l'Antipatico

mercoledì 26 marzo 2008

le comiche dei sondaggi


Abbiamo letto stamani un gustoso articolo a firma Enzo Costa su l'Unità riguardante la moda dei sondaggi in campagna elettorale, la loro fallibilità e l'uso smodato che ne fa Bruno Vespa all'interno del suo Porta a porta, unitamente al suo sondaggista di fiducia (secondo noi da sfiduciare) Renato Mannheimer. Vi riproponiamo integralmente il caustico articolo. Buona lettura. Porta a Porta e i sondaggi Via col vento

Non escludo affatto di sbagliarmi, di aver rimosso la cosa, di avere una memoria più labile di quella dello Smemorato di Cologno di fiorelliana memoria, se non di Gianfranco Fini (quello che bollò come «comiche finali» il partito del predellino dello Smemorato di Cologno autentico, e che ora gli scodinzola dietro, dopo aver proclamato per il 13 aprile la Festa della Liberazione, per la gioia immemore sua e della nipotina di colui da cui l’Italia grazie al cielo si liberò sul serio il 25 del mese medesimo). Insomma, se ricordo male, sono pronto a rettificare, fatto sta che - per quanto mi sforzi - non riesco a rammentare, da fedele telespettatore di Porta a Porta, che due anni fa, di questi tempi, le puntate elettorali della trasmissione ospitanti i principali candidati al governo prevedessero un elemento oggi costante: la rassegna integrale dei sondaggi sulle intenzioni di voto. Eppure, a ben pensarci, la situazione era specularmente identica o quasi: chi aveva governato in quella legislatura risultava, da pressoché tutte le rilevazioni statistiche, in svantaggio; di conseguenza, chi era stato all’opposizione veniva accreditato di parecchi punti percentuali in più. Situazione simile a oggi, per l’appunto, ma a parti invertite: allora il centrodestra era indietro, e il centrosinistra davanti. Una differenza piccola, ma non irrilevante, è che l’inseguitore del 2006 (Berlusconi) negava fin da subito di essere in svantaggio, e lo faceva definendo (impunemente, ça va sans dire) falsi e comunisti tutti i sondaggi tranne quello da lui mai ben esplicitato, di origine americana, che a suo vaghissimo dire lo dava testa a testa con l’avversario. Mentre l’inseguitore del 2008 (Veltroni) parla da un po’ della rimonta in corso (effettivamente attestata da diverse ricerche), e adesso aggiunge che potrebbe non essere colta del tutto dai sondaggi, senza però mai disconoscere la regolarità dei loro metodi di rilevazione, anche di quelli dai risultati meno favorevoli, che lo piazzano distante dall’avversario. Ma la differenza davvero significativa - sempre che la memoria non mi tradisca - è, lo accennavo poc’anzi, questa: Porta a Porta due anni fa non faceva quello che fa oggi. Vale a dire non affidava all’affabile Renato Mannheimer un periodico bollettino dei sondaggi, non solo di quello realizzato dal suo istituto (che di solito per Veltroni registra un maggiore recupero), ma anche di tutti gli altri, debitamente illustrati da una grafica eloquente, che - partendo dal dato scritto sul partito dell’ospite di turno - consente a ricercatore e conduttore di dire e ribadire la distanza che lo separa dal dato del partito avversario. E l’impatto è notevole: ha voglia, chi insegue, a sottolineare la rimonta (più o meno marcata), l’effetto visivo e sonoro di quel sistematico panorama sondaggistico è - puntata su puntata - una sorta di riaffermazione d’ineluttabilità: il Pdl è in vantaggio, il Pd è in ritardo. Non sto qui a questionare sull’attendibilità di queste rilevazioni. Né a far presente come il ripeterle ossessivamente, con tanto di tabelle a tutto schermo, possa giovare all’esito che esse a oggi prefigurano, persuadendo i molti incerti sull’inutilità di votare per chi è sempre distanziato (come si dice, l’effetto “profezia che si avvera”). Sono qui, più semplicemente, a interrogarmi sulla curiosa diversità con le precedenti elezioni politiche: com’è che (sempre nel caso io ricordi bene) durante la campagna elettorale 2006 l’imparzialissimo Vespa non commissionò al fido Mannheimer un lavoretto simile? Com’è che - a fronte di un Prodi dato in nettissimo vantaggio da tutti i sondaggi eccetto quello fantomatico made in Usa vagheggiato dal Cavaliere - non assistevamo, introdotto dalle accattivanti note di «Via col vento», all’irradiamento sistematico di numerosissime rilevazioni statistiche dei più autorevoli istituti di ricerca attestanti giorno dopo giorno, puntata di Porta a Porta dopo puntata, una sostanziale staticità degli orientamenti di voto, con Prodi in sistematico vantaggio e Berlusconi (a dispetto del suo imprecisato sondaggio) in sistematico ritardo? Il fazioso centrosinistrorso che è in me risponde che ciò avveniva perché - in quel caso - l’effetto «profezia che si avvera» sarebbe stato sgradito al centrodestra. E perché conferire autorevolezza (mostrandoli sistematicamente) a sondaggi che Silvio dava per taroccati, avrebbe scalfito la tesi del Cavaliere, (s)qualificandolo agli occhi dei teleutenti come un bluffatore. Ma sono certo che quel notaio super partes di Vespa saprà fornirmi una spiegazione ben più credibile (sempre che, lo scrivo ancora una volta, io non abbia dimenticato i puntualissimi sondaggi periodici di Porta a Porta 2006).

2 Commenti:

  • Buonasera,purtroppo ho la sensazione che determinati sondaggi servano appunto a determinare l'ineluttabile e a scoraggiare lo schieramento avverso al cavaliere,nota la minuscola.L'unica cosa che posso augurarmi è che il 14 aprile questi sondaggi siano sbugiardati.MAURO

    Di Anonymous Anonimo, Alle 26 marzo, 2008 19:13  

  • Buonasera a te, caro MAURO. Come sempre, hai colto nel segno con il tuo commento. E' quello che penso anch'io, questa girandola di sondaggi e previsioni taroccate servono come la sabbia negli occhi, in modo da non far vedere la nuda e cruda realtà. Ma alla fine, è pacifico, il vento si acquieterà, il panorama sarà più limpido e trasparente. E secondo me si vedrà una bella bandiera sventolare con il simbolo tricolore del PD...

    Di Blogger nomadus, Alle 26 marzo, 2008 19:49  

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