l'Antipatico

mercoledì 25 giugno 2008

l'ironìa (percepibile) di Massimo Gramellini


Dobbiamo riconoscere l'effetto dirompente e "rinfrescante" (quasi come un bel sorso di una bibita fresca) che provoca in noi la lettura, praticamente quasi ogni mattina, delle concentrate righe scritte da Massimo Gramellini per La Stampa di Torino, nella sua rubrica "Buongiorno". L'intelligente e graffiante ironìa che sprizza dai pori dell'articolo del giornalista torinese ci inonda di buon umore per il resto della giornata e ci fa quasi da ombrello riparatore da tutte le notizie brutte, odiose e tragiche che immancabilmente ci raggiungono da telegiornali e quotidiani. Abbiamo scelto l'articolo di ieri di Gramellini, intitolato "Percepito", alquanto in tema con queste giornate afose di fine giugno. Buona lettura.
C’è il caldo caldo e c’è il caldo percepito, di solito più caldo di almeno cinque gradi. Ci sono l’inflazione ufficiale e l’inflazione percepita, di solito più alta dello stipendio percepito. E poi ci sono l’aumento del mutuo e l’aumento percepito, il declino reale e il declino percepito, la violenza percepita, la paura percepita, i furbi percepiti anche se poco perseguiti, la Nazionale che va fuori ai rigori: un pareggio percepito come una sconfitta. Giuro che non ci percepisco più niente. Non mi fido delle statistiche rassicuranti, come degli allarmi assillanti. E non mi fido neanche della memoria che abbellisce le ombre del passato e dilata i mostri del presente. C’era davvero meno violenza trent’anni fa, quando due ladri picchiarono mio padre nell’androne di casa per portargli via una cartella di cuoio che conteneva pratiche banalissime? Faceva davvero meno caldo quando nelle sere d’estate mia nonna bivaccava sul balcone passandosi «La Stampa» davanti alla faccia a mo’ di ventaglio? Ed eravamo davvero più ricchi quando riuscivamo a sopravvivere con le scarpe risuolate e senza telefonini? Di sicuro eravamo più giovani: anche i vecchi. Di sicuro il futuro era avvolto nella nebbia, come sempre, ma il futuro percepito non aveva lo stesso sapore di paura che si percepisce oggi. Questa paura di perdere che ci rende tutti così aggressivi eppure così abulici. Potessi esprimere un desiderio, vorrei che percepissimo più coraggio e dietro ogni porta che si chiude non vedessimo soltanto il muro, ma un’altra porta che si apre. Messaggio percepito?

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