l'ora delle scelte (giudiziose) è arrivata
Mentre mi accingo a scrivere queste poche righe di riflessioni (amare) e di valutazioni (speranzose) sul prossimo futuro del Partito Democratico e sulla sinistra in genere, ecco che mi giungono i flash d'agenzia sulla probabilissima elezione a nuovo segretario del partito di Dario Franceschini, amico fraterno e delfino fedele e giudizioso (almeno spero) dell'ex leader Walter Veltroni. L'ora delle scelte, come recita il titolo di questo post, è arrivata. Non ci si può fermare, non si può indugiare nè delegare ad altri tempi e modi d'azione. La Storia non aspetta e nemmeno la base del movimento di sinistra e dei giovani sapientemente illustrati da un intervento di Rossaura sull'altro mio blog. Riflettendoci bene, la recente crisi del Partito Democratico non è soltanto la vicenda di una parte politica. Le conseguenze di queste difficoltà si riverberano infatti sulla democrazia italiana nel suo complesso, che è stata costruita dai nostri Padri costituenti come una democrazia dei partiti: soggetti costituzionali che, ai sensi dell’art 49 della Costituzione, sono lo strumento attraverso il quale i cittadini possono concorrere con metodo democratico (democratico c'è scritto, caro cavaliere!) a determinare la politica nazionale. E che si proiettano entro le stesse istituzioni, come ci mostra l’articolazione delle Camere in gruppi parlamentari, anch’essi costituzionalmente riconosciuti (art.82). Ma non si tratta della crisi profonda di un partito politico qualsiasi, anzi, di un partito quasi sperimentale, come altre volte è accaduto nella storia italiana. Il Partito Democratico costituisce, da un lato, il più serio tentativo (nell’Italia post ‘89) di preservare la forma partito come veicolo principale della rappresentanza politica, rinnovandola senza cedere né alla deriva lideristica né a quella movimentista. Poi, è il principale partito di opposizione. Con un suo preciso ruolo costituzionale, sia pure non formalmente riconosciuto in norme scritte. Senza una opposizione forte e credibile, il compito di limitare lo strapotere delle maggioranze politiche ricade per intero sugli organi di garanzia (Presidente della Repubblica e giudici) con le conseguenze che stanno sotto i nostri occhi. È pertanto necessario che la classe dirigente del Partito Democratico sia, almeno in questo cruciale momento, consapevole delle conseguenze delle sue azioni e all’altezza delle sue responsabilità, cogliendo le istanze di rinnovamento che, con lo strumento di cui dispone, il voto, il suo elettorato va disperatamente sollevando. E' chiaro il messaggio? Spero di sì...
2 Commenti:
Caro Nomadus anch'io ti tengo spesso d'occhio anche se, come avrai notato in giro per blog, sono sempre più avido di commenti.
Perchè? Nel post di domani lo spiego molto bene, essendo il mio post (ahimè)collegato anche alle tue aspettative e speranze...
Di il Russo, Alle 21 febbraio, 2009 21:04
Caro RUSSO, è un onore per me averti ospite di prestigio sul mio blog. E' sempre un piacere leggerti, perchè la tua passione politica e la tua intelligente comunicativa fanno bene al cuore e all'anima, facendoci crescere ogni giorno intellettualmente e caratterialmente. Il che, di questi tempi, non mi sembra proprio poco...Attendo con legittima curiosità il tuo post di domani. Un affettuoso saluto da nomadus.
Di nomadus, Alle 21 febbraio, 2009 21:16
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