l'Antipatico

domenica 10 febbraio 2008

Giulio Tremonti e la teoria dei finti tonti




Secondo la nostra impressione (ma possiamo benissimo sbagliare) il vicepresidente di Forza Italia, o come si chiamerà la nuova entità politica, Giulio Tremonti è di quelli che si sforzano di risultare simpatici di fronte alle platee, ma che alla fine riescono solo ad indispettire. Vuoi per quello che dicono (è il caso di cui parliamo), vuoi per gli atteggiamenti in genere adottati nei confronti dei loro interlocutori o avversari politici. In una intervista concessa alla giornalista Paola Di Caro, pubblicata stamattina sul Corriere della Sera a pagina 5, dal titolo "E' importante che il PD perda bene. Così potrà partire la stagione delle riforme", l'ineffabile Giulio ha praticamente sancito la sconfitta del Partito Democratico, prima ancora di ascoltare quello che oggi a Spello, in Umbria, Walter Veltroni aveva da dire a proposito del programma e delle linee guida del partito. L'analisi dell'economista (e commercialista di fiducia del cavaliere) snocciola in successione tutta una serie di nefaste previsioni e considerazioni, rivolte per lo più al partito di Veltroni, con le solite frecciatine nei confronti del precedente governo Prodi e con la solita teoria del "buco finanziario" presente nel 2001, lasciato dalle solite sinistre che avevano detto le solite falsità e via di questo passo. Non sappiamo se l'onorevole Tremonti in casa sua utilizzi degli specchi o abbia almeno un televisore per rivedersi quando presenzia nei salotti buoni alla Vespa. Non crediamo che abbia il coraggio di risentire e rivedere quello che dice. E come lo dice. Soprattutto con che faccia le dice. No, Tremonti non ha questo vezzo di riguardarsi. Altrimenti si accorgerebbe delle valanghe di balle spaziali che ogni volta ci propina, dei rovesciamenti della realtà che con nonchalance riesce a farci credere, delle idiozie politiche e ideali che imperterrito sciorina senza batter ciglio. Guardandolo bene in faccia, l'onorevole Tremonti ci dà l'idea del tipico soggetto che in una sala d'aspetto affollata sgancia una bella scorreggia silenziosa (detta anche loffa) e poi si guarda in giro fischiettando facendo finta di niente. O magari è anche il tipo che su un autobus all'ora di punta (ammettendo che abbia preso un autobus in vita sua) si mette dietro ad una bella ragazza in minigonna e si lascia andare alla classica "mano morta" o al classico "appoggio" da brusca frenata, continuando ad avere la faccia da finto tonto. Fortunatamente gli italiani (la maggioranza crediamo) non sono affatto finti tonti e riescono a "sgamare" il solito furbacchione politico che imputa agli altri quello che fa lui, o che dice sempre che la colpa di tutto non è la sua ma dei suoi avversari politici. Caro Giulio, segua il nostro consiglio: non continui a parlare con la sua erre moscia, cercando di farci capire che le sue forbite maniere sono l'espressione della sua reale condizione di uomo e di politico, perchè tanto non attacca. La sua teoria del finto tonto può andare a smerciarla più facilmente al suo nuovo amico Mastella che l'apprezzerà e magari la farà anche sua. Sempre che non l'abbia già fatto...

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