l'Antipatico

lunedì 9 giugno 2008

in bocca al lupo Alex!


Nella giornata in cui debutta la nostra nazionale di calcio agli Europei di Austria e Svizzera, facciamo nostro un bell'articolo di Xavier Jacobelli (noto giornalista sportivo e vecchio frequentatore del Processo di Biscardi) dedicato al nostro calciatore preferito: Alessandro Del Piero. L'articolo ve lo riproponiamo integralmente, unitamente ad un grosso in bocca al lupo al capocannoniere della serie A e a tutti gli azzurri per uno splendido (e vincente) Europeo. Buona lettura. Alessandro Del Piero può essere l’uomo in più della Nazionale agli Europei. Anche se non parte titolare contro l'Olanda e anche se non dovesse esserlo nemmeno venerdì, contro la Romania. Convocandolo, Donadoni ha fatto la cosa giusta al momento giusto e ha confermato ancora una volta di essere il degno ct dei campioni del mondo. Dopo l’infortunio di Cannavaro, il capitano della Juve è il primatista di presenze (83 partite, 27 gol: miglior marcatore azzurro in attività e quarto di sempre insieme con Roberto Baggio). Ma non c’è bisogno di dare i numeri per capire se e quanto possa essere importante Alex in questo torneo. La sua forza risiede nella sua saggezza, coniugata ad una condizione di forma mai così brillante da dieci anni a questa parte. Tant’è vero che le ultime due stagioni hanno esaltato il campione di San Vendemiano, capocannoniere in B e in A, autentica anima della rinascita bianconera. Molte cose sono cambiate dall’autunno scorso quando, schierato fuori ruolo a San Siro contro la Francia, Del Piero e la Nazionale sembravano al capolinea della loro storia. L’umiltà di Alex e la sua ostinazione nell’inseguire il sogno europeo sono stati alla base di una riconquista che ha il sapore della rivincita. L’ennesima che lo juventino si prende nei confronti di critici e detrattori, gli stessi pronti a scaraventarsi sul suo carro due anni fa, a Berlino. Ma è soprattutto la chiarezza fra Donadoni e Del Piero la chiave di volta di un rapporto che può risultare decisivo in Austria e in Svizzera. Il ct ha scelto: i titolari sono Toni, Di Natale e Camoranesi. Eppure, come dice Ancelotti, il quale descrive l’ex compagno rossonero come meticoloso, documentato, quasi ossessivo nella preparazione delle partite, Donadoni è il primo a conoscere l’importanza di Del Piero in un torneo così breve e così intenso, a cominciare dalle prime tre partite in otto giorni. Una carta supplementare da giocare nel momento più opportuno e non soltanto come alternativa a Di Natale. Alex è una seconda punta, predilige il modulo 4-3-1-2, ma sarebbe pronto a cambiare ruolo se il ct glielo chiedesse qualora lo inserisse nel 4-3-3 caro al selezionatore. Colpiscono la serenità dell’uomo e del veterano che ha disputato 3 mondiali vincendone uno ed ora partecipa al quarto europeo della carriera. Quando Del Piero definisce «straordinari» gli ultimi due anni della sua vita, usa un aggettivo appropriato. Perchè i successi sportivi sono stati preziosi, ma ancora più significativo è l’accento che pone sul rapporto con la moglie e sulla nascita di Tobias, il bimbo che gli ha cambiato l’esistenza. L’unicità di Del Piero risiede nella sua capacità di rendere semplici le cose difficili, nell’equilibrio di un fuoriclasse che non ha mollato nemmeno nel momento più buio, quando la Juve è retrocessa in serie B e non aveva mollato nel ’98 quando l’infortunio di Udine poteva stroncarne la carriera o nel 2000, quando le critiche alla sua partecipazione all’Europeo perso solo per il golden gol di Trezeguet avrebbero abbattuto un elefante. Per non dire del mondiale 2002 dove Trapattoni gli regalò 89 minuti di spezzoni peraltro giocati fuori ruolo. E qualcuno dimentica i due anni di Capello alla Juve con Alex pencolante fra campo e panchina? Eppure, il ragazzo che Boniperti portò alla Juve non è mai cambiato, rimanendo sempre fedele a se stesso. Ha ingoiato bocconi amari con la stessa, disarmante serietà che gli ha impedito di accendere polemiche, tradire l’interesse della Juve e della Nazionale, riguadagnare la considerazione di Donadoni che ha il pregio di dire ciò che pensa, anche quando deve prendere decisioni sgradevoli. Del Piero non è tornato in Nazionale a furor di popolo. Ci è tornato perchè se l’è meritato e perchè, ancora una volta, ha dato una lezione di vita. Non si arriva a trentatré anni dov’è arrivato lui se, prima di essere campioni, non si è uomini veri. Nel football delle scelte di vita foderate di euro, delle bandiere ammainate perchè qualcuno si è venduto pure i pennoni, il capitano della Juve dimostra che un altro calcio è possibile. Il suo.

4 Commenti:

  • grande capitano!!!Io di te nonmi stanco saro' sempre al tuo fianco sei la cosa piu' bella che c'è!!!facci sognare come hai sempre fatto alex!!!!

    Di Anonymous Anonimo, Alle 09 giugno, 2008 14:06  

  • Capisco e condivido la gioiosa esultanza dell'anonimo commentatore a proposito di Alex Del Piero. Raramente uno sportivo riesce a farsi amare (ed ammirare) per le sue qualità sia di calciatore che di uomo. Alex ci riesce benissimo.

    Di Blogger nomadus, Alle 09 giugno, 2008 15:30  

  • Sei il giocatore più in grado di fare da capitano a questa nazionale povera di ideali.Ce la puoi fare capitano e staremo sempre tutti al tuo fianco,come dimostra d'altra parte l'applauso a Firenze,città che ama poco gli juventini.Forza Ale,ce la puoi fare.

    Di Anonymous Anonimo, Alle 09 giugno, 2008 17:44  

  • Hai detto bene LORENZO. Alex è il vero capitano che può dare tanto a questa Nazionale di calcio. Un esempio per tutti, come ce ne sono pochi.

    Di Blogger nomadus, Alle 09 giugno, 2008 20:26  

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