fannulloni d'Italia
L'Italia è davvero uno straordinario Paese. Da noi anche la politica virtuale riesce a produrre effetti, se è accompagnata da qualche provvedimento mirato. A quanto pare, gli annunci del ministro Renato Brunetta stanno dando risultati sorprendenti. Da Aosta ad Agrigento centinaia di dipendenti pubblici, i cosiddetti "fannulloni", vengono individuati e gli arresti e le denunce fioccano come se piovesse. Con l’aggiunta di qualche licenziamento: provvedimento inaudito fino a qualche tempo fa. Forse in tutti questi anni i sindacati avranno tirato troppo la corda? Forse perché, magari, vedendo alberghi e spiagge molto meno affollati del solito, c’è un sussulto di timore, e quindi di responsabilità, da parte della società italiana? E’ presto per dirlo, ma occorre sperare in qualche tenue inversione di tendenza.
Naturalmente, nessuno pensa che, dopo decenni di inettitudine, la nostra pubblica amministrazione si possa magicamente trasformare in quella svizzera. Ma come si vede, Pietro Ichino aveva ragione da vendere. Due anni, il libro «I fannulloni» - che oggi è un termine entrato di prepotenza nel vocabolario della lingua italiana per indicare i dipendenti pubblici scansafatiche - venne accolto a base di insulti da tanti settori politicamente «corretti»: addirittura qualcuno scrisse che Ichino fosse stato «colpito dal solleone».
La situazione attuale è stata creata da un insieme di circostanze che vede coinvolti da una parte certo gli statali assenteisti ma dall’altra anche medici compiacenti, politici distratti, dirigenti incapaci, finanzieri disimpegnati. E che dire di quei magistrati che davano sistematicamente torto al datore di lavoro, pubblico o privato che fosse? Si è alimentata una grande giostra dell’irresponsabilità che ha appesantito le casse dello Stato, aumentando l’inefficienza della pubblica amministrazione e producendo devastanti esempi a cascata per l’intera collettività. Questi danni chi li pagherà mai? Cosa diciamo alle giovani generazioni che hanno un presente così nebuloso? Per un fatto morale, è doveroso mandare via i dipendenti assentisti. Ma dato che gli esempi debbono provenire dall’alto, attendiamo che sia anche la volta dei politici fannulloni, quelli che pigiano i tasti degli altri durante le votazioni del Parlamento e che si intascano i soldi dei portaborse. Brunetta sta dando l’esempio per quanto di sua competenza: ci attendiamo che Gianfranco Fini e Renato Schifani facciano altrettanto. Naturalmente, al ritorno dalle vacanze, che per i nostri onorevoli saranno molto diverse e più lunghe di quelle degli italiani normali. Certo che però loro è difficile licenziarli. Però magari mandarli a casa con il voto delle urne non sarebbe una cattiva idea...
Naturalmente, nessuno pensa che, dopo decenni di inettitudine, la nostra pubblica amministrazione si possa magicamente trasformare in quella svizzera. Ma come si vede, Pietro Ichino aveva ragione da vendere. Due anni, il libro «I fannulloni» - che oggi è un termine entrato di prepotenza nel vocabolario della lingua italiana per indicare i dipendenti pubblici scansafatiche - venne accolto a base di insulti da tanti settori politicamente «corretti»: addirittura qualcuno scrisse che Ichino fosse stato «colpito dal solleone».
La situazione attuale è stata creata da un insieme di circostanze che vede coinvolti da una parte certo gli statali assenteisti ma dall’altra anche medici compiacenti, politici distratti, dirigenti incapaci, finanzieri disimpegnati. E che dire di quei magistrati che davano sistematicamente torto al datore di lavoro, pubblico o privato che fosse? Si è alimentata una grande giostra dell’irresponsabilità che ha appesantito le casse dello Stato, aumentando l’inefficienza della pubblica amministrazione e producendo devastanti esempi a cascata per l’intera collettività. Questi danni chi li pagherà mai? Cosa diciamo alle giovani generazioni che hanno un presente così nebuloso? Per un fatto morale, è doveroso mandare via i dipendenti assentisti. Ma dato che gli esempi debbono provenire dall’alto, attendiamo che sia anche la volta dei politici fannulloni, quelli che pigiano i tasti degli altri durante le votazioni del Parlamento e che si intascano i soldi dei portaborse. Brunetta sta dando l’esempio per quanto di sua competenza: ci attendiamo che Gianfranco Fini e Renato Schifani facciano altrettanto. Naturalmente, al ritorno dalle vacanze, che per i nostri onorevoli saranno molto diverse e più lunghe di quelle degli italiani normali. Certo che però loro è difficile licenziarli. Però magari mandarli a casa con il voto delle urne non sarebbe una cattiva idea...
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