l'Antipatico

mercoledì 21 maggio 2008

Miccichè & le auto blu




Quante polemiche sui privilegi dei politici all'indomani dell'uscita del libro "La Casta" e quanti risentimenti fra gli stessi parlamentari, in virtù della reciproca invidia per qualche tessera sconto in più o in meno, per qualche "benefit" più appetibile rispetto ad un altro. La solita storia. Passata la festa, gabbato lo santo. A parole, prima, tutti integerrimi paladini del rinnovamento morale e materiale degli appartenenti alla Casta. Nei fatti, passato l'effetto scandalistico-giornalistico, si ritorna ai vecchi, buoni e mai rifiutati omaggi, figli illegittimi del potere. Abbiamo preso ad esempio, come naturale paradigma di questa continuazione del modus operandi, un esponente neanche troppo di primo piano come Gianfranco Miccichè (ricicciato nel nuovo governo Berlusconi come sottosegretario con delega) cui l'ottimo Gian Antonio Stella dedica oggi uno spassoso articolo, nella sua rubrica Tuttifrutti a pagina 36 del Corriere della Sera, dal titolo "Il vertice notturno per l'auto blu" che noi vi vogliamo riproporre integralmente. Buona lettura. Non si può fare la rivoluzione? Facciamoci l'auto blu. E' questa la filosofia che traspare dall'ultimo regalino incassato da Gianfranco Miccichè prima di lasciare l'amato scranno di presidente dell'Assemblea regionale siciliana per tornare a Roma nelle vesti di sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega al Cipe. Ed è un peccato che la notizia, data da Repubblica nell'edizione palermitana, non abbia avuto tutto lo spazio che meritava. Riassumiamo. L'ultimissima riunione del Consiglio di presidenza dell'Ars, ormai decaduto per lasciar posto alla nuova gestione guidata da Raffaele Lombardo, si riunisce a tarda notte e decide un'innovazione: d'ora in avanti, tutti gli ex presidenti dell'Ars, nel caso siano parlamentari a Roma o a Bruxelles, avranno a disposizione, al ritorno a Palermo, un'auto blu. Pronta a scorrazzarli per l'isola a loro piacimento. E quanti sono questi ex-presidenti? Due: il poco conosciuto Nicola Cristaldi e l'assai più noto Gianfranco Miccichè, che presiedeva il vertice notturno. Oddio: non strapperà la macchina a nessuno. Alla Regione Sicilia, infatti, di auto blu ne hanno un'infinità: 14 lussuose Audi6 per il governatore e gli assessori, 14 Alfa 159 per gli uffici di gabinetto, 38 Peugeot 407 e via così, per un totale di 164 vetture. Affidate a 160 autisti, che lamentano di essere sotto organico da quando, per sottrarli all'umiliazione di essere dei semplici "autisti", c'è stata una promozione di massa a "istruttori". Col risultato che molti hanno subito detto: "Ah, no, mi dispiace ma io non guido più: sono un Signor Istruttore". Insomma: un'auto più, una in meno, non se ne accorgeranno neanche. Il segnale lanciato dall'ex uomo forte di Forza Italia, però, è interessante. Soprattutto in questi tempi di polemiche sui costi della politica. Solo pochi mesi fa, infatti, Miccichè si era scagliato contro l'"immoralità" della liquidazione di 1.770.000 (un milione e settecentosettantamila!) euro all'ex segretario generale del'Ars, Gianliborio mazzola: "Mentre firmavo l'assegno mi tremava la mano. Mi sono dentito un deficiente". Ancora lui aveva tuonato contro certi colleghi accusandoli di "difendere strenuamente il privilegio di una casta" e di non interpretare "il proprio mandato in favore della collettività". Non bastasse, dopo avere sparato a zero sull'ex-amico Totò Cuffàro ("la gente non ne può più di Cuffàro e del cuffarismo...un sistema clientelare che ha bloccato la Regione, che ha trasformato il lavoro da diritto a favore"), si era candidato alla sua successione invocando una "rivoluzione siciliana" e giurando: "Sarò il garante del rinnovamento". Di più, appena il Cavaliere gli fece capire che aveva altre idee per la testa, si era sollevato fremente perfino contro colui che lo aveva creato minacciando di metter su una lista personale: "Nessun sogno potrà essere oggetto di trattativa, altrimenti diventa incubo. Io credo in un sogno che può diventare la speranza di tanta gente onesta che vuole una Sicilia diversa". Di più ancora: "Non voglio e non posso tornare indietro. In Sicilia è cominciato un processo di rinnovamento inarrestabile". Giusto. Dopo le Audi, magari le Porsche, le Maserati, le Ferrari o le Bentley. Sempre nel solco del rinnovamento. Inarrestabile.

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