l'Antipatico

martedì 4 dicembre 2007

la vita di Silvio B. (capitolo 13)

Con il procedere degli anni, è inevitabile che la legislazione smantelli progressivamente il monopolio della tv pubblica. Ma la Fininvest, grazie al suo rapporto con Craxi e con la politica, riesce a proteggere così efficacemente i propri interessi da imporre di fatto la propria posizione dominante nel settore della tv commerciale e da impedire la nascita di un mercato televisivo libero e pluralista. Già nel 1984 Publitalia è leader di mercato, con il 30% della raccolta pubblicitaria. La Sipra, un tempo potentissima concessionaria pubblicitaria della RAI, è ridotta al 20%. Per un decennio la Fininvest continua a crescere a tassi altissimi in audience e raccolta pubblicitaria, in una situazione che viene chiamata di "Far West dell'etere", cioè senza alcuna regolamentazione: vale soltanto la legge del più forte. Craxi, allora presidente del Consiglio, nell'ottobre 1984 interviene personalmente, con il cosiddetto "decreto Berlusconi", per riaccendere le antenne tv spente per ordine dei pretori di Torino, Roma e Pescara: avevano accertato che Fininvest violava le leggi trasmettendo su tutto il territorio nazionale. Craxi varerà poi un secondo "decreto Berlusconi" che, tra proroghe, minacce di crisi di governo e alleanze trasversali, permetterà a Berlusconi di continuare a trasmettere, al di fuori di ogni regola certa e uguale per tutti. Quando, nell'agosto 1990, finalmente arriva una legge di sistema (la legge Mammì), questa si limita a fotografare e santificare la situazione di fatto: cioè sancisce il duopolio RAI-Fininvest, permettendo a Berlusconi di possedere ben tre reti (caso unico in Europa) e quindi impedendo la nascita di altri forti poli tv. Anche perchè la Mammì non impone significativi tetti antitrust alla raccolta pubblicitaria e all'affollamento degli spot sulle reti private. Con la legge Mammì finisce il "Far West" televisivo italiano e la posizione dominante di Berlusconi viene sancita da una legge. Tredici anni dopo, nel 2003, una nuova legge di sistema, la legge Gasparri, in nome di una futuristica moltiplicazione dei canali grazie alla tecnologia digitale, confermerà la posizione dominante di Berlusconi ed eliminerà gran parte della già blanda barriera antitrust. Permetterà, anzi, a Berlusconi di possedere anche quotidiani, di espandersi ancor di più nel mercato dei media e della raccolta pubblicitaria e bloccherà gli effetti di alcune sentenze della Corte Costituzionale che avevano stabilito la riduzione a due delle reti controllabili da un operatore e quindi la fine delle trasmissioni via etere, entro il 31 dicembre 2003, di una delle reti di Berlusconi...

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