l'Antipatico

mercoledì 14 maggio 2008

in difesa di Marco Travaglio


Sulla polemica seguita all'intervento di Marco Travaglio nel corso della trasmissione Chetempochefa, non vogliamo intervenire direttamente. E il motivo ci sembra anche alquanto evidente, considerate le nostre posizioni politiche, le nostre precedenti affermazioni su questioni inerenti determinati esponenti politici "alto di gamma" e quant'altro. Sarebbe quasi, la nostra, una difesa d'ufficio, dovuta e ineluttabile. Ma profondamente vera e sentita. Per questo ci piace però ospitare un intervento di Giorgio Santelli a difesa di Travaglio, in nome della libertà di espressione e di stampa, oltre che di opinione. Il pezzo s'intitola "Difendere Travaglio significa difendere la libertà di espressione e il diritto di cronaca". Buona lettura.
Sono stato a Fiesole per raccontare le vicende dei giornalisti che lavorano nelle aziende editoriali con contratti non giornalistici. E’ la mia ossessione e Articolo 21 (http://www.articolo21.info/index.php) continuerà a parlare di loro fino a quando non si realizzeranno per loro nuove reti di garanzia.
Ma proprio perché convinto di questa battaglia oggi è necessario fare una levata di scudi contro il pericoloso attacco fatto a Marco Travaglio.
C’era chi rideva, qualche anno fa, nel momento in cui Biagi, poi Santoro, poi Luttazzi, poi Beha, poi Martini, poi Fini e tanti altri colleghi furono allontanati e poi esiliati dalla Rai. Oggi alcuni ridono per quel che sta accadendo a Travaglio.
Questo è l’errore più grave che possiamo commettere. Perché Travaglio ha esercitato un diritto di cronaca, perché è sbagliato dire che non doveva essere invitato da Fazio, perché è inopportuno affermare che vi sia stata una violazione del contradditorio.
Marco può aver sbagliato una sola cosa: offendere il Presidente del Senato in quei trenta secondi finali.
Ma su questo il Presidente del Senato può sentirsi leso e decidere di difendere con il “diritto” la sua onorabilità.
Ma la stampa libera (e la politica), che considera la libertà di espressione un fondamentale diritto, non può attaccare Travaglio per quel che lui ha affermato nel corso dell’intervista.
Anzi: un giornalismo e una politica sani dovrebbero chiedere al Presidente del Senato di rispondere pubblicamente a quanto è stato sostenuto non unicamente dal giornalista nel corso di Che Tempo che fa, ma da altri colleghi, da articoli di giornale, da quanto è contenuto in alcuni libri che sono stati pubblicati.
Un’opinione pubblica sana dovrebbe pretendere di conoscere a gran voce eventuali collusioni di un esponente politico con la criminalità.
Una stampa davvero libera ha il dovere di dare il diritto di replica al Presidente del Senato. Anzi, dovrebbe inseguirlo e pretendere una replica, ma non una dichiarazione a cervello spento.
Da cittadino pretendo che i giornalisti inseguano il Presidente del Senato con ogni domanda utile a fare piena luce sulla vicenda eliminando qualsiasi ombra sulla vita della seconda carica dello Stato.
Ma se queste ombre dovessero rimanere, o se addirittura quelle accuse fossero confermate da atti, è la Seconda carica dello Stato che si dovrebbe chiedere se può restare al suo posto.
Per questi motivi è opportuno difendere Marco Travaglio. Per questo è giusto chiedere con forza alla politica e alle associazioni di categoria, al sindacato la difesa di Marco Travaglio.
Quello che sta accadendo a lui oggi potrebbe accadere presto all’informazione nel suo complesso, al più umile dei precari.
E’, dunque, una questione di libertà.

2 Commenti:

  • Non posso che essere d'accordo con questo articolo.In una vera democrazia la libertà di stampa è sacrosanta.MAURO

    Di Anonymous Anonimo, Alle 14 maggio, 2008 19:21  

  • Mi auguro vivamente, caro MAURO, che questo tuo commento venga letto da qualche collaboratore del cavaliere...

    Di Blogger nomadus, Alle 14 maggio, 2008 23:36  

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