l'Onda lunga di Rossaura
Immaginavo che la risposta di Rossaura al mio precedente post (ispirato dall'articolo di Curzio Maltese su il Venerdì di Repubblica) necessitasse di una trasposizione da commento ad articolo giornalistico. Come sempre, d'altronde. Ed eccola accontentata, madeimoiselle Ross! Buona lettura a tutti. Sì, concordiamo tutti con l'analisi di Curzio Maltese che comunque si è dimenticato del movimento studentesco della fine degli anni '60. Che è stato il più radicale e innovatore. Esiste in questo momento, però, un problema di comunicazione fortissimo: lo spazio degli anni di cui stiamo parlando non è lo spazio di oggi. Come vediamo bene l'Onda si è alzata e ha raggiunto varie parti del mare, ma sembra ormai spiaggiata. Ho tentato più volte di ragionarci con mio figlio, che di Onda se ne intende visto che è uno dei promotori nella sua Università. Esistono delle mentalità, in questi giovani, che riducono il movimento ad un'improvvisazione spontanea che non riesce ad eleggersi a "scuola di pensiero". Non è sufficiente che si muova spontaneamente una parte della gioventù per essere movimento. Necessitano ben altre cose. Per esempio una strutturazione del pensiero (attorno a ciò che ha causato il sommovimento) e al futuro di qualsiasi movimento di opinione dei giovani attorno alla scuola. La mentalità singolaristica e la presunzione di meritocrazia lede terribilmente questa gioventù. Ma che si può fare se ciò che hanno imparato (dal mondo in cui vivono e dai nostri messaggi educativi) è che l'importante è uscire singolarmente dalla feccia, senza la voglia di solidarietà che comporterebbe il tirar fuori tutta la compagnia? Nel merito del post non credo che la "nuova" linea del nuovo segretario riuscirà a riportare il PD nella carreggiata che doveva essere "primarie sempre e comunque", ossia la democrazia della base e l'avvento del nuovo. Come già ebbi a dire, se il nuovo (pur se osteggiato dalla nomenklatura) è rappresentato da Matteo Rienzi (giovane e rampante yuppie più somigliante ad un berlusconiano che ad un concreto democratico dalle idee chiare e comprovate), allora anche qui siamo alla frutta. Non dico che il nuovo debba uscire dalla scuola di partito, ma almeno non dalla parrocchia, non dall'associazionismo religioso e praticante. Possibile che non esista una prassi di educazione politica che si filtri attraverso il sindacato oppure attraverso esperienze nell'ambito dei circoli o negli apparati amministrativi? Forse perchè il sindacato è stato zittito dal governo e dal PD che non ha alzato un dito nei confronti di obbrobri tipo la firma disgiunta di un patto sindacale e il confinamento verso l'oblio della Cgil? Partire dal territorio vuol ben dire un'altra cosa che girare con due bus di color verde (tanto per confondersi con il paesaggio). Richiede un'organizzazione capillare che fino ad oggi non è stata incoraggiata. I Circoli hanno agito con il volontariato, spendendo di tasca propria, a volte anche senza le risorse di volantini o di sedi accettabili. Se il PD vuole salvarsi (e se vuole mantenere quel che resta del suo elettorato) deve cambiare ben di più della sua classe dirigente. Non credo che salvare il PD voglia dire salvare la Sinistra. Il PD è un'altra cosa. E' un partito riformista che imbarca acqua, oltre che annegati. E che non è in grado di formulare nessuna proposta di riforma, perchè non si schiera contro nessun (puntuale) attacco del governo berlusconiano alla democrazia del nostro Paese. Come nell'Onda anche nel PD le anime sono variegate e troppo "ombelicocetriche". Aggiungiamoci pure il difetto di presunzione e abbiamo disegnato una società in declino, anzi già declinata ed estinta. Ovviamente essendo io un'anima di sinistra, non posso essere così pessimista. Sogno e opero per fare un'azione di riconquista del territorio, a costo anche di usare gli stessi metodi che usano i leghisti (che sono i più attrezzati in questo senso). Il popolo è stato educato male, sia dalla destra che dalla sinistra. Nessuno gli ha dato fiducia e tutta la politica ha preteso di decidere per lui. Io spero che la parte intelligente di questo popolo inizi un percorso di crescita e di autodeterminazione: la bandiera non ha importanza, purchè ci siano le stesse pulsioni e la stessa meta da raggiungere. E per quanto riguarda quale è la meta lascio a te, caro amico, l'ultima parola. Rossaura.
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