la vita di Silvio B. (capitolo 15)
Berlusconi ha difficoltà su almeno tre fronti. Uno, il fronte economico: finita la fase espansiva degli anni Ottanta, il mercato della pubblicità televisiva entra per la prima volta in affanno e, più in generale, per la prima volta diventa pubblica la gravissima situazione in cui versano le sue aziende: hanno debiti per oltre 7 mila miliardi di lire. Un commentatore come Giuseppe Turani prende atto che le banche creditrici gli hanno imposto un manager risanatore al vertice delle sue aziende, Franco Tatò, e scrive che la Fininvest è addirittura in una situazione prefallimentare. Due, il fronte giudiziario: cresce attorno a lui, ai suoi uomini e alle sue aziende il pressing dei magistrati, con decine di inchieste aperte dalle procure di diverse parti d'Italia. Tre, il fronte politico: dopo Mani pulite, i suoi protettori e sostenitori (Craxi, ma anche una parte della Dc e i "miglioristi" del Pci) perdono consenso ed escono dal gioco del potere. Implode il sistema dei partiti che gli aveva consentito di diventare il padrone della tv in Italia. A queste tre crisi, Berlusconi reagisce nel più imprevedibile dei modi. Dal punto di vista economico avvia il "progetto Wawe" per la quotazione in Borsa delle sue attività televisive. Quel progetto sarà completato nel 1996, con il debutto sul mercato di Mediaset. Quanto al resto, Berlusconi sfodera una decisione inaspettata: rimasto orfano dei suoi padrini politici, si fa egli stesso politica. Il 26 gennaio 1994 annuncia con una videocassetta autoprodotta e poi distribuita alle tv ("L'Italia è il paese che amo...") la sua "discesa in campo". Inventa un partito nuovo di zecca, Forza Italia. Lo inserisce in uno schieramento che unisce due partiti che continuano a dichiarare di non voler stare insieme: la Lega di Bossi, al Nord, e l'Msi di Fini, al Sud. Così, il 27 marzo 1994, il "Polo delle libertà e del buon governo" vince le elezioni politiche e Forza Italia, partito creato in pochi mesi a suon di spot televisivi, diventa la prima forza politica italiana. Silvio Berlusconi l'11 maggio 1994 diventa presidente del Consiglio e un mese dopo, alle elezioni europee del giugno 1994, Forza Italia migliora addirittura i suoi risultati, raggiungendo il 30,6% dei voti. Nella nascita di Forza Italia ha un ruolo determinante Marcello Dell'Utri. Non solo perchè è lui a costruire, con la rete dei venditori di pubblicità della sua Publitalia, la prima ossatura organizzativa del nuovo partito. Ma soprattutto perchè è lui che, a sorpresa, spinge fino allo spasimo affinchè Berlusconi "scenda in campo", mentre quelli che fino a quel momento erano stato i più ascoltati consiglieri di Silvio in materia politica (da Gianni Letta a Fedele Confalonieri, fino a Maurizio Costanzo) lo sconsigliano decisamente dall'avventurarsi sul terreno elettorale. La procura di Palermo mette in connessione le pressioni di Dell'Utri a Milano con i suoi rapporti a Palermo: anche Cosa Nostra era alla ricerca di nuovi referenti politici. L'ala corleonese di Totò Riina aveva rotto i rapporti con i vecchi sostegni democristiani e andreottiani e aveva dichiarato guerra allo Stato, scatenando la stagione delle stragi del 1992 (Giovanni Falcone, Paolo Borsellino) e 1993 (le strane bombe contro il patrimonio artistico a Firenze, Milano e Roma). Aveva addirittura provato a costruire un partito in proprio, Sicilia libera. Poi, dal Nord, erano arrivate nuove rassicurazioni. Cosa Nostra, che dopo l'arresto di Riina era ormai guidata da Bernardo Provenzano, aveva sospeso l'attacco armato e aveva garantito il suo appoggio alla nuova formazione politica sponsorizzata da Marcello Dell'Utri...
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page