l'Antipatico

giovedì 19 giugno 2008

il nuovo avvocato difensore di Berlusconi


Non bastavano le interminabili e ripetitive puntate del suo Porta a Porta tutte dedicate all'incenso e all'elogio perpetuo di sua maestà di Arcore. Non era sufficiente la scrivania di ciliegio simbolo austero dell'attribuzione catodica dei pieni poteri d'immagine del cavaliere che sigla il suo personale contratto con gli italiani. Non risultavano efficaci gli svariati libri scritti su Sua Emittenza, prendendo a pretesto le varie sfide politico-elettorali ora con Prodi ora con Veltroni, per giustificare tanto smodato interesse e sussieguo nei confronti del suo padrone meneghino. No, tutto ciò non era abbastanza. Ci voleva anche un bell'articolo a difesa (a prescindere) del suo mentore come ciliegina finale sulla torta dell'asservimento totale e fedele. Un articolo che il neo avvocato difensore berlusconiano, Bruno Vespa, ha scritto per il Quotidiano Nazionale e che vi riproponiamo integralmente per farvi apprezzare al meglio le insospettabili qualità forensi del paleolitico conduttore televisivo. Buona lettura. Per come è stata raccontata all’opinione pubblica, che spesso si ferma ai titoli dei giornali o ai sommari resoconti dei tg, la nuova controversia tra Berlusconi e i magistrati di Milano sembra l’ultima, sgradevole puntata di una telenovela cominciata quindici anni fa, quando il Cavaliere decise di abbandonare «la dura trincea del lavoro» per «scendere in campo» nella politica. In realtà non è così. La contesa non è tra magistrati integerrimi che non guardano in faccia nessuno e un potente signore che abusa del suo potere nella ricerca di una perpetua impunità. Il processo Mills ha aspetti molto curiosi. Noi non sappiamo naturalmente se Berlusconi sia innocente o colpevole. Ma ci suona strano che un imprenditore straricco abbia bisogno di corrompere un proprio avvocato quando ce l’ha a libro paga. Ci suona strano che per evitare la prescrizione del processo venga stabilito dalla Procura della Repubblica che il reato si consuma non al momento in cui un signore percepisce illecitamente dei soldi o accetta di percepirli in cambio di un favore proibito dalla legge, ma nel momento in cui comincia a spendere il maltolto. Nel nostro caso, due anni dopo averlo preso. Due anni provvidenziali, così la prescrizione slitta.
Ma questo fa parte della storia dei rapporti tra l’imputato Berlusconi e l’ufficio milanese del pubblico ministero. Il punto che ci interessa è un altro. Il presidente del collegio che deve giudicare Berlusconi è un avversario politico di Berlusconi. Nicoletta Gandus è da molti anni una star di Magistratura Democratica. Gli avvocati milanesi meno giovani ricordano i tempi in cui era facilissimo far assolvere dall’allora pretore Gandus gente imputata di oltraggio a pubblico ufficiale. L’Idea è l’Idea e dinanzi all’Idea la nostra storia giudiziaria ci insegna che nulla è più malleabile d’un codice penale. Recentemente, tuttavia, il presidente Gandus, che è un magistrato preparato, ha sottoscritto una serie di documenti sprezzanti nei confronti del precedente governo Berlusconi. Nel motivare la richiesta di cancellazione delle leggi Schifani, Pecorella, Cirami e Cirielli uno di questi documenti sostiene che esse «sono state adottate quasi esclusivamente al fine di perseguire l’interesse personale di pochi, ignorando quelli della collettività.
Si tratta di leggi che hanno devastato il nostro sistema di giustizia e compromesso il principio della ragionevole durata dei processi». Ancora: «Solo l’abrogazione delle leggi ad personam restituirà credibilità al paese». Da persona impegnata nella società civile e fatalmente politica, la presidente Gandus durante la campagna elettorale per l’abrogazione della legge federalista approvata dal governo Berlusconi ha sostenuto: «E’ importante opporsi a questa devolution perché è espressione della generale posizione antidemocratica... E’ sovrastata da un incombente potere autoritario e centralista, concentrato nelle mani del capo del governo». Senza entrare nel merito di queste opinioni, può un dichiarato avversario politico giudicare in tribunale il capo del governo che si combatte?

2 Commenti:

  • Non so che dire,forse a Vespa sfugge una cosa.Mentre si pretende la tolleranza zero per i disgraziati,si teorizzano mille giustificazioni ed attenuanti per i cosiddetti potenti.In questo ha colpa anche il centrosinistra che sì è fatto sempre imporre dalla destra i principali temi di discussione.Mauro.

    Di Anonymous Anonimo, Alle 19 giugno, 2008 13:36  

  • Le giustificazioni e le attenuanti per i "potenti" ci sono sempre state, fin dai tempi degli antichi Romani. A quel tempo non esisteva il centrosinistra, ma c'erano sicuramente gli avi di Bruno Vespa (e forse anche dei parenti di Berlusconi...) che però non hanno trasmesso nulla di buono al loro discendente. In conclusione, caro MAURO, ognuno ha gli avi che si merita!

    Di Blogger nomadus, Alle 19 giugno, 2008 14:17  

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