la vita di Silvio B. (capitolo 11)
Tutto nasce a Milano 2, la "città satellite", il quartiere modello: non ha soltanto viali alberati e laghetti, piste ciclabili e attraversamenti pedonali. Ha, fin dal 1974, anche una televisione via cavo, che trasmette programmi in esclusiva per i suoi abitanti. E', all'inizio, una tv condominiale, un servizio in più offerto agli acquirenti, ma senza grandi ambizioni di programmazione, Nel giro di qualche anno, però, quel primo assaggio di tv privata è destinato a crescere, a uscire dai confini della città giardino e a diventare, via etere, la nuova televisione italiana e il nuovo core business di Berlusconi, che da immobiliarista diventa il padrone della tv commerciale. L'Italia diventa, a partire dai primi anni Settanta, il Paese più televisivo del mondo. L'etere si affolla di piccole tv locali, centinaia di antenne d'emissione spuntano in tutte le regioni. E' un fenomeno inedito, impensabile fino a pochi anni prima, dunque senza alcuna norma che lo regoli. Il mercato viene aperto da una sentenza della Corte Costituzionale che il 28 luglio 1976 consente alle radio e tv private di trasmettere via etere, ma limitandosi esclusivamente all'"ambito locale" (quello nazionale è riservato alla radiotelevisione pubblica, la RAI). Berlusconi aggirerà il limite con una trovata geniale, che viene attribuita a un suo consulente, l'avvocato Aldo Bonomo: invia cassette registrate con gli stessi programmi a diverse emittenti locali, che le mandano in onda contemporaneamente. Così la forma della legge è rispettata, ma l'effetto è la trasmissione su tutto il territorio nazionale. Nel 1978 le tv private in Italia sono già 434. Quello stesso anno, a settembre, comincia a trasmettere dagli scantinati del Jolly Hotel di Milano 2 la prima tv di Berlusconi, Telemilano58. Nel 1980 Telemilano si trasforma in Canale 5 e, dopo l'acquisizione di Italia 1 (nel 1983 dall'editore Rusconi) e Retequattro (nel 1984 dalla Mondadori), Berlusconi schiera un forte network con tre reti che parte all'attacco, nientemeno, che del gigante televisivo pubblico, la RAI...
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