l'Antipatico

martedì 11 novembre 2008

cattive abitudini


Chi di noi non ha mai avuto modo di riconoscersi pregi e difetti, abitudini e consuetudini, vizi e virtù. A volte per qualche critica ricevuta, a volte per puro senso del dovere, chiunque si sarà ritrovato a fare i conti con la propria coscienza. Ma a nostro modesto avviso deve esistere una categoria di persone che tanti scrupoli non se li pone affatto, non avvertendone il bisogno. Questa categoria di persona dimora stabilmente in due palazzi storici: Palazzo Madama e Montecitorio. Parliamo chiaramente dei cosiddetti "pianisti", artisti del voto plurimo difficilmente reperebili su piazza con annunci di personale qualificato. Sono già stati assunti tutti quanti. E questa storia dei "pianisti" fa il paio con la recente sentenza della Cassazione che ha stabilito che è legittimo licenziare un dipendente che si fa timbrare il cartellino da un collega, perché questo comportamento lede il "vincolo fiduciario" che intercorre col datore di lavoro. E dunque, lo stesso vincolo che intercorre tra elettore ed eletto non viene ugualmente tradito con la pratica della "suonata"? Certo che sì, ma nessuno sente l'obbligo morale e civile di porre fine alla "suonata" licenziando in tronco l'incauto suonatore, che anzi si sente ben motivato nell'espletamento della sua funzione "artistica" visto e considerato che prende anche la sua bella retribuzione giornaliera per la presenza in Aula. E allora pensiamo (e diciamo): ma perché deve essere considerato reato gravissimo (e siamo d’accordo) farsi timbrare il cartellino di entrata o di uscita dal posto di lavoro da un collega, e non viene considerato altrettanto gravissimo il comportamento di un deputato che si fa "timbrare il cartellino" (cioè votare nella sacralità dell’aula della Camera) da un collega volenteroso (che nel primo caso riportato, quello della gente comune, rischia anche lui tantissimo)? Sia il "pianista" della Camera (ma come mai anche il Senato non si adegua?) che quello che si fa "suonare" (assenteista) non ledono forse il "vincolo fiduciario" (cioè la presenza, il lavoro, la correttezza, l’onestà) che intercorre col datore di lavoro, che nel caso dei parlamentari sono gli elettori? Chissà dove saranno l’operaio/operaia o l’ impiegato/ impiegata (assenteisti) al momento in cui si fanno timbrare il cartellino dal collega: sono in ritardo, sono alle prese coi figli, alle prese con asili nido, alle prese con treni pendolari, alle prese con chissà quali vicende, compresa anche quella (non escludiamolo) della poca voglia di lavorare. E chissà dove saranno i deputati che non si presentano in aula per la votazione ma che votano lo stesso per "procura". Saranno in qualche commissione, saranno in qualche loro studio professionale, saranno nel loro collegio a convincere passati e futuri elettori a dargli ancora la fiducia, saranno in qualche ristorante di Roma, saranno a qualche presentazione di libro, saranno con qualche prostituta in qualche albergo di lusso di Roma. Chissà dove saranno. Una cosa è certa: che per operai e impiegati nel caso in cui si facciano timbrare il cartellino può scattare il licenziamento. Per i deputati infedeli ("suonatori" e "suonati") non scatta niente. Anzi la Camera, cioè il contribuente (cioè noi e voi) deve anzi stanziare 450.000 euro per acquistare l’apparecchio che dovrà far rigare diritti i propri "dipendenti". Cioè, i nostri dipendenti. Vi sembra giusto tutto questo? Vi sembra possibile che la Casta, l’odiata Casta, debba distinguersi anche per questo? Una vergogna. E perché invece di spendere tutti quei soldi per l’apparecchio delle impronte, il presidente della Camera Fini non decide di denunciare in maniera implacabile tutti quegli scansafatiche che non si presentato alle votazioni? E non punisce in maniera esemplare anche tutti i pianisti più volte immortalati in foto e in video? Troppo complicato. Meglio spendere quasi un miliardo delle vecchie lire per tentare di mettere ordine in un settore che forse avrebbe bisogno invece di qualche licenziamento. Ma alla fine si sa, licenziare le cattive abitudini costa troppo. Meglio conservarle.

2 Commenti:

  • Buonasera,carissimo.Sono assolutamente d'accordo con te.La pratica dei cosiddetti pianisti è una vergogna.Nel nostro Paese vige una usanza medievale.Quello che non è permesso ai poveracci,è consentito ai potenti.Il mio non è qualunquismo ma è una critica democratica e radicale a chi ci dovrebbe rappresentare.In questi casi cosa dice Brunetta?MAURO

    Di Anonymous Anonimo, Alle 12 novembre, 2008 18:05  

  • La tua legittima critica, carissimo MAURO, fa il paio (purtroppo) con il silenzio assordante delle Istituzioni medesime su questa vergognosa pratica dei pianisti. Anche dal Quirinale non si odono sussurri nè tantomeno grida. E che dire del censore bonsai Brunetta? Invece di mettere i tornelli a Palazzo Chigi, non era meglio metterli qualche metro più in là, nella piazza di MonteCitorio? Silenzio assoluto...

    Di Blogger nomadus, Alle 12 novembre, 2008 21:12  

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