la vita di Silvio B. (capitolo 17)
Dopo la sconfitta elettorale del 13 maggio 2001, il centrosinistra sembra un pugile suonato dopo un ko. Berlusconi inizia a far approvare una lunga serie di leggi da cui ricava benefici personali (abbattimento delle tasse sulla successione, depenalizzazione del falso in bilancio, legge contro le rogatorie giudiziarie, introduzione del legittimo sospetto, immunità penale per le alte cariche dello Stato, diminuzione dei tempi di prescrizione dei processi, legge Gasparri sulla tv, regolazione del conflitto d'interessi...). La reazione più significativa non viene dai partiti, ma da un nuovo movimento di cittadini (il "ceto medio riflessivo", secondo la definizione dello storico Paul Ginsborg) che prende il nome di Girotondi e che in una miriade di piccole iniziative, e poi in grandi manifestazioni di massa, mette in piazza l'indignazione contro un imprenditore, arrivato al governo del Paese, che si fa le leggi su misura: per aumentare la propria ricchezza (che effettivamente cresce, in controtendenza con la situazione economica del Paese) e per risolvere la sua intricata situazione giudiziaria. I Girotondi nascono anche da una dura critica nei confronti dei gruppi dirigenti dei partiti del centrosinistra, considerati troppo poco incisivi, incapaci di fare opposizione e di "dire qualcosa di sinistra", troppo inclini all'"inciucio" con Berlusconi. "Con questi dirigenti non vinceremo mai", dice Nanni Moretti a una manifestazione-titolo: "La legge è uguale per tutti"- convocata a piazza Navona il 2 febbraio 2002 da Nando Dalla Chiesa. Il movimento cresce spontaneamente, convocato dalle e-mail e dal passaparola. Così nascono i Girotondi attorno al palazzo di Giustizia di Milano (26 gennaio 2002) e di Roma (17 febbraio 2002), così hanno un successo inaspettato la "Giornata per la legalità" al Palavobis di Milano (23 febbraio 2002), con una folla che arriva da tutta Italia e non riesce a trovare posto al coperto, e l'immensa manifestazione di piazza San Giovanni a Roma, "Una festa di protesta" (14 settembre 2002). Anche il sindacato, la Cgil guidata da Sergio Cofferati, mobilita grandi folle di cittadini sui temi del lavoro e dei diritti e porta in piazza a Roma ben 3 milioni di persone (23 marzo 2002). Tutto ciò cambia il clima del Paese. Temi che i leader dei partiti di opposizione giudicavano non vincenti (il conflitto d'interessi di Silvio, le leggi su misura, i suoi problemi giudiziari, l'origine delle sue ricchezze, i rapporti con la mafia; insomma la "demonizzazione" di Berlusconi) penetrano profondamente tra la gente. In più, la situazione economica peggiora e si diffonde una profonda sfiducia nella capacità di Berlusconi di risolvere davvero i problemi dei cittadini. Dieci anni dopo la sua "discesa in campo", Silvio non è più un prodotto nuovo che vale la pena almeno di provare. Il suo sogno non si è realizzato. Non convince più. In questo clima, migliorato per il centrosinistra ma pur sempre incerto, l'Italia entra nella lunga campagna elettorale per il cruciale voto dell'aprile 2006, che porterà alla vittoria la coalizione di Romano Prodi.
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