se tutti gli italiani fossero come Davide...
Sarò franco. Non mi era mai accaduto in passato, in questi tre anni di blog, di ricevere un commento ad un mio post come quello che ho letto poco fa nella mia casella postale elettronica. Il mio nuovo amico Davide riesce, con una naturalezza a dir poco sconvolgente, ad emozionarmi ed a colpirmi nel profondo del'anima con il suo scritto, con le sue idee, con la sua passione civica. Mi onoro di esserti amico (seppur telematico) caro Davide. Lo dico con il cuore. Ecco la sua lettera da poco arrivata nella mia mail. Caro Nomadus, davvero mi lasciano sempre sorpreso, e nel miglior senso del termine, le tue analisi, i tuoi veramente intellgenti post. Forse é proprio per questo, agganciandomi anche all'analisi che fai della geriatrica e incartapecorita societá italiana, che ben poca gente li legge. Non immagini quante volte l'argomento "Italia, che succede? Che cosa sta diventando il vostro/nostro Paese", sia il centro di accese discussioni con amici spagnoli (sempre piu' allibiti) e italiani (quelli emigrati dalla disperazione come me). E i filoni di discussione sono sempre gli stessi, quelli che anche tu conosci bene e non ti stanchi di esporre nel blog. Io credo di essere arrivato a una conclusione che ne accorpa allo stesso tempo le origini e le conseguenze, e non é certo una bella conclusione. Ovvero: la nostra mentalitá, la nostra identitá di popolo, parlando in un senso eterogeneo (e quindi ammettando ampie eccezioni, che peró sembrano risultare ininfluenti sul senso -appunto- globale), é stata per anni soggetta al relativo benessere che ha imperato dal dopoguerra, all'impulso dato dagli USA (che si é poi trasformato in servile dipendenza), ma ne è sempre in fondo rimasta la stessa di sempre, arrivando oggi, conformemente all'evoluzione storica delle cose, a estremizzarsi e a rattrappirsi nelle sue peggiori caratteristiche. Sto parlando della nostra innata tendenza al menefreghismo, alla visione dello Stato come di una entitá succhiasangue dalla quale scappare e truffare in ogni modo possibile, perché vista sempre come incapace di risolvere ed amministrare saggiamente i nostri problemi. Ognuno di noi, nella misura a lui piu' congeniale, cerca di svicolare le tasse, di ottenere il suo piccolo/grande privilegio, che lo aiuta a vivere meglio nel suo orticello (o immenso parco), ben sapendo che tanto dall'alto non verranno mai aiuti o reali benefici, ma solo inc..ate. Semmai, a un livello di benessere alto, lo Stato viene visto come un aggancio, una leva di potere alla quale la condizione di cui sopra ci permette di accedere per ottenere benefici negati a chi cerca semplicemente di vivere e lavorare onestamente. La collettivitá non ci appartiene, non siamo mai stati un popolo civile che pensa che un sacrificio attuato come singolo, l'obbedienza alle regole dettate dalla Costituzione (se vengono attuate collettivamente) porteranno un beneficio a tutti, e quindi anche a noi stessi. Una parte di questo ragionamento può essere comprensibile, vista la effettiva inefficienza, corruzione e malversazione dei nostri governi, storicamente parlando. Ma anche questo è frutto dello stesso tipo di mentalitá, che semplicemente viene applicata dai politici nella loro funzione di governanti, pregiudicando la funzione che gli viene assegnata dal popolo, e quindi infondendogli questo senso di inadeguatezza, questa percezione di truffatori, di ladri, di incapaci. Le nostre indubbie qualità, quali creatività, poetica, brillantezza, dinamismo, umorismo, allegria e simpatia, per citarne alcune che potrebbero anche sembrare luoghi comuni ma invece sarebbero effettivamente grandi qualitá su cui avremmo potuto costruire grandi cose nel nostro Paese, insieme alle enormi risorse che esso offre, le abbiamo sempre piú votate al beneficio di una sfera personale, intima, a difesa di piccoli gruppi di interesse, fino ad arrivare al disastro di oggi, dove giá non siamo piú capaci di esprimerle collettivamente, ma anzi diamo un’immagine diametralmente opposta a chi ci guarda da fuori (giá, da fuori, dato che a noi comunque piace tantissimo imbrodarci nella nostra retorica “nazionale”, e sempre più spesso siamo incapaci di guardare con interesse e con apertura mentale al di fuori dei nostri confini, di capire come interagiamo nello scacchiere europeo e mondiale). Siamo sempre piu’ il popolo dagli occhialoni Gucci, la camicia bianca impeccabile