oggi, 10 anni fa
Il 25 aprile del 1998 l'Italia era sotto choc per gli omicidi del serial killer ligure (quello che poi si scoprì essere Donato Bilancia). Il giornalista del Corriere della Sera che seguì all'epoca l'inchiesta ancora oggi fa parte della redazione del quotidiano milanese. Si chiama Fabrizio Gatti e questo è l'articolo che scrisse, intitolato "Una sola pistola per almeno cinque omicidi". Buona lettura. Ecco la prima prova di laboratorio. Una sola rivoltella calibro 38 ha ucciso i due metronotte a Novi Ligure e tre delle quattro prostitute trovate morte tra Genova e Savona. Cinque esecuzioni e una sola firma, in meno di due mesi. Tutte con pallottole in piombo tenero, senza incamiciatura, forse del tipo "soft" da poligono. Per l'altra ragazza di strada c'e' solo il sospetto che sia stata assassinata dal serial killer della riviera: il proiettile, indispensabile per le analisi balistiche, non e' stato trovato. Manca ora l'esame sulle pallottole che hanno colpito alla nuca l'infermiera Elisabetta Zoppetti, 32 anni, a Pasqua sull'Intercity La Spezia - Venezia e la colf Maria Angela Rubino, una settimana fa sul Genova - Ventimiglia. I risultati del Centro di investigazioni scientifiche di Parma dei carabinieri arrivano in giornata alla Procura di Genova. E subito i magistrati si riuniscono in un lungo vertice. Dura sette ore. Con il procuratore genovese, Francesco Meloni, ci sono i colleghi di Alessandria per i metronotte di Novi Ligure, e di Savona per le prostitute trovate tra Pietra Ligure e Varazze. "Si' - ammette il procuratore Meloni - abbiamo ricevuto gli esiti delle analisi balistiche su alcuni reperti. Il risultato e' interessante dal punto di vista della connessione tra gli omicidi. I tecnici faranno altri approfondimenti. Al momento, con questi esami, quello che e' successo sui treni non c'entra ancora". Anche senza perizie, comunque, il legame con uno dei due omicidi nelle toilette ferroviarie non e' escluso, anzi. L'assassino dei metronotte di Novi Ligure, descritto dal transessuale che stava per essere ucciso, assomiglia a un passeggero visto da alcuni ferrovieri alla stazione di Ventimiglia poco prima della scoperta del cadavere di Maria Angela Rubino. I due identikit sono quasi sovrapponibili. E' un uomo sui 50 anni, con la pelle rugosa, l'aspetto distinto. I dipendenti Fs lo ricordano con il volto un po' piu' allungato. Ma il profilo del naso, le orecchie, le borse sotto gli occhi raffigurano forse la stessa persona. Il serial killer si guarda allo specchio della toilette, quando spara. Lo si deduce dalla posizione dei cadaveri dell'infermiera e della colf. La polizia spera che il suo volto sia rimasto impresso sul nastro della Tv a circuito chiuso di un bar, nella stazione di Ventimiglia. Sempre che si sia fermato li'. La carneficina comincia la notte di domenica 8 marzo: la prostituta albanese Stela Truya viene uccisa con un colpo di pistola alla testa, sulla scogliera a Varazze. Scomparsi i vestiti e il proiettile, forse finito in mare. Mercoledi' 18 marzo, festa a Savona, tocca all'ucraina Ljudmjla Zuskova, a Pietra Ligure: l'assassino, notato su una grossa auto scura, spara alla nuca, proteggendosi con il maglione della vittima. Lunedi' 23, a Novi Ligure, i due metronotte: colpiti al corpo, poi alla testa. C'e' anche l'identikit. Domenica 29 marzo, la nigeriana Tessy Edogaye viene vista salire sulla Mercedes di un uomo che conosce: cade a Cogoleto, con una pallottola al ginocchio mentre tenta di fuggire e la seconda alla nuca. Lunedi' 13 aprile, Pasquetta, il serial killer uccide l'albanese Kristina Kvalla, trovata a Pietra Ligure: proiettile alla nuca, con la protezione del giubbotto della ragazza. Il giorno prima, a Pasqua, il primo omicidio sul treno. Sabato 18 aprile il secondo, sul Genova - Ventimiglia, scatena la paura. Ieri sulla vicenda e' intervenuto anche il ministro degli Interni Napolitano: "Stiamo lavorando con i nostri uomini migliori". La paura del serial killer della Riviera blocca i treni. L'altra sera l'Intercity Milano - Ventimiglia ha dovuto fermarsi alla stazione di Diano Marina: sono arrivati i carabinieri perche' tre passeggere avevano segnalato che la toilette di una carrozza era chiusa da tempo. Dopo un quarto d'ora di attesa e controlli, il viaggio e' ripreso. Da ieri la polizia ferroviaria di Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto e Toscana e' mobilitata per scongiurare una nuova sfida del maniaco assassino. Ma la vigilanza non basta a eliminare la psicosi nel week - end del 25 aprile. Su un espresso partito dalla Puglia, un uomo e' stato segnalato dai passeggeri agli agenti Polfer ben 12 volte. Era alto, sui 50 anni, capelli brizzolati. Piu' o meno come uno dei personaggi raffigurati dagli identikit in circolazione. Ma era soltanto un funzionario di polizia in borghese. Gli uffici della Polizia ferroviaria annunciano di aver raddoppiato il numero delle pattuglie sui treni. Le questure liguri hanno inviato loro agenti per aiutare i colleghi della polizia ferroviaria. Mentre scatta il piano proposto dal prefetto di Imperia, Emilio D'Acunto: i viaggiatori saranno concentrati in pochi scompartimenti e le carrozze vuote verranno chiuse, in modo che nessuno resti isolato. "Molte volte - racconta un sottufficiale della Polfer - le signore e le ragazze ci chiedono perfino di essere accompagnate alla toilette, perche' hanno il terrore di rimanere sole ed essere aggredite". E' come se ogni giorno il serial killer facesse sentire la sua presenza su tutti i treni: l'effetto della paura per il maniaco armato di revolver calibro 38. Le prostitute, primo bersaglio della carneficina cominciata meno di due mesi fa, si sono organizzate. Viaggiano in gruppo, divise in base alla loro nazionalita': perche' il pericolo del serial killer non ha comunque cancellato le loro rivalita'. Ma soprattutto si muovono tenendo sempre il cellulare a portata di mano, pronte a chiamare le forze dell'ordine nel caso di un'aggressione. Alcune delle prostitute uccise avevano un telefonino, scomparso con il loro assassino. A La Spezia continuano intanto gli accertamenti sull'ex commerciante accusato da una lucciola nigeriana di averla rapinata. L'uomo, 43 anni, di enorme corporatura, che non coincide con nessuno degli identikit, e' stato arrestato anche per aver tenuto in auto una rivoltella calibro 38: il porto d'armi era scaduto e la pistola sarebbe dovuta rimanere a casa. La sua famiglia, a capo di una ditta di autonoleggio, e' proprietaria di due Mercedes blu, lo stesso tipo di quelle segnalate dal transessuale scampato a Novi Ligure. Le uniche due iniziali della targa che il viado ricorda, sono "Am". Le targhe delle due Mercedes sequestrate dai carabinieri a La Spezia cominciano invece per "Ac" e "Sp". La prossima settimana i magistrati che indagano sul serial killer potrebbero chiedere un confronto tra l'ex commerciante arrestato e il supertestimone di Novi Ligure, mentre si attendono i risultati dell'esame sulla calibro 38.
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