l'Antipatico

domenica 28 dicembre 2008

la tela di Penelope delle riforme


Voglio dedicare questo mio post numero 300 ad una piccola riflessione che in questi giorni di festa mi ha accompagnato tra una fetta di pandoro e un calice di moscato. La riflessione verte principalmente sulla sensazione che queste benedette riforme auspicate da tutti, alla fine vengano inspiegabilmente cassate dai più. Una sorta di istituzionale tela di Penelope, dove il giorno si tesse, si intreccia, si inciucia e di notte si disfa. E' dai tempi della famosa Bicamerale targata D'Alema -Berlusconi che si procede in questo senso e non se ne vede una soluzione in tempi rapidi. I problemi istituzionali esistono, certo, ma vanno affrontati con criteri rigorosi. Primo: niente complesso di Penelope, che ricomincia sempre daccapo a tessere. Nella scorsa legislatura i due schieramenti avevano condiviso la bozza Violante che prevedeva tra l’altro un rafforzamento del Presidente del Consiglio secondo standard delle democrazie parlamentari europee. Si riparte da lì, anche per emendarla, ma non da zero, altrimenti è propaganda inutile. Secondo (sempre sul metodo): niente presenzialismo del Governo. La materia costituzionale è tipica di intese tra i parlamentari, non schiacciamo anche quella sulla logica maggioranza-opposizione perché altrimenti le divisioni sul Governo si rovesciano anche lì. Conviene a tutti, anche ai parlamentari della maggioranza, che sulla legislazione ordinaria hanno spazi minori di protagonismo. Il Governo sia un facilitatore, sullo stile come fu Prodi, ma eviti eccessi, come parlarne in conferenze stampa sulla sua attività, per rimpinguare il magro bilancio reale con fuochi pirotecnici. Terzo: quando una transizione è iniziata, quando non si costruisce da zero, il diritto deve nascere dal fatto, non da schemi astratti. Il nostro fatto è dato da due elementi: una scelta sostanzialmente diretta del Presidente del Consiglio attraverso la sua maggioranza, da regolare bene con qualche dose di flessibilità ma non con trasformismi durante la legislatura. E un Presidente della Repubblica in cui possano riconoscersi tutti. A questi elementi vanno aggiunti nuovi contropoteri. Non si vede perché dovremmo trasformare il Capo dello Stato in capo della maggioranza sopprimendo il Presidente del Consiglio o trasformandolo nel proprio principale collaboratore, riducendo una delle poche garanzie che già abbiamo. Quarto: niente clonazioni, niente modelli da prendere chiavi in mano. Il collegio uninominale a doppio turno è ottimo a prescindere dalla forma di governo: collega bene eletti ed elettori evitando preferenze e liste bloccate. Il primo turno può anche funzionare da primarie, portando naturalmente alla scelta di una maggioranza. Lo proponeva don Sturzo per l’Italia parlamentare dei primi anni '50 contro lo status quo della proporzionale nuda e pura, e contro il premio di maggioranza. Allora l’elezione diretta del Presidente in Francia non c’era e quando arrivò, nel 1962, trovò già il collegio uninominale introdotto dal 1958, dopo aver sperimentato sia la proporzionale pura sia il premio. Ripartiamo dal Parlamento e non dalle conferenze stampa del Governo, dalla bozza Violante e dalla riflessione profetica di Sturzo. Con Penelope si fa la propaganda e si perde inutilmente tempo, così invece si serve il Paese. Che, alla fine, è quello che vogliono i cittadini.

2 Commenti:

  • Mi fa piacere che siamo difronte al computer nello stesso momento.Per quanto riguarda le riforme istituzionali sono un fautore della suddivisione ed autonomia dei tre poteri costituzionali dello Stato,con un Presidente della Repubblica a garanzia di tutti gli schieramenti politici.Per quanto riguarda la legge elettorale,forse,preferisco un proporzionale puro con sbarramento al cinque per cento.Probabilmente perchè mi piacerebbe vedere un forte partito di sinistra autonomo ed autosufficiente e fortemente radicato sul territorio.Naturalmente è una mia opinione sempre confutabilissima.CIAO MAURO.

    Di Anonymous Anonimo, Alle 28 dicembre, 2008 19:21  

  • Della serie le distanze allontano, i pc avvicinano. Stiamo dialogando in diretta e in sumultanea caro MAURO, come fossimo al telefono. Meno male che c'è Internet! Grazie di cuore del tuo (come al solito) intelligente ed appassionato commento. Spero anch'io in un partito di sinistra autonomo, autosufficiente e fortemente radicato sul territorio. Ancora un salutone.

    Di Blogger nomadus, Alle 28 dicembre, 2008 19:26  

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