e i vestiti griffati molto appariscenti D&G. Il popolo fighetto, curato, bello e seduttore, ma allo stesso tempo maleducato, arrogante, un po’ rozzo e abbastanza ignorante. Almeno questo è quello che io percepisco senza ombra di dubbio vivendo all’estero. Una brutta caricatura di quello che io invece credo siamo, lo ammetto, ma purtroppo è l’effettiva immagine che fuoriesce dallo stivale berlusconizzato. E di certo ne è la degna rappresentazione: una faraonica autocelebrazione con tanta apparenza/appariscenza e infimi contenuti. È senza dubbio gratificante vedere come invece tanti italiani, di cui molti vivono all’estero, danno ancora l’immagine reale del nostro popolo capace di creare ricchezza e innovazione, di gente seria che sa lavorare e allo stesso tempo capace di ridere, far ridere e divertirsi, divertire. Ma tutto ciò avviene perchè a monte si è sempre fatta la stessa scelta, quella di lasciare il vascello affondare nei suoi mali insanabili. Quello che sta succedendo oggi in Italia, in ogni settore, in ogni campo, dall’economia alla politica alle dinamiche che regolano la vita sociale, é il triste frutto dell’involuzione di questa mentalità, questa parte peggiore del nostro innato carattere. La dura crisi che sta colpendo il mondo oggi non ha fatto che acutizzare la crisi che giá ci attanaglia da almeno 10 anni, dalla fine dell’ideologia, dall’inzio di Tangentopoli, da quando Silvio è sceso in campo per tappare la voragine che si era spalancata sotto i nostri occhi: la consapevolezza che tutto il benessere su cui avevamo galleggiato per anni era stato costruito sulla menzogna, sulla corruzione, sull’abuso del potere. Quello che è successo da allora, lentamente, è stata la legittimazione di quello stato di cose, la presa di coscienza che sì, siamo così!! Che abbiamo sempre costruito la maggior parte delle cose su queste basi e che non c’è modo di farlo altrimenti, che così va bene e che si continuerà a farlo così. Questo almeno il discorso portato avanti dal Pifferaio, e non ce ne si può certo stupire, visto l’elemento in questione, nato e vissuto nel brodo di cottura di questa cultura indegna. La cosa triste, tristissima, IMMENSAMENTE TRISTE, è stato vedere lo sfacelo morale e materiale, durante tutti questi anni, di chi avrebbe dovuto impedire, contrastare, proporre un’alternativa valida, seria e fattibile a tutto ció. La sinistra, i democratici, i radicali, i comunisti vituperati e i cattocomunisti: tutta questa galassia di formazioni che tanto hanno sbraitato, che tante purissime idee hanno sbandierato, che tante occasioni hanno avuto per cambiare la rotta, per dare impulso all’Italia migliore, per dare voce alla nostra parte piu’ bella, piu’ onesta e seria, hanno invece miseramente vivacchiato, eternamente litigato, anche loro hanno ceduto volgarmente alla tentazione dell’orticello, arraffando privilegi e non rischiando nulla più del dovuto. Hanno sempre alimentato un clima di disunione e contrapposizione tra le mille anime presenti, fino all’odierno risultato. Il disastro. Quando hanno avuto l’opportunità, governando, di marcare la differenza a livello ideologico e pratico, hanno invece sempre dato fondalmentalmente l’immagine di divisione, di incompletezza, di incomprensione tra di loro e non hanno mai saputo colpire l’avversario nel momento di debolezza (cito due casi emblematici: la risoluzione del conflitto di interessi e il crollo dell’ultimo governo Prodi, quello che doveva “rigenerare” l’Italia massacrata dal quinquennale governo Silviota, per mano dello squallido Mastella, alleato indispensabile dello 0,4% che era stato pescato con le mani nel sacco distribuendo posti clientelari nella Sanità pubblica e che per vendetta ha affossato un già agonizzante governo proprio nel momento di massima debolezza del Popolo della Libertà, quando sembrava che nemmeno Re Silvio potesse piu’ tenere a bada gli alleati ribelli e agguerriti. Invece gli stesero davanti così facendo un tappeto rosso e le chiavi del Paese). Il progressivo deterioramento dell’immagine e della sostanza del blocco della Sinistra, insieme alla fisiologica scomparsa dei “duri e puri” comunisti (che a mio modo di vedere non hanno mai reso un buon servizio al Paese, ma anzi condividono a piene mani le colpe del disastro), hanno in tutti questi anni portato al trionfo dell’immagine e della sostanza del Berlusconismo, che nel suo leader inossidabile e certamente carismatico e