l'Antipatico

sabato 21 giugno 2008

l'interminabile editto (giudiziario) berlusconiano




Da quando e' entrato in politica, Silvio Berlusconi non ha mai lesinato le critiche alla magistratura. In alcuni casi, suscitando critiche e proteste per l'atteggiamento troppo duro, sempre e comunque facendo intendere la sua naturale avversione per le toghe. Per una sorta di "ripasso" temporale delle affermazioni berlusconiane in merito, vi elenco cronologicamente, cari lettori, le più importanti dalla sua "discesa in campo" ad oggi, tanto perchè nessuno possa invocare un domani l'alibi del "non lo sapevo" o del "non lo ricordavo". 22 novembre 1994 - ''Complotto contro di me''. Nel corso della conferenza del G7 a Napoli sulla criminalita' organizzata, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi riceve un avviso di garanzia per corruzione in atti giudiziari, legata alle pressioni del gruppo Fininvest sulla guardia di Finanza. Un mese dopo si dimetterà, dopo essere stato a lungo interrogato dai pm milanesi. Prima delle dimissioni dichiara: ''Ho giurato sui miei cinque figli di non averne mai saputo niente. E quando uno e' sicuro del fatto suo, sicuro d'avere la coscienza a posto, non puo' temere niente. Questo e' un complotto contro di me''. 31 maggio 1997 - Berlusconi presenta un dossier anti-pool e parla pubblicamente di ''particolari agghiaccianti'' di cui sarebbe venuto a conoscenza, relativi alla strategia del pool "Mani Pulite" a Milano. Ha poi messo a verbale soprattutto fatti di nessuna rilevanza penale. Nel suo mirino c'e' innanzitutto Antonio Di Pietro, accusato di aver indirizzato la sua azione giudiziaria in modo da favorire la propria ambizione politica. 9 agosto 1998 - ''Pm come le br''. Silvio Berlusconi chiede una riforma della giustizia condivisa col centrosinistra. E paragona alcuni pm alle Brigate rosse: ''Noi continuiamo a mandare appelli, a lanciare messaggi positivi agli uomini della sinistra. A loro diciamo: come anni fa vi siete saputi distinguere da chi faceva la lotta armata per abbattere lo Stato borghese, anche oggi dovete saper dividere la vostra responsabilita' da chi fa la lotta contro l'opposizione con le sentenze''. 2 novembre 2002 - ''Esiste una internazionale delle toghe giacobine''. Alla seconda nomina come presidente del consiglio, Berlusconi approva la legge Cirami che con la re-istituzione del legittimo sospetto blocca il processo Sme. ''Non e' una legge ad personam'', dichiara il premier. Che attacca: ''C'e' una sorta di internazionale giacobina che si batte per veder attribuiti compiti politici alla magistratura''. 28 aprile 2003 - ''Logica golpista''. Duro scontro sulla sentenza milanese di condanna di Cesare Previti (''in caso di condanna definitiva sono pronto al carcere'', ha detto il deputato) nel processo Imi-Sir/Lodo Mondadori. In una lettera al quotidiano Il Foglio, Silvio Berlusconi sostiene che bisogna ''fermare il grilletto del ribaltone'' ripristinando l'immunita' perche' ''in una democrazia liberale i magistrati politicizzati non possono scegliersi, con una logica golpista, il governo che preferiscono''. Nello stesso periodo, Berlusconi aveva accusato I giudici che ''non applicano le leggi'' di essere responsabili dell'omicidio del piccolo Tommy, il bambino rapito in provincia di Parma in quell'anno. 4 settembre 2003 - ''Mentalmente disturbati''. Nella sua villa di Porto Rotondo, Silvio Berlusconi rilascia una intervista a due giornalisti inglesi dello Spectator: ''Questi giudici sono doppiamente matti! Per prima cosa, perche' lo sono politicamente, e secondo sono matti comunque. Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro e' perche' sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana''. 24 gennaio 2004 - ''Giudici fascisti''. Silvio Berlusconi critica duramente la magistratura durante il decennale di Forza Italia. A provocare le reazioni piu' dure il giudizio, espresso dal premier: ''Il fascismo e' meno odioso di questa giustizia togata''. 23 febbraio 2006 - ''Intervento indebito su Antonveneta''. Durante l'inchiesta denominata Bancopoli, che porto' alle dimissioni del presidente di Bankitalia Antonio Fazio, il premier Berlusconi critica l'inchiesta: ''Qualcuno avra' fatto qualcosa di illegale, c'e' stato un intervento indebito, ma l'offerta era assolutamente regolare. C'e' stato un intervento indebito in fatti economici che ha portato una nostra banca in mani straniere''. 27 marzo 2006 - ''Uno stato senza giudici pro sinistra''. Sulla magistratura il premier non rinuncia all' invettiva. Alla chiusura della campagna elettorale a Napoli esclama: ''Lo Stato che sogno e' quello in cui in cui i giudici non devono garantire l' impunita' a chi sta dalla parte loro, dalla parte rossa, dalla parte della sinistra che ne commette di tutti i colori e la scampa sempre e comunque: ogni riferimento alla Lega delle cooperative e agli intrecci perversi fra cooperative rosse, giunte rosse e associazioni criminali e' puramente voluto''.

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