempre Giorgio Bocca e sono sempre completamente d'accordo con lui. qualche settimana fa l'ho sentito un po' demoralizzato perche' qualcuno gli aveva scritto invettive, forse un berlusconiano doc, pertanto vorrei dirgli che quelli che lo ammirano e lo stimano sono tantissimi, anche se non gli scrivono, perche' è piu' facile scrivere invettive piuttosto che complimenti.
continui cosi'!!!!!
cari saluti
marta vandelli
Di Anonimo, Alle 06 agosto, 2008 08:43
Un ringraziamento di cuore a MARTA VANDELLI che così mirabilmente ha commentato il post riguardante GIORGIO BOCCA. Sapere che esistono lettori e lettrici come Lei, cara Marta, riconciliano con il mondo e ci fanno superare (e sopportare) l'imbecillità cronica dei berlusconiani doc (come li chiama Lei). Ci torni a trovare. Sarà sempre la benvenuta!
Di nomadus, Alle 06 agosto, 2008 12:41
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