l'Antipatico

giovedì 7 febbraio 2008

Berlusconi e la "nuova" discesa in campo


Ci risiamo. Il cavaliere è pronto a scendere in campo nella nuova partita elettorale che avrà luogo il 13 e 14 aprile 2008. Appena ieri c'è stata la decisione ufficiale del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di firmare il decreto di scioglimento delle Camere, seguito dalla decisione del Consiglio dei ministri dimissionario di indire la data delle nuove elezioni, che già l'apparato mastodontico di sua emittenza si è rimesso in moto. La sete di potere, la voglia di riconquistare le leve di comando del Paese ha riunito sotto lo stesso tetto politico della moribonda CDL i "magnifici quattro" (Berlusconi, Fini, Bossi e Casini) che sembravano, fino a pochi mesi fa, dei separati in casa, dei litiganti perenni alle prese con ripicche, gelosie e voglia di supremazia. Ora, invece, tutto è ritornato come prima. L'alleanza elettorale è necessaria a tutti e quattro, sia a chi non può vincere da solo, sia a chi non vuole correre il rischio di scomparire dalla scena politica italiana. Gli interessi sono troppo marcati e ineludibili per stare ancora a punzecchiarsi e a polemizzare reciprocamente. La posta in palio è troppo alta, bisogna convivere anche con chi si avrebbe voglia di buttarlo a mare (con tutto lo schieramento politico che rappresenta) e farlo mangiare dai pescecani (come se già non ce ne fossero abbastanza nei palazzi del potere di casa nostra), ma non si può. La poltrona da occupare è troppo importante per anteporre i propri sfoghi e ripicche personali, bisogna far riemergere il lato diplomatico dei falsi sorrisi e delle viscide strette di mano se si vuole raggiungere lo scopo finale prefissato. A distanza di 14 anni dalla prima "discesa in campo" berlusconiana (chi si vuole rivedere il suo discorso del 26 gennaio 1994 si accomodi, http://it.youtube.com/watch?v=iMAGXqChy-4&feature=related, chi invece si vuole rileggere l'articolo di Angelo Panebianco sul Corriere lo consigliamo caldamente, http://archiviostorico.corriere.it/1994/gennaio/27/strappo_del_Cavaliere_co_0_9401277413.shtml) le facce nuove sono assenti, le rughe marcate e i capelli (per chi ce li ha) grigi denotano il passare implacabile del tempo. La naturale successione degli eventi certifica che tutto scorre, gli attacchi terrostici alle Torri Gemelle, gli tsunami, le guerre nel mondo sono i tragici indicatori del passaggio nel nuovo millennio. Ma il cavaliere è sempre lì. Immarcescibile e intramontabile, ingobbito e liftato, appesantito e iperglicemico, ma sempre con il coltello tra i denti (revisionati) pronto a far issare di nuovo la bandiera del caimano sul pennone di Palazzo Chigi. Noi ci auguriamo che gli italiani il 13 e 14 aprile abbiano un ritorno di memoria, un flashback illuminante per la loro coscienza e per la loro volontà di non far issare quella nefasta bandiera...

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