l'Antipatico

sabato 24 novembre 2007

la vita di Silvio B. (capitolo 6)

Berlusconi è finalmente comparso con il suo nome al vertice del gruppo, ma continua a moltiplicarsi la schiera dei prestanome. Tra questi, Enrico Porrà, un invalido di 75 anni colpito da ictus, titolare della Palina e di altre sei o sette società: quando c'è da firmare qualche documento, Porrà va dal notaio su una carrozzella spinta dai consulenti di Berlusconi. Fondatrice della Palina è Adriana Maranelli, una ignara colf emiliana a cui avevano chiesto di firmare, in cambio di un piccolo compenso, i documenti societari. Riccardo Maltempo è invece un meccanico che lavora in un'officina, ma risultava proprietario di tre società della galassia berlusconiana, rappresentate da un enigmatico finanziere siciliano, Giovanni Dal Santo, che compare in tanti passaggi importanti della storia finanziaria di Berlusconi. Del resto, anche le società chiamate Holding Italia Prima, Seconda, Terza eccetera, fondate il 19 giugno 1978 a Milano, appartengono a un prestanome: Nicla Crocitto, un'anziana casalinga abitante a Milano 2, che detiene il 90% delle quote e viene nominata amministratore unico delle società, mentre il restante 10% è intestato al marito, il commercialista Armando Minna, già sindaco della Banca Rasini e poi consulente di Berlusconi. Tra il 4 e il 5 dicembre 1978 Crocitto e Minna escono di scena, sostituiti da due fiduciarie: Saf (al 90%) e Parmafid (al 10%). Tra il 29 giugno e il 19 dicembre 1979 alle Holding, che hanno ciascuna il minimo di capitale sociale, vengono compiuti robusti conferimenti. Alla fine il capitale sociale della Fininvest (52 miliardi di lire) è controllato dalle 23 Holding (per 49,98 miliardi), tranne una piccola quota (2,02 miliardi) detenuta direttamente da Silvio Berlusconi. Nel 2003 le Holding sono ridotte a 20 e la Fininvest risulta controllata da Silvio Berlusconi per l'84,7% (2% direttamente e l'82,7% attraverso 18 Holding); il resto è nelle mani di Marina Berlusconi (7,65% attraverso la Holding Italiana Quarta) e di Pier Silvio Berlusconi (7,65% attraverso la Holding Italiana Quinta), Nel 2006 l'architettura societaria è finalmente semplificata e nella proprietà entrano anche i tre figli di Veronica Lario, che, attraverso la Holding Italiana Quattordicesima, controllano, in parti uguali, il 21,43% della Fininvest. Alla complicata struttura societaria hanno cercato di far luce anche i magistrati di Palermo, con una lunga indagine sul riciclaggio e sui percorsi di quei capitali, ma la Fininvest non ha fornito tutta la documentazione necessaria. E Berlusconi, interrogato a proposito il 26 novembre 2002, si è rifiutato di parlare, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Le banche, poi, non sono state di grande aiuto: la Banca Popolare di Abbiategrasso, per esempio, ha risposto "di avere disponibili gli estratti conto delle Holding per il dicembre 1978 limitatamente ad alcune Holding, infatti per 13 di esse la pellicola microfilmata risulta essersi bruciata" e la Banca Popolare di Lodi (l'Istituto di Fiorani che nel 1991 ha incorporato la Banca Rasini) in un primo momento ha negato che la Rasini avesse mai "intrattenuto rapporti attivi e/o passivi" con le Holding di Berlusconi e con altre società e manager del suo giro; solo dopo qualche insistenza istituzionale la Banca di Lodi ha cambiato versione e ha risposto che sì "la Rasini aveva intrattenuto conti correnti con le società in esame sin dal 1978", ma che nell'anagrafe aziendale della banca le società richieste erano catalogate sotto la curiosa voce "Servizi di parrucchiere e istituti di bellezza"...

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