incredibile comunicatore (anche grazie appunto ai mezzi che gli hanno regalato), ha incrementato fino al parossismo attuale la sua essenza: Lui sa come risolvere i problemi, Lui ha saputo e sa mantenere unito il Popolo delle Libertà, Lui sa come governare il Paese, come mandare avanti l’Azienda Italia. Questo, a grandi linee e secondo la mia modesta opinione, è quello che è successo e quello che sta accadendo nel nostro ex-Belpaese. E siccome sotto la edonistica retorica del Pifferaio sappiamo bene (ma siamo sempre meno e sempre più sconfitti) cosa si cela, questo compattarsi della società intorno a una ideologia di plastica, comporta le conseguenze che tu, caro Nomadus, elenchi: vecchiume, conformismo estremo, insieme alle nuove paure che l’apparato mediatico del novello Imperatore diffonde tra i suoi sudditi per mantenerli docili e spaventati: il terribile rumeno stupratore-assassino-che-ti-ruba-in-casa-e-anche-il-lavoro, il pericoloso ubriaco/drogato al volante, il pessimo fannullone, il viscido comunista, ecc..(il mafioso no!! Quello è pericoloso per davvero, e quindi affrontarlo apertamente mette più male, e poi si sa, li ci si può mettere d’accordo, qualche stalliere, brava gente...)Berlusconi ha vinto, e trionfa con queste banali armi, perchè nessuno ha mai saputo combatterlo efficacemente, nè ha mai saputo dare una alternativa valida. E a mio modo di vedere non c’è nepure ora, nè se ne vede l’ombra in lontananza. Anzi, se anche sorgesse come un messia da qualche buio angolo, dovrà sempre combattere, prima del potente Pifferaio, una schiera di temibili avversari interni, sotto la guida del più nefasto potere trasversale che, insieme alla Mafia, è sempre stato il nostro più gravoso problema: il Vaticano. Con queste premesse e questi risultati, e con il cuore stretto in mano, la mia personale soluzione è quella che tanti mi criticano, e che io stesso non ho preso a cuor leggero, ma che penso sia l’unica che possa permettere di poter portare avanti una vita vissuta onestamente e senza dover combattere ogni giorno contro troppe, troppe avversità, morali, etiche e materiali: andarsene. Non sai quanto mi pesi dire queste cose e vedere in quale orribile stato versino le cose nel mio amato Paese, che amo tanto e che tanto mi ha dato. E ancor peggio, dirti che sinceramente non vedo allo stato delle cose che tutto ciò possa, almeno a breve-medio termine, migliorare. Quello che posso fare è mantenere vivo l’interesse delle persone a me vicine, e quelle che posso raggiungere in qualche modo, ad esempio pubblicando questo post. E portando avanti con la mia esperienza personale e la mia vita, l’immagine migliore dell’Italia e del nostro popolo, nella speranza che davvero, un giorno possiamo tornare a essere il Paese del Rinascimento. Un abbraccio. Davide
4 Commenti:
Caro Nomadus, che dirti: sei un grande. Ci vorrebbero persone come te in politica, l'Italia si riprenderebbe. Continua così, non stancarti mai: siamo in tanti, anzi tantissimi che la pensano come te. Dovremmo seguirti e combattere questo sistema vergognoso che ci sta portando al declino totale. Se la politica va male, tutto il Paese crolla. Fermiamo il Pifferaio di Arcore: non si può più lasciarlo giocare sulla nostra pelle. Ciao. Liliana.
Di Anonimo, Alle 30 marzo, 2009 21:51
Carissima LILIANA, prima di tutto benvenuta! Dbbo confessarti che le tue parole mi hanno davvero emozionato: non è da tutti esporsi in questo modo e inondare il sottoscritto di complimenti e di inviti a proseguire (come ha fatto ultimamente DAVIDE). GRAZIE di cuore. Spero di rileggerti presto anche sull'altro mio blog (TPI-BACK). Un caro saluto da nomadus.
Di nomadus, Alle 30 marzo, 2009 22:51
Buongiorno carissimo.Non posso che augurare il benvenuto ai nuovi arrivati.Il congresso del PDL è stato inquietante.E'ora che le forze autenticamente democratiche si uniscano per sbarrare le porte al berlusconismo imperante.Un caro saluto da Mauro.Ti seguo sempre.
Di Anonimo, Alle 31 marzo, 2009 06:59
Ah se non ci fossi tu, caro MAURO, con la tua razione quotidiana (o quasi) di conforto e di pungolo a continuare questa mia avventura nella blogosfera...Immagino che i nuovi arrivati (DAVIDE e LILIANA) siano estremamente lusingati dai saluti di benvenuto di un vecchio lettore dei miei blog. Continua a seguirmi, carissimo. Un affettuoso saluto.
Di nomadus, Alle 31 marzo, 2009 20:30
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page