l'Antipatico

mercoledì 2 aprile 2008

quel voltagabbana di Paolo Guzzanti




Abbiamo sempre creduto (non sappiamo se a ragione o meno) che i giornalisti della carta stampata, così come quelli delle radio e delle televisioni, siano l'espressione massima della libertà di pensiero, di critica e di appartenenza ad un giornale. Un pò come capita per un calciatore che ha sempre militato nella stessa squadra, diventandone una bandiera. Come il direttore generale di una società (grande o piccola che sia) che ha sempre lavorato solo ed unicamente in funzione della propria azienda. Giornalisti simbolo ce ne sono stati e ce ne sono ancora (basti pensare ad Arrigo Benedetti che diresse sempre L'espresso, a Eugenio Scalfari che scrive sempre per la Repubblica, a Giorgio Bocca che ha scritto sempre per lo stesso quotidiano romano). Abbiamo invece constatato, a malincuore, la trasformazione (professionale e ideologica) di quello che è stato, in passato, un ottimo giornalista, e che oggi non è più, essendo "prezzolato" dalla famiglia Berlusconi, scrivendo sotto dettatura per il Giornale. Stiamo parlando di Paolo Guzzanti, 68enne romano, senatore di Forza Italia, che 30 anni fa (il 16 marzo 1978, giorno dell'eccidio di via Fani) ebbe l'onore di apparire sulla prima pagina (e a pagina 2, come nella foto in alto) de la Repubblica, con uno dei suoi ottimi articoli sullo scandalo Lockheed che all'epoca terremotò la Democrazia Cristiana, il PSI e il PSDI. Oggi invece Guzzanti si "prostituisce" per il fratello dell'ex presidente del Consiglio, scrivendo e attaccando a piè sospinto la sinistra e il precedente governo Prodi (per averne un esempio, http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=251827), dopo essere stato invischiato (con le funzioni di "mente organizzatrice") nell'affare Mitrokhin, tentativo di delegittimazione di Prodi e della sinistra in genere. Insomma un bel passo da voltagabbana, quello tenuto da Guzzanti. Da co-fondatore di un giornale che ha segnato una svolta epocale nel panorama dell'editoria nazionale (sposandone l'ideologia e la naturale appartenenza culturale), fino a diventare un millantatore e fomentatore di crisi governative, con appendice di sudditanza (psicologica e di stipendio) dai Berlusconi Brothers. Complimenti, senatore Guzzanti, complimenti vivissimi per il suo percorso professionale ed ideologico. Meno male che i suoi figli non l'hanno seguita sulla stessa, vergognosa strada...

2 Commenti:

  • Buonasera carissimo.Guzzanti me lo ricordo anche io.Non riesco a capire la metamorfosi di determinate persone.E'giusto ripensare criticamente certe esperienze,ma determinati valori una persona li dovrebbe portare tutta la vita.Mauro.

    Di Anonymous Anonimo, Alle 02 aprile, 2008 19:29  

  • Purtroppo, caro MAURO, i reali "valori" della vita oramai sono in disuso. Sono relegati quasi ad orpelli della propria personalità, ad optional del proprio ego, in pratica sono sempre più rari. E non ha fatto eccezione certamente GUZZANTI, che ha fatto lo stesso percorso mentale ed ideologico di FERRARA: dalla sinistra alla destra, così, senza batter ciglia, con nonchalance. E senza vergogna.

    Di Blogger nomadus, Alle 02 aprile, 2008 19:58  

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