l'Antipatico

martedì 8 aprile 2008

oggi, 10 anni fa


Secondo appuntamento con la serie rievocativa di avvenimenti o fatti curiosi avvenuti esattamente 10 anni fa. Abbiamo scelto oggi una particolare intervista, uscita l'8 aprile 1998 sulle colonne del Corriere della Sera, fatta da Sabina Guzzanti al politico che allora andava per la maggiore e che da lì a poco (esattamente il 21 ottobre) sarebbe diventato presidente del Consiglio. Stiamo parlando di Massimo D'Alema. L'articolo, che riportava l'intervista televisiva della Guzzanti, è firmato da Paolo Conti. Noi ve lo riproponiamo integralmente. Buona lettura. Il Tao, la mamma, Veltroni. E Cossiga, le smorfie collezionate da "Striscia la notizia", Berlusconi, le donne. Risponde proprio a tutto, Massimo D'Alema. A patto che a intervistarlo non sia un giornalista ma un'attrice comica di talento come Sabina Guzzanti, l'indimenticata D'Alema - bis che nel "Pippo Chennedy show" ironizzo' sul "recinto per la stampa" nella citta' ideale dalemiana. Sabato sera su Raidue alle 22.40 uno "Speciale Passioni" di quaranta minuti mostrera' come l'antico e nobile gioco del giullare (svelare al potente le verita' piu' odiose usando la satira) funzioni anche alle soglie del Duemila. E come Sabina Guzzanti possa porre a D'Alema (che probabilmente sta al gioco per sfottere i detestati iscritti all'Ordine: vedete? a lei rispondo su tutta 'sta roba e a voi no) domande che oggi, con l'Ulivo al potere, pochi giornalisti sottoporrebbero al segretario di Botteghe Oscure. Esempio: Guzzanti: "Lei e' consapevole che in larga parte della societa' civile il risotto allestito da Vespa e' ritenuto uno degli orrori del comunismo?". D'Alema (occhio un po' sbarrato): "Ho visto di peggio. Non era cosi' cattivo, era una cosa improvvisata tra amici, hanno polemizzato per il vino rosso ma al nostro livello va bene". Oppure: Guzzanti: "Quando l'Ulivo vinse lei disse che ci sarebbero stati piu' diritti e meno favori. Lo ripeterebbe dopo questa lottizzazione feroce? Avete occupato tutto: la Rai, l'Enel...". D'Alema: "Non abbiamo occupato niente, il governo ha nominato persone capaci, c'e' una probabilita' statistica che qualcuno voti per noi... spesso mi attribuiscono nomine di persone mai viste. E poi il governo non puo' nominare persone di sua fiducia?". Altro duetto: Guzzanti: "Con l'Europa, Prodi ormai e' un eroe. Come fara' adesso a prendere il suo posto a palazzo Chigi?". D'Alema: "Prodi e' un caro amico. Questo non e' un problema. Non si preoccupi... non sono preoccupato io...". Insomma: lei sorride sostenendo la parte dell'intimidita ("Vado a intervistare Dalai Lema, faccio una cosa semplice senno' si irrigidisce"). E pure lui sorride, all'inizio, indossando i panni del politico rilassato. Si parte soft. Su Cossiga: "Un uomo che e' stato presidente della Repubblica non dovrebbe entrare nella mischia politica, dovrebbe mantenere maggiore distacco". Sul Taoismo (sebbene Sabina tenti un soave trabocchetto: "Più disciplina di meditazione o tattica militare?") che per D'Alema e' "percepire il movimento profondo delle cose, interpretarlo e assecondarlo, non forzarne il corso" quindi meglio "il Tao di Hegel, la storia insegna che se si forzano le cose seguono i disastri". C'e' anche un riconoscimento per Berlusconi: "All'inizio ha indubbiamente interpretato il senso profondo del Paese in quel momento ma poi ha esagerato, ha strafatto". Guzzanti: "Non e' strano che sotto l'Ulivo si sta arricchendo in modo smisurato?" D'Alema: "Dicevano che volevamo vincere per portarlo sul lastrico... Pare che si stia arricchendo da quando non si occupa piu' di tv. Non so se sia casuale ma cio' accade da quando non si occupa piu' delle sue aziende, si vede che le ha lasciate in mano a persone capaci". Un buffetto a Veltroni: "Cattivo? No, un po' permaloso, ma lo sono anch'io, e' una bella gara". E una carezza alla mamma: "Come carattere ho preso da lei, una donna passionale". Le donne? "Hanno la capacita' di metterti in dubbio con te stesso". In quanto alle celebri smorfie (Guzzanti: "Perche' non ne fa piu'? Ha sempre quella bocca rigida - rigida"): "Gia', non ne faccio piu', mi sfogo da solo in barca". Ride meno D'Alema, anzi per niente, quando parla dei giornalisti: "Una delle corporazioni piu' potenti del Paese. Per esempio, il direttore di un grande quotidiano nazionale e' molto, molto potente... Sono intollerante con chi dovrebbe sapere, ed e' pagato per questo, e invece non sa. Non condivido il chiacchiericcio di certi colleghi politici. Se uno vuole che esca una cosa, la dice a un giornalista e prima o poi uscira', vera o falsa che sia, questa non e' liberta' di stampa, ma complicita' oscura". O dei magistrati: "Il rischio della prescrizione c'e' anche perche' l'azione giudiziaria e' iniziata tardi rispetto ai reati, per un po' la magistratura non li ha perseguiti". Si torna a ridere sui dalemoni, cioe' le strategie di Massimo. La Guzzanti azzarda: "Se Bertinotti entra in disaccordo con voi nel semestre bianco quando il Presidente non puo' sciogliere le Camere, farete un governo con chi e' disponibile?". D'Alema: "Cosi' alle elezioni Rifondazione dice: guardate con chi si sono alleati, votate per noi! Non e' un dalemone, e' un bertinottone!". A telecamere spente la Guzzanti confessa: "Ha una tecnicaccia intimidatoria niente male, ti senti addosso una specie di pitone, devi torgliertelo senno' ti stritola".